Toscana
Povertà, al via un piano regionale
Il governo regionale sta per varare il suo piano di azione per l’inclusione sociale e il contrasto alla povertà. Se ne occuperà la prossima seduta della Giunta su proposta dell’assessore Passaleva. È un piano da tre milioni e mezzo di euro che stanno per essere ripartiti fra i Comuni toscani con più di 30 mila abitanti. Una attenzione ancora maggiore è riservata ai Comuni con oltre 60 mila abitanti: li è maggiore il numero dei poveri, delle persone a rischio di emarginazione, dei vecchi e nuovi barboni. «Specie quando lo Stato, come oggi, non riesce a governare un’economia che non può essere lasciata alle sole ragioni del mercato commenta Passaleva sono molto elevati i rischi per una certa fascia di popolazione di cadere in situazioni di precarietà o addirittura di povertà. Come istituzioni pubbliche, ma anche come società civile, non possiamo far finta di nulla ma abbiamo il dovere di migliorare la qualità di politiche sociali che, almeno in Toscana, non vogliamo fondate su forme di avvilente elemosina».
Dagli ultimi dati disponibili («Indagine sulle condizioni di vita delle famiglie toscane», Irpet 2003) risulta che nel 2000 le famiglie «relativamente povere» in Toscana erano circa 234 mila (17%) mentre 602 mila erano le persone in condizione di povertà (15,8%). L’intensità della povertà (indicatore che misura di quanto il reddito delle famiglie povere è percentualmente al di sotto della soglia di indigenza) è pari al 15,6% contro il dato nazionale del 29,4%. Ciò significa che le famiglie toscane relativamente povere sono mediamente più vicine alla soglia di reddito che garantisce l’uscita dallo stato di povertà relativa. Diversamente dalla povertà relativa, che fa riferimento a un insieme di bisogni relativi ai comportamenti prevalenti, la «povertà assoluta» fa riferimento a un’idea di minimo vitale. Nel 2000 le famiglie toscane povere in assoluto erano il 3% pari a circa 4 mila famiglie e a 132 mila persone.
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