Toscana

POVERTA’, MAPPATURA SERVIZI CONTRO ESCLUSIONE SOCIALE E DISAGIO IN TOSCANA

(ASCA) – Una prima mappatura dei servizi e delle strutture dedicate all’esclusione sociale e al disagio grave operanti in Toscana. è questo l’oggetto della ricerca condotta dalla Regione, attraverso l’Osservatorio sociale regionale e gli osservatori provinciali, che è stata presentata stamattina nella sede della Provincia di Prato nel corso di un convegno. Il lavoro è stato realizzato nel 2010, anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale, utilizzando la base di dati già esistente costituita dalle ricerche realizzate in anni precedenti dalla Caritas, attraverso i Centri di ascolto territoriali, e dai lavori della Fondazione Michelucci sulle strutture di accoglienza e dell’abitare precario. Rispetto alla base di dati iniziale, costituita da 209 strutture e servizi, gli osservatori hanno ricevuto 157 questionari. Manca nell’indagine il territorio di Firenze.Più della metà delle organizzazioni (89) ha la propria sede in comuni con più di 50mila residenti; una su tre (56) si trova in comuni medio-piccoli (tra 10mila e 50 mila residenti). Rispetto all’incidenza dei servizi per area vasta, quella maggiore è stata individuata in quella centrale (soprattutto mense); le strutture, sempre per area vasta, sono maggiori nelle aree nord-ovest (comunità di tipo familiare) e sud-est (strutture accoglienza). Un’occhiata alla forma giuridica. A Livorno e Pisa prevalgono le attività a titolarità pubblica, mentre a Pistoia, Prato e Grosseto le attività di enti religiosi. I soggetti titolari censiti sono 112, quelli gestori 117. Le strutture prevalgono, sia pure di poco (55% circa) rispetto ai servizi. Le comunità di tipo familiare sono 1/3 delle attività rilevate; mense, attività di distribuzione pasti e cibo sono poco meno del 28%; strutture diurne o notturne di accoglienza sono un quinto circa del totale; le attività di distribuzione di indumenti sono 11, le agenzie sociali per l’alloggio 9. Gli enti religiosi hanno la titolarità del 40% circa delle attività censite, gli enti pubblici di un quarto (soprattutto strutture). La gestione dei servizi è pressoché esclusiva del privato sociale (solo nel 10% dei casi in regime di convenzione).