Con l’avvicinarsi del 26 dicembre, solennità di Santo Stefano, patrono della diocesi e della città di Prato, il vescovo di Prato, mons. Gastone Simoni ha scritto un messaggio indirizzato a tutti i pratesi. Il testo (che riportiamo integralmente qui sotto), che porta la data del 7 dicembre, anniversario della nomina a Vescovo, contiene il rinnovato appello di mons. Simoni alla concordia e alla coesione sociale invitando la città e in particolare le istituzioni a partecipare alla celebrazione del solenne pontificale della ricorrenza del Santo Patrono in cattedrale. Infine il presule pratese lancia una proposta: dar vita ad un pubblico riconoscimento, che potrebbe essere chiamato «Stefanino», sulla falsariga del famoso «Ambrogino» che, a Milano, viene assegnato ogni anno per la festa del patrono alle personalità che più si impegnano per lo sviluppo della città ambrosiana.Ai Titolari e ai Rappresentanti delle Istituzionie delle Componenti sociali di Prato,agli immigrati che si sentono partecipi della nostra società,e in particolare ai pratesi che soffrono maggiormenteper la dura crisi del lavoro fra noi Prato, 7 dicembre 2009Sant’Ambrogio di Milano, vigilia dell’Immacolata Cari fratelli e sorelle, e cari amici tutti,«Per amore di Prato»: così potrebbe essere intitolata, senza retorica alcuna, questa lettera con cui esprimo un vivo desiderio, lo traduco in un invito, e mi permetto di aggiungere una proposta.Vi domando di partecipare il 26 dicembre prossimo, solennità del nostro patrono Santo Stefano Protomartire, alla Messa che concelebrerò con i confratelli della Diocesi, alle ore 10 in cattedrale. Sento, infatti, il dovere di favorire, in occasione di una festa così sentita, la coesione sociale, la riflessione, e la preghiera dei pratesi nella stagione così dura e purtroppo tanto lunga, che la città e la provincia stanno attraversando. Non ho altre intenzioni che queste: aiutare tutti a cominciare da quanti sono impegnati nei vari palazzi «che contano» sul piano economico, sociale, culturale e politico-amministrativo a pensare e ad operare, ancora meglio, praticando la più grande unità possibile pur nelle legittime diversità di opinioni e di interessi; facilitare uno scatto in più, da parte di tutti, nella coerenza con l’etica dell’onestà, della legalità e della fraternità; incoraggiare quanti desiderano il successo di questi stessi valori e già si battono per essi; e chiedere infine ai credenti di implorare ancora, con umiltà e fiducia, la grazia del Signore sulla nostra comunità. La cattedrale illustrata stupendamente dal volume pubblicato a cura della Cariprato potrà essere sentita in quel giorno, come veramente è, la casa comune o comunque il luogo più significativo, del popolo pratese.La proposta a cui accennavo, che non è precisamente mia, ma della quale mi faccio voce, è questa. Perché non dar vita ad un pubblico riconoscimento di quegli operatori economici e culturali che hanno più meritato per mantenere i posti di lavoro in pericolo e per allargarne il numero? Ne sono già al corrente il sindaco e il presidente della Provincia. Ovviamente, per essere efficace e realizzabile, tale proposta dovrebbe essere precisata. Ma, intanto, perché non prenderla in considerazione? Lo spirito con cui è stata avanzata è quello stesso del 28 febbraio: «Prato non deve chiudere». È uno spirito di non-rassegnazione, di impegno fattivo e concorde e di speranza.Ringrazio per l’attenzione e la disponibilità. Anticipo fin da ora gli auguri natalizi. Saluto tutti, senza distinzioni, con grande cordialità.