Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Porta a porta per aiutare il Mato Grosso

Ormai da diversi anni nel mese di novembre i ragazzi delle parrocchie di Sansepolcro, in collaborazione con l’operazione «Mato Grosso», passano di casa in casa riempiendo le cassette della posta con volantini dove chiedono viveri per le popolazioni dell’America Latina.Ma che cos’è l’operazione «Mato Grosso»? L’iniziativa prende il nome dalla zona dell’America Latina dove un gruppo di giovani volontari, guidati dal missionario salesiano padre Ugo De Censi, ha cominciato nel 1967 la sua attività missionaria per realizzare progetti nel campo educativo, religioso, sanitario, agricolo e sociale in generale. Iniziata in Brasile, la loro opera si è estesa anche ad altri paese come l’Ecuador, la Bolivia e il Perù con un totale di 85 missioni ad oggi. I progetti svolti nelle missioni vengono sostenuti dai lavori che i ragazzi svolgono in Italia (raccolte di carta, rottami e materiali di macero, lavori agricoli, di costruzione e pulizia) e grazie ai viveri che la gente generosamente dona. Le attività nelle terre di missione si concentrano sui servizi educativi (come oratori e scuole di formazione professionale), sociali (acque potabili, strade, campi coltivabili, allevamenti), sanitari (ospedali, ambulatori, scuole per infermieri) e di assistenza all’infanzia (orfanotrofi e case di accoglienza).Ed è proprio questo che anche noi ragazzi vogliamo chiedere alla cittadinanza. In queste settimane raccoglieremo olio, pasta, riso, scatolame vario e tutti cibi a lunga conservazione per poter riempire un container che arriverà alle comunità andine nel periodo di Natale. Questa esperienza rappresenta sicuramente un dono per chi riceverà gli alimenti raccolti ma soprattutto un motivo di crescita per tutti i giovani impegnati in quest’attività.Lavoreremo fianco a fianco con ragazzi dell’Omg di Città di Castello che oltre a fare volontariato in Italia hanno spesso lasciato le loro cose e la loro vita di tutti i giorni per vivere mesi o anni la cruda realtà di queste popolazioni. Non è facile uscire dai muri della parrocchia, suonare i campanelli e chiedere un aiuto. Non si incontra sempre la signora che tutte le domeniche va in chiesa o la famiglia disponibile al dialogo. Si trova anche indifferenza, sfiducia, porte in faccia. Ma allora perché dopo tutti questi anni continuiamo a metterci direttamente in gioco? Crediamo profondamente che un sorriso, un gesto e una parola dolce riescano con il tempo ad intenerire i cuori e a sensibilizzare tutti verso questa iniziativa a noi così cara. Consapevoli che il nostro lavoro è solo una goccia in un mare troppo più grande di noi, non c’è niente che ci fa sentire vivi e importanti come donare una piccola gioia alle famiglie del Mato Grosso.Alice e Benedetta