Prato

Prato, l’Emporio compie dieci anni. Dal 2008 ha aiutato 15 mila famiglie a fare la spesa

Per far capire che l’idea dell’Emporio è una scommessa vinta possiamo raccontare questo episodio. Una famiglia marocchina si trovava in un momento di difficoltà e così è rivolta alla Caritas per chiedere di poter usufruire del supermercato solidale di via del Seminario. Quando il babbo ha ritrovato lavoro ed è tornato a ricevere uno stipendio, la famiglia ha voluto restituire la tessera con i punti per fare la spesa all’Emporio. Pur avendone ancora diritto. Ecco i due obiettivi del progetto: carità e formazione. «I nostri utenti hanno capito che questo servizio è pensato come argine per situazioni di povertà improvvise, date dalla perdita di lavoro o altre emergenze– spiega Idalia Venco, direttrice della Caritas –, così quando qualcuno riesce a risollevarsi sa di dover lasciare questa opportunità ad altri».

Era il giugno del 2008 quando l’Emporio della Solidarietà, per la prima volta, ha aperto le porte. Inizialmente la sede era in via Cairoli, presso la parrocchia di Santa Maria delle Carceri; poi, dal 2011, il supermercato promosso da Diocesi, Caritas, Comune, Provincia e Fondazione Cassa di Risparmio di Prato si è spostato in via del Seminario. Dove si trova ancora oggi.Sono passati dunque dieci anni dall’avvio di questa esperienza, la prima in Italia assieme a Roma, che poi ha fatto scuola a tutti gli altri Empori nati sul territorio nazionale. Attualmente sono un centinaio, da nord a sud. Per celebrare l’importante traguardo raggiunto sabato scorso, 19 maggio, c’è stato un convegno molto partecipato a Palazzo Buonamici. A fare gli auguri di buon compleanno all’Emporio c’era anche l’assessore regionale al welfare Stefania Saccardi. «Questa è una esperienza straordinaria – ha detto – che ci ha insegnato come si possa combattere la povertà alimentare lavorando in sinergia tra i soggetti istituzionali e il mondo del volontariato. E avete dato una risposta, dignitosa, alle nuove povertà, a tutte quelle persone colpite improvvisamente dalla crisi. Li avere aiutati e state continuando a farlo non con una elemosina, ma con la carità che si basa sulla responsabilità degli individui».I lavori del convegno sono iniziati con i saluti dei rappresentati dei soggetti promotori del progetto: Diocesi, Comune, Provincia e Fondazione Cassa di Risparmio di Prato. «L’Emporio è determinante per il cammino della città – ha osservato il vescovo Franco Agostinelli –, perché non è frutto di una iniziativa di parte, ma di una condivisione. Quando si parla di poveri non si può dire che siano solo un affare della Caritas, ma è un fatto che deve riguardarci tutti. L’esserci consorziati per il bene di Prato ha fatto nascere un vero e proprio gioiello come l’Emporio, che non è solo un supermercato, ma un luogo di incontro e di crescita personale». Anche il sindaco e presidente della Provincia Matteo Biffoni ha ribadito che questo progetto è «un patrimonio cittadino». «Il nostro obiettivo – ha aggiunto – è quello di fare in modo che una famiglia in difficoltà non si senta sola nel momento del bisogno, ma possa sentire il calore della città. Questa esperienza riassume in sé una caratteristica tutta pratese: siamo dei brontoloni, lo sappiamo, ma allo stesso tempo siamo persone capaci di rimboccarci le maniche per gli altri. Il risultato che celebriamo oggi è stato possibile grazie all’aiuto di tutti, dai promotori alla grande generosità dei pratesi».Franco Bini, neo presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, ha confermato la volontà dell’ente di continuare a sostenere l’Emporio: «il nostro compito è quello di promuovere lo sviluppo della città. Mi impegno a cercare di mantenere la nostra partecipazione e lo faremo compatibilmente con le risorse che avremo a disposizione. Auspico che anche altri facciano la loro parte».Nel corso della mattinata sono stati proiettati due video, uno dedicato alla storia dell’Emporio (realizzato da Tv Prato) e un altro pensato e girato dagli studenti dell’istituto Marconi, che hanno conosciuto da vicino al realtà di questo servizio grazie all’alternanza scuola lavoro che porta ogni anno molti ragazzi a impegnarsi in via del Seminario.

Sono poi intervenuti il responsabile area nazionale di Caritas italiana Francesco Marsico, il direttore dei soci Unicoop Firenze Luciano Rossetti, da sempre a fianco dell’Emporio, e il primo coordinatore del progetto Rodolfo Giusti, che ha voluto sottolineare tre attenzioni per il futuro. «La prima – ha detto Giusti – è quella di mantenere attiva la collaborazione tra i soggetti che fanno rete. La seconda è l’efficienza del servizio, nel gennaio 2013 i Nas visitarono l’Emporio e trovarono tutto secondo le regole. La terza attenzione è la cura del volontariato, senza il quale non si va avanti: i volontari sono preziosi, devono essere formati, informati e valorizzati».

Dal 2008 aiutate oltre 58 mila persone a fare la spesa

Dal 2008, anno della sua apertura nella prima sede di via Cairoli, il supermercato solidale, che oggi invece si trova in via del Seminario, ha aiutato 58 mila persone a fare la spesa. Ogni anno sono state attivate in media 1600 tessere corrispondenti ad altrettante famiglie. Di queste, il 51,5% sono italiane, mentre il resto sono nuclei familiari stranieri. La nazionalità più presente all’Emporio è quella albanese (12,8%), seguita da quella marocchina (9,1%), nigeriana (6,5%) e rumena (5,4%). I cinesi hanno rappresentato solo lo 0,7% del totale.In questi anni sono stati distribuiti prodotti per un controvalore di 15 milioni e 400 mila euro. Un cifra importante, che fa capire la vera realtà di un servizio ben strutturato, funzionale alle esigenze degli utenti ed efficiente nella sua rete di approvvigionamento, formata in gran parte da aiuti provenienti dalla grande distribuzione e dalle raccolte effettuate nei supermercati grazie alla generosità dei pratesi. Dal 2009, anno in cui l’Emporio è entrato a regime, Diocesi, Comune, Provincia e Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, i soggetti promotori del progetto, hanno contribuito con 885 mila euro.L’idea alla base dell’Emporio è semplice: per «acquistare» i prodotti non servono soldi, ma i punti contenuti in una tessera che viene rilasciata ai richiedenti da un apposito gruppo di monitoraggio, formato da Caritas e servizi sociali del Comune. Ogni utente può così scegliere ciò che preferisce, prendendolo dagli scaffali. Proprio come avviene in un comune supermercato. Niente più pacchi viveri, dunque, ma una vera e propria spesa che rende più dignitoso l’aiuto offerto a chi ha bisogno.