Italia
Povertà: Banco Alimentare, “servono nuove sinergie tra istituzioni, non profit e aziende per far fronte alle crescenti richieste di aiuto”
Ogni giorno Banco Alimentare è impegnato a ridurre lo spreco alimentare e a sostenere in tutta Italia 7.600 strutture caritative che si occupano di favorire l’accesso al cibo a 1.750.000 persone in difficoltà, 85.000 in più solo nei primi 9 mesi del 2022. Dall’inizio dell’anno ad oggi Banco Alimentare registra però anche una diminuzione dell’8% del recupero di eccedenze dall’Industria e dalla Grande distribuzione e un calo del 30% delle donazioni economiche da aziende e privati, oltre a un aumento dei costi di gestione del 45% tra logistica, trasporti ed energia elettrica. “Riteniamo che sia necessario far crescere ulteriormente la collaborazione fra gli attori in campo – ha affermato Giovanni Bruno, Presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus – per rispondere in una logica di vera sussidiarietà da un lato all’aumento di richieste di aiuto da parte di singoli e famiglie e dall’altro all’aumento del costo delle materie prime e dell’energia che ha già messo in difficoltà il settore produttivo. Non cerchiamo solo donazioni ma partnership nella ricerca del meglio possibile per il bene della nostra società”. L’aumento del livello di povertà nel nostro Paese è stato sottolineato anche dal Presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo: “La povertà assoluta è andata crescendo nei primi vent’anni di questo secolo e soprattutto è cresciuta molto a partire dal secondo decennio. Siamo passati dal 3,3% delle famiglie e il 3,6% degli individui sotto la soglia della povertà assoluta nel 2005 alla situazione attuale, in cui questi valori sono saliti rispettivamente al 7,5% e al 9,4%. Di fatto oggi una persona su dieci si trova sotto la soglia di povertà”. Per Paolo Onelli, Direttore Generale per la Lotta alla povertà e per la Programmazione sociale del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali “la povertà estrema è crescente ed è multidimensionale, la strada da fare è ancora lunga ed è necessario che sul territorio si faccia un uso efficiente delle risorse finanziare che sono negli anni divenute ingenti. Il nuovo Programma Nazionale Inclusione e Lotta alla povertà dispone infatti di una dotazione complessiva di circa 4 miliardi di euro (di cui una parte per l’aiuto alimentare) a cui vanno aggiunte le risorse dedicate alla povertà estrema dal PNRR”. L’importanza di realizzare azioni di sistema sempre più efficaci nella lotta allo spreco alimentare è stata sottolineata anche da Federalimentare e Federdistribuzione. Secondo Ivano Vacondio, Presidente di Federalimentare “sono oltre 5 milioni e mezzo le tonnellate di eccedenze alimentari prodotte dalla filiera agroalimentare, di cui solo il 9% vengono recuperate. Ciò significa che poco più di 5 milioni di tonnellate di cibo viene destinato al rifiuto, equivalente al 15% circa dei consumi alimentari annui nel nostro Paese. Numeri drammatici a fronte di dati altrettanto preoccupanti: 5 milioni e mezzo di persone in Italia (secondo il Rapporto Caritas) vivono una condizione di povertà assoluta, pari al 7,5% della popolazione”. “Contro la povertà è cresciuta anche la solidarietà – ha ricordato il Presidente di Coldiretti Ettore Prandini- che si è estesa dalle organizzazioni di volontariato alle imprese e ai singoli cittadini a partire dall’esperienza della Spesa sospesa di Campagna Amica grazie alla quale sono stati raccolti oltre 6 milioni di chili di frutta, verdura, formaggi, salumi, pasta, conserve di pomodoro, farina, vino e olio 100% italiani, di alta qualità e a chilometri zero, donati ai più bisognosi”.