Cultura & Società

PRATO, APRE LO «SCRIGNO DEGLI ANGELI», ANTEPRIMA DEL MUSEO DIOCESANO D’ARTE SACRA

Il Museo di arte sacra che la Diocesi di Prato, con il sostegno della Provincia e della Fondazione Cassa di risparmio, si prepara a realizzare nel complesso di San Domenico, raccoglierà un tesoro unico, consistente in oltre 500 opere rarissime di orafi, ebanisti e artisti italiani e stranieri dal ‘300 ai giorni nostri, messe in larga parte a disposizione da collezionisti privati. Un’anteprima straordinaria della preziosa collezione è rappresentata dallo Scrigno degli angeli, la mostra evento che la Provincia, insieme alla Diocesi di Prato, presenta il 7 settembre (dalle 15.30 alle 22) – in coincidenza con il programma del Corteggio storico – nel salone a doppio volume del piano nobile di Palazzo Banci Buonamici, un tempo spazio per feste, rappresentazioni e ricevimenti. L’iniziativa – ha spiegato il presidente della Provincia, Massimo Logli nel corso di una conferenza stampa – si inserisce nel progetto Palazzo aperto che ha l’obiettivo di valorizzare il recente restauro del complesso Banci Buonamici, sede istituzionale dell’ente. L’evento è stato presentato con il direttore dell’Ufficio Beni culturali della Diocesi, don Renzo Fantappiè e il direttore dei Musei diocesani, Claudio Cerretelli. E’ intervenuto anche Aldo Facchini della Fondazione Cassa di risparmio di Prato, ente impegnato per la realizzazione degli spazi del nuovo Museo di arte sacra. Nel corso della conferenza stampa don Fantappiè e Cerretelli hanno mostrato alcuni eccezionali pezzi – uno straordinario scrigno portagioielli e un singolare anello papale appartenuto a Benedetto XIV – che entreranno a far parte della collezione. Le altre opere che vengono mostrate a Palazzo Banci Buonamici appartengono al nucleo più prezioso della raccolta e comprendono nove pezzi di oreficeria, scultura e ricamo dal XIII al XVI secolo.

In particolare si possono ammirare due rari angeli reggicero (sculture lignee policrome toscane del XVI secolo); un raffinatissimo calice in rame e argento dorati, impreziosito da smalti opera di un orafo fiorentino della seconda metà del Quattrocento; lo straordinario Reliquiario di San Biagio, a forma di braccio, anche questo in rame dorato e smalti, opera fiorentina del 1427 donato da un canonico alla Cattedrale di Fiesole; un suggestivo busto reliquiario in rame dorato, probabile opera mosana del XIII secolo; due pannelli dal raffinatissimo ricamo in sete policrome e oro con figure di Santi; una croce astile ita-liana della metà del XV secolo.

Logli e Facchini hanno confermato l’impegno di Provincia e Fondazione Cassa di risparmio per il recupero di San Domenico e la realizzazione nuovo polo espositivo che comprenderà il Museo di Pittura Murale e il futuro Museo di Arte Sacra.