Vita Chiesa
Prato, il Corpus Domini nelle vie del degrado
Non era mai capitato che così tanti pratesi, tutti insieme e in modo composto, percorressero a piedi quelle strade. Ieri sera, giovedì 4 giugno, in via Santa Margherita e in via Pier Cironi, in quel «triangolo» da tempo al centro della cronaca cittadina per episodi di degrado e microcriminalità, è passata la processione del Corpus Domini. E Prato ha risposto con una fortissima partecipazione, sono state oltre 1500 le persone che hanno sfilato insieme al Santissimo Sacramento portato dal vescovo Franco Agostinelli per le strade del centro cittadino.
Il Corpus Domini è una tradizione che si ripete da secoli: ogni anno in occasione della solennità del Corpo e del Sangue di Cristo, la comunità ecclesiale manifesta pubblicamente la propria fede portando in processione Gesù Eucaristia. Sotto il baldacchino, sorretto dai confratelli della Misericordia, il vescovo Franco Agostinelli ha portato il Santissimo da piazza Mercatale a piazza Duomo, dove ha impartito la benedizione dal pulpito di Donatello. Come detto sono stati tantissimi i fedeli che si sono uniti al corteo aperto dalla banda Puccini di Galciana e composto dalle associazioni, dai gruppi e dai movimenti di ispirazione cristiana. Presente anche l’Amministrazione comunale con il sindaco Matteo Biffoni e alcuni rappresentanti della sua giunta, che hanno preso parte alla manifestazione camminando sotto i gonfaloni di Comune e Provincia.
Anche quest’anno la Diocesi – in particolare monsignor Agostinelli – ha voluto che la processione del Corpus Domini avesse come tratto distintivo l’incontro con realtà bisognose di attenzione, perché ai margini oppure perché portatrici di sofferenza e marginalità. Due anni fa l’ostensorio con l’Eucarestia passò per le strade della Chinatown pratese, lo scorso anno invece la partenza piazza del Collegio, dove si trova l’Hospice Rosa Giorgi, struttura che accoglie i malati terminali. Questa volta lo sguardo dei partecipanti in cammino verso piazza Duomo si è posato su via Santa Margherita, via Pier Cironi e il Canto alle tre gore, che insieme rappresentano una delle «zone calde» del centro, troppo spesso interessata da risse e traffico di stupefacenti. Una «periferia esistenziale» a due passi dalla cattedrale e dal cuore storico della città.
«La presenza del Signore si coglie quando siamo capaci di coglierlo nella fede – ha detto il Vescovo Vescovo rivolgendosi alla piazza dal pulpito di Donatello – non nei segni dell’onnipotenza e del miracolistico, della forza e dell’imposizione, ma della fragilità e disponibilità di un pezzo di pane, di un bimbo, di un povero, di un profugo, di un malato». Nessuna riappropriazione dunque ma la volontà di riaffermare la presenza della Chiesa pratese con il suo messaggio evangelico in tutte le strade del centro, soprattutto in quelle dimenticate. Il passaggio della processione poi è stato accolto con favore e soddisfazione anche nelle altre vie comprese nel percorso, come via del Serraglio, via Guizzelmi e via Muzzi, con alcune vetrine illuminate a festa dai negozianti.
Nel suo messaggio monsignor Agostinelli ha messo in guardia i pratesi dalla «triste attualità» dei vizi capitali- «Molti sorridono quando noi sacerdoti li ricordiamo – ha affermato – ma non scordiamoci che essi rappresentano i classici errori dell’uomo e purtroppo noi li diamo come irrimediabilmente inevitabili. In cima alla lista sta la superbia, intesa come punto di partenza di ogni esilio di Dio dalla nostra vita, è la pretesa di voler essere come lui, di mettere l’io al centro. Tutti gli altri vizi sono derive ineluttabili. In questo settenario prima o poi incappiamo tutti, preti compresi». Secondo il Vescovo l’occasione per «aprire le porte a Cristo» e riscoprire «la gioia e la bellezza della confessione» arriveranno con l’anno Santo straordinario della Misericordia, preceduto a Prato dalla visita di Papa Francesco, un evento quest’ultimo che dovrà essere vissuto «non come un rito ma come una passione dell’anima umana a realizzare la fraternità e la giustizia, la comunione autentica sia nella comunità ecclesiale che nella società civile».
Infine monsignor Agostinelli è tornato sulla necessità del riposo festivo come occasione per accostarsi al Sacramento dell’Eucaristia durante la Messa domenicale. «Esso consente alle famiglie di ritrovarsi insieme e alla Chiesa di riunirsi: le esigenze commerciali non siano l’ultima parola del nostro vivere!», ha concluso il Vescovo.