Italia

POVERTÀ: COMUNITÀ DI SANT’EGIDIO, LA GUIDA 2007 PER I SENZA FISSA DIMORA

È stata presentata oggi a Roma dalla Comunità di Sant’Egidio l’edizione 2007 della guida “Dove mangiare, dormire, lavarsi” per i senza fissa dimora e le persone in difficoltà. “Tredicimila copie saranno distribuite solo a Roma, nei centri di accoglienza e all’uscita dalle carceri”, ha detto Mario Marazziti, portavoce della Comunità, precisando che la guida viene pubblicata anche a Napoli, Firenze, Genova. “Siamo contenti – ha aggiunto – che sullo stesso modello viene pubblicata una guida per le persone in difficoltà anche a Parigi e per la prima volta a Vienna”. Da quest’anno la guida offre una nuova sezione dedicata agli hospice, per malati e anziani. “Dai dati da noi raccolti – prosegue – risulta che a Roma sono circa 7.000 i senza dimora, dei quali 2.000 dormono in strada ogni notte, 3.000 sono ospiti dei centri di accoglienza del Comune e delle associazioni di volontariato e 2.000 occupano ripari di fortuna come le rinate baracche”. “La Comunità di Sant’Egidio – ha ricordato Marazziti – raggiunge ogni sera 2.000 persone in più di 70 punti della città, coinvolgendo un migliaio di volontari nella preparazione e la distribuzione delle cene itineranti”. Dal 1989 sono andati a mangiare alla mensa di Via Dandolo 148.846 persone, tra cui, prima delle 25 nazionalità presenti, è la Romania (27%) seguita dall’Ucraina (9,9%) e dall’Italia (8,4%).

“La guida – ha proseguito Marazziti – rappresenta una sorta di radiografia del tessuto sociale di solidarietà dei centri di ispirazione prevalentemente cattolica, accanto a quelli delle istituzioni”. “Nella nostra mensa di Via Dandolo o – ha sottolineato il portavoce di Sant’Egidio –, dove approdano i più poveri (immigrati appena arrivati, mendicanti e nomadi) il 32% sono cattolici, e il 30% ortodossi”. Per Marazziti, non è realistica “la prospettata ‘invasione’ di romeni e bulgari: per il precedente della Polonia, dalla quale si prevedeva un’invasione a seguito dell’annessione nell’Unione europea, che non c’è stata, e per il fatto che l’ingresso di romeni e bulgari già era esente dal visto dal 2001. Un incremento di presenze c’e stato in quell’anno”. “I ricongiungimenti familiari – ha aggiunto – costituiscono un fattore di stabilità sociale, e l’inserimento scolastico è la base su cui costruire. Purtroppo però, dei fondi stanziati per l’immigrazione, la quasi totalità è impiegata dal Ministero degli Interni, quindi per rimpatri e gestione dei centri di prima accoglienza. Gli immigrati, però, pagano le tasse, anche perché vincolati nella loro permanenza in Italia ad avere un contratto di lavoro regolare, per un totale di 1,87 miliardi di euro, contro i 206 milioni di euro stanziati per l’immigrazione, con un disavanzo, quindi, di 1,6 miliardi”.Sir