Vita Chiesa
Prato, il vescovo Agostinelli annuncia la sua prima visita pastorale
«Annuncio a tutti un capitolo del mio ministero in mezzo a voi: la Visita Pastorale. Sarà l’occasione per incontrare e conoscere la Chiesa pratese in tutte le sue dimensioni».
Un impegno che porterà mons. Agostinelli a incontrare anche tutti gli organismi di partecipazione ecclesiale, dalle associazioni cattoliche a tutti coloro che sono impegnati nel volontariato e nei vari ambiti della pastorale diocesana. Ma non solo, il Vescovo nella sua omelia ha comunicato l’intenzione di «incontrare la realtà pratese nel suo insieme, sempre che mi vogliate accogliere – ha aggiunto –, dalle istituzioni che governano la città e il territorio, al mondo della cultura, della scuola, del lavoro, della sanità».
Mons. Agostinelli ha ammesso che si tratterà di «un percorso impegnativo, ma saranno fatiche riposanti, perché ci permetteranno di incontrare tante brave persone, di buona volontà». Lo stile di questo viaggio è sintetizzato dal Presule con una immagine evangelica: «Io sto alla porta e busso, se qualcuno mi apre entrerò e cenerò con lui, potremo confrontarci e condividere, ciascuno per la parte che gli compete, un tratto di cammino».
Quello che si è celebrato questa mattina in cattedrale, è stato il primo solenne pontificale nella festa di Santo Stefano, presieduto da mons. Agostinelli da quando è vescovo di Prato. Era presente la quasi totalità del clero diocesano e il duomo era affollato di moltissimi fedeli. In prima fila le autorità cittadine, dal vice sindaco Goffredo Borchi, al presidente della Provincia Lamberto Gestri e i sindaci dei Comuni presenti sul territorio diocesano.
L’omelia di Santo Stefano a Prato è sempre molto attesa e mons. Agostinelli ha ammesso di essere stato messo al corrente di queste aspettative ma ha tenuto a precisare: «Vi dico subito che non sono l’oracolo; non voglio esserlo non potrei esserlo perché sono l’ultimo arrivato e come tale il più disinformato sulle vicende di questa città, anche se ho cercato di tenere gli occhi e le orecchie aperte per capirne di più».
Le prime parole del Pastore sono state per la Chiesa pratese e per i compiti che l’attendono nell’immediato futuro: «Occorre risintonizzare il nostro linguaggio – ha detto mons. Agostinelli – leggere attentamente le nuove esigenze; questo tempo ci impegna a trovare nuovi percorsi, a passare da una pastorale di sacramentalizzazione ad una pastorale di evangelizzazione». Una «conversione pastorale» che secondo il Vescovo è necessaria per trovare la strada verso il bene comune, per «uscire dalle secche di tante difficoltà morali e sociali», un invito a «pensare e trovare nuove prospettive per un riscatto possibile». E l’esempio per ripartire, «trovare strade nuove», secondo mons. Agostinelli può arrivare proprio dalla figura di Santo Stefano, definito «uomo intraprendente», come il cristiano «persona dalle forti potenzialità, che sa guardare in faccia la vita con determinazione, senza paura». Un cammino quello del primo martire della Chiesa che può essere di sprone per i pratesi. «Voglio augurarmi che la festa odierna sia per noi il tempo di una decisione – ha sottolineato il Vescovo – quella di prendere per mano la nostra vita, personale e civica, con tutti i suoi problemi, scuotendoci dagli scoraggiamenti e dalle assuefazioni o indifferenze».
Infine un pensiero ai giovani, sempre presenti nei discorsi di mons. Agostinelli, che per il Presule hanno bisogno «di esempi forti, di riferimenti sicuri». E per questo il Vescovo ha voluto rivolgersi «alla generazione dei padri». «Non dimentichiamocelo – ha concluso Agostinelli – i figli ci guardano. La grande funzione educativa è che tu adulto resti lì, e loro, figli prodighi che hanno lasciato la casa del Padre, stanno tenendo d’occhio se tu sei al posto, se tu sei la loro casa, dove possano tornare dopo aver inseguito miraggi e sogni effimeri».