La comunità diocesana di Prato si stringe intorno all’Eucaristia e lo fa con tutte le sue componenti, immigrati compresi. Ieri sera durante la processione eucaristica del Corpus Domini, alle consuete preghiere recitate lungo il cammino per le strade del centro storico si sono aggiunte per la prima volta quelle nelle diverse lingue delle principali comunità cattoliche straniere presenti in città. I fedeli di Prato hanno risposto alle invocazioni pronunciate in lingua cinese, inglese, urdu, cingalese, rumena, swahili, nella lingua malayalam del Kerala e nella nigeriana ibo. «Mi riempie di gioia ha detto il vescovo di Prato, mons. Gastone Simoni, dal pulpito di Donatello nel consueto discorso prima della benedizione eucaristica ascoltare la voce delle varie espressioni del nostro territorio e pregare insieme a chi come noi professa la nostra stessa fede». Il Vescovo Simoni, oltre a confermare l’importanza della manifestazione della adesione a Cristo attraverso questa forma di devozione popolare, come la processione eucaristica, ha rilanciato con forza l’appello affinché Prato si faccia carico di coloro che sono nel bisogno materiale e spirituale. «Noi che crediamo in Gesù ha detto mons. Simoni, ribadendo il contenuto dell’ultimo messaggio pasquale noi che abbiamo disponibilità economica e culturale abbiamo il dovere di tendere la mano affinché nessuno sia bisognoso». Le parole del presule pratese confermano la volontà della Chiesa cittadina di essere «asilo, aiuto e sostegno, soprattutto verso gli immigrati, che in noi ha concluso Simoni troveranno sempre una mano aperta».