Toscana

POVERTA’, DOSSIER CARITAS 2011: SEMPRE PIU’ ITALIANI AI CENTRI D’ASCOLTO DELLA TOSCANA

“Le persone che si rivolgono ad enti ed associazioni in cerca di aiuto è, anno dopo anno, in costante aumento. Il risultato evidenziato dal Dossier della Caritas è la conferma di una tendenza che ormai ha assunto connotati drammatici. É un quadro che ben rappresenta la realtà e che apre uno squarcio su una situazione che sta diventando complessa ogni giorno che passa”. C’era anche l’assessore al welfare Salvatore Allocca oggi pomeriggio a Lucca, a Dire e Fare, alla presentazione del Dossier Caritas 2011 sulle povertà in Toscana.L’ottavo dossier realizzato dalla Caritas per la Regione (che ne sostiene la realizzazione) attraverso il progetto MIROD, acronimo di Messa In Rete Osservatori Diocesani, sottolinea il disagio crescente delle persone che decidono di rivolgersi ai 120 Centri di ascolto sparsi su tutto il territorio. “Ormai è un fenomeno trasversale – ha detto ancora Allocca – che interessa tutti. Perdere il lavoro, poi la casa, mettere in crisi i legami familiari: basta poco per trovarsi ad annaspare in un gorgo che, nemmeno pochi anni fa, sembrava inimmaginabile. Il lavoro svolto della Caritas attraverso i Centri di ascolto è per noi una fonte preziosissima di informazioni sull’esclusione sociale. L’andamento delle richieste di ascolto fornisce dati utili a leggere sia in termini quantitativi che qualitativi la crescita del disagio”.Nel 2010 è ancora una volta aumentato il numero delle persone ascoltate: dalle 24.153 del 2009 si è passati a 24.832 (+ 2,8%). Il trend di crescita è più consistente se rapportato al 2008: +10,4%. Pur restando straniera la maggioranza (il 74,5%), è in costante aumento il numero degli italiani: nel 2007 erano poco più di un quinto, adesso sono più di un quarto, il 25,5%. In valore assoluto gli italiani sono passati da 4.036 nel 2007 a 6.322.Resta sempre maggioritaria la componente femminile: il 53,7% (un anno prima era del 52,8%). Come anche maggioritaria è la quota con età compresa tra i 25 ed i 45 anni, il 52,9%, dato stabile. Aumenta invece ogni anno l’età media: nel 2004 era di 42 anni per gli italiani e di 32 per gli stranieri, adesso è rispettivamente 48,5 e 38 anni.In aumento anche la percentuale dei senza tetto: il 7,5%, contro il 7% del 2009. L’8,1% vive in alloggi di fortuna (erano l’8,8% nel 2009), soltanto il 5% vive in una casa di sua proprietà e un altro 5% circa (quasi tutti italiani) vive in alloggi Erp. Sale lievemente la quota di italiani che vive in casa di proprietà: dal 13,2 del 2009 al 13,4%.Cala leggermente la percentuale di stranieri con almeno un diploma o titolo equivalente: dal 47% si è passati al 46%. Oltre il 79% degli italiani ha un titolo di studio pari o inferiore alla licenza media, dato stabile rispetto al passato.I disoccupati sono il 73,7% del totale, altro dato stabile. Aumenta la quota di senza lavoro di nazionalità italiana: dal 63% al 66%. Il dato riferito agli stranieri è in lieve diminuzione: dal 76,9% al 76,5%. L’11% degli italiani è pensionato.Poco meno della metà degli stranieri ascoltati è europeo con la Romania ancora in testa come nazione di provenienza: oltre un quarto, in aumento, rispetto al 22,4% del 2009. Il 15% è di origine marocchina (13,9% nel 2009), l’8,2% albanese (7,3%), il7,6% peruviana (8,9%), il 5% circa somala (7,6%) e il 4% ucraina (stabile).Ben oltre la metà degli stranieri (56% circa) ha dichiarato di essere arrivato in Italia da almeno 5 anni. Il 7% da meno di un anno. Quasi un extracomunitario su tre non ha permesso di soggiorno (dato comunque in calo sensibile, erano il 44% nel 2007).Tra le questioni più affrontate durante i colloqui la povertà di risorse materiali (quasi il 37% rispetto al 31% di un anno prima), il lavoro (disoccupazione, sottoccupazione, sfruttamento, in totale il 36,5% dei casi, rispetto al 31,7% del 2009), la casa (7,3%) la salute (5,7%), la famiglia (5%) e, per gli stranieri, le questioni legate all’immigrazione (4,1% sul totale dei problemi manifestati dagli stranieri, dato in netto calo rispetto al 7,9% del 2009). Limitatamente agli italiani, al primo posto la mancanza di risorse materiali (44,4% rispetto al 40,2% del 2009), seguita dalla disoccupazione (27,9%, 25,1% nel 2009) e dai problemi legati alla casa (precarietà, sfratto, ecc.: 7%, dato in calo rispetto agli ultimi anni). Anche per un terzo degli stranieri la povertà economica il problema principale (28,4% nel 2009), segue il lavoro (39,8%contro il 33,9%).Oltre un quarto delle richieste è di beni e servizi materiali (22,8% nel 2009). Aumentano anche quelle di lavoro (22,5% contro il 19,3% nel 2009 e il 14% nel 2008), così come quelle di ascolto legato a progetti di intervento/accompagnamento e ad un adeguato orientamento ai servizi del territorio (28%, erano il 24% nel 2009 e il 17% nel 2008). Gli italiani chiedono soprattutto sussidi economici (quasi la metà, erano il 45,7% nel 2009), consulenza professionale (60,3%, erano il 56,3% nel 2009), beni e servizi materiali (34,9%, rispetto al 32,1% del 2009). Gli interventi di sanità/igiene personale (primo il servizio doccia) e quelli nell’ambito dell’istruzione provengono quasi esclusivamente da stranieri (rispettivamente, 85,2% e 94,3% nel 2010, 88,8% e 91,9% nel 2009). (cs-Federico Taverniti)