Vita Chiesa
Prato, giovani italiani e cinesi in preghiera nella fabbrica di Chinatown
Ragazzi italiani e cinesi in preghiera all’interno di un capannone tessile. Non era mai successo e ieri sera, lunedì 9 ottobre, per la prima volta le porte di una rifinizione si sono aperte al pubblico in occasione del primo incontro della «Preghiera Giovani», l’appuntamento mensile promosso dalla Diocesi di Prato che si tiene ogni volta in una chiesa diversa. Ieri invece la veglia è andata in scena in un luogo di lavoro e non uno qualsiasi: una azienda a conduzione cinese, in uno spazio solitamente occupato da operai e macchine da cucire. Per una volta gli strumenti della produzione sono stati spostati ai lati della fabbrica e al centro sono state sistemate delle sedie per accogliere i centocinquanta partecipanti alla serata. Tanti i giovani delle parrocchie pratesi che hanno risposto all’invito, accolti dai loro coetanei di lingua cinese che si riconoscono nella stessa fede, quella cristiana cattolica.
Il desiderio e la volontà di apertura e condivisione di un evento religioso però hanno dovuto fare i conti con le difficoltà che molti cinesi trovano in patria. Non solo in Cina, anche a Prato c’è ancora molto timore nell’esternare pubblicamente il proprio essere cristiani, per questo alcuni tra i presenti non hanno voluto essere fotografati né citati. Nemmeno i titolari dell’azienda ospitante.
La preghiera è stata presieduta dal vescovo Franco Agostinelli, le cui parole sono state tradotte in mandarino da suor Teresa, religiosa cinese presente assieme ai frati francescani della parrocchia dell’Ascensione al Pino, sede della comunità cattolica orientale. In rappresentanza del Comune c’era l’assessore Daniela Toccafondi.
L’incontro ha coinciso anche con l’annuale veglia di preghiera missionaria che si tiene nella Diocesi pratese. «Solitamente invitiamo un missionario impegnato all’estero che racconta la sua esperienza – spiega Eleonora Fracasso, responsabile del Centro missionario diocesano – ma questa volta abbiamo voluto andare noi in missione nella nostra città, in un luogo che solitamente non frequentiamo e non conosciamo, anche se si trova accanto alle nostre case». Ed con questo spirito che monsignor Agostinelli ha rivolto il suo invito ai presenti: «Siate missionari appassionati della dignità del lavoro e dei lavoratori». Nel corso della serata i ragazzi italiani e cinesi hanno posto in evidenza la comune appartenenza alla fede cristiana, «ricca di riflessioni e inviti a fare del lavoro un mezzo per la promozione umana», è scritto nel libretto contenente le preghiere e i testi letti durante la veglia.
«Quello che stiamo facendo questa sera è una piccola goccia nel grande progetto dell’integrazione e dello stare insieme, ma cari amici – ha osservato il Vescovo – cos’è il mare se non un insieme di gocce? Il nostro incontro è la risposta all’invito di papa Francesco a costruire ponti e non muri, a piantare semi di dialogo e relazione lungo le nostre strade di Prato». Le parole di monsignor Agostinelli sono pronunciate in alto, su un piano rialzato. Sull’altare, ricavato da un tavolo di lavoro c’è il crocifisso, sulla balausta sono sistemate una accanto all’altra la bandiera italiana e quella cinese. «Sono qui – ha aggiunto – per dire che noi non siamo estranei, tanto meno antagonisti, ma fratelli». Poi, tenendosi per mano, i presenti hanno recitato il Padre nostro prima in italiano e poi in cinese.
La «Preghiera Giovani» si è conclusa con un buffet a base di the e frutta offerto ai partecipanti.