Cultura & Società
Prato, con un concerto d’organo si chiude il bicentenario della nascita di Cesare Guasti
Sabato 2 settembre alle 17,30 nell’oratorio di San Sebastiano con il maestro canonico Marco Pratesi
Si concluderà con un concerto d’organo del maestro canonico Marco Pratesi, l’anno dedicato al bicentenario della nascita dell’illustre cittadino pratese Cesare Guasti (4 settembre 1822 – 12 febbraio 1889).
È significativo che si chiudano le celebrazioni con un concerto d’organo nell’oratorio di San Sebastiano (in piazza San Domenico) sabato 2 settembre, alle ore 17,30. Qui il Guasti bambino frequentò la scuola di catechismo istituita secondo il metodo del fiorentino beato Ippolito Galantini. Il giovane Guasti fu poi il Governatore della Compagnia nel biennio 1847-1848, anni importanti per la storia d’Italia. Nel ‘48 riunì i numerosi confratelli per la preghiera per i volontari toscani pratesi amici caduti a Montanara, partiti entusiasti, ignari molti di cosa fosse veramente la guerra, come gli scriverà l’amico volontario Carlo Livi dal fronte: «Oh la guerra la credevamo una festa, ma l’abbiamo provato il disinganno», dandogli notizia della morte di Raffaello Luti.
L’iniziativa di dedicare un anno a Cesare Guasti archivista, filologo, letterato, storico, segretario della Crusca, archivista del Granducato e poi del Regno unitario, venerabile per la Chiesa, è stata promossa dall’associazione culturale Cesare Guasti, in collaborazione con il Comune e la Diocesi di Prato.
Il programma del concerto. L’esibizione del maestro Pratsi presenta musiche di Domenico Zipoli (1688-1726), G. Frescobaldi (1583-1643), A. Banchieri (1568-1634), Anonimo pistoiese, XVIII sec.), G. Gherardeschi (1759 -1815), B. Bottazzi (1560/80 – post 1614), J. P. Sweelinck (1562-1621).
L’organo della Compagnia di S. Sebastiano risale al 1836, opera dell’organaro Giacobbe Paoli (1786-1853) di Campi Bisenzio. Il suono viene da molto lontano: un suono particolare che deriva da un cospicuo gruppo di canne risalenti alla seconda metà del ‘500, provenienti da un monastero, attribuite al famoso organaro Onofrio Zefferini di Cortona, bene inserite dal Paoli nel nuovo organo. Questa particolarità ne fa uno strumento veramente singolare e si può considerare il più antico organo di Prato. È stato recentemente restaurato da Riccardo Lorenzini di Montemurlo.