Vita Chiesa

POLONIA E GERMANIA: MESSAGGIO COMUNE DEGLI EPISCOPATI, MAI PIÙ GLI UNI CONTRO GLI ALTRI

“Ai tedeschi e ai polacchi non è lecito mai più indirizzare la propria forza spirituale e materiale gli uni contro gli altri. Il loro dovere è invece l’impegno per il bene comune di tutti i popoli dell’unificantesi Europa e il rafforzamento della sua identità cristiana”: lo ribadiscono con forza i vescovi polacchi e tedeschi, in una dichiarazione comune, resa nota oggi, in occasione del 40° Anniversario dello scambio di lettere tra i due episcopati nel 1965. L’evento è considerato molto importante, in quanto le parole dei vescovi di allora “Perdoniamo e chiediamo il perdono” ebbero un forte influsso sul corso della storia e sulla pacificazione tra i due Paesi dopo la seconda guerra mondiale. “Ricordiamo quell’atto coraggioso – scrivono oggi i vescovi polacchi e tedeschi – non solo per rapportarci ad esso con rispetto. Lo ricordiamo anche perché così come un tempo i nostri predecessori, anche noi oggi ci sentiamo responsabili per quel processo di intesa, di riconciliazione e d’amicizia tedesco-polacca”.

Le due Conferenze episcopali si dicono infatti “preoccupate” del fatto “che il ricordo dei momenti cupi della nostra storia comune genera non solo spirito di riconciliazione, ma conduce anche a squarciare le piaghe non ancora cicatrizzate e restaura uno spirito di regolamento dei torti subiti”. In particolare, precisano, “alcuni rappresentanti del mondo della politica e della vita pubblica sconsideratamente lacerano di continuo le piaghe ancor dolorose del passato delle nostre nazioni. Altri palesemente o addirittura spietatamente cercano di sfruttarle per fini personali e politici”. L’anniversario dello scambio delle lettere offre perciò “l’occasione di opporci con tutta forza a questo contegno così irresponsabile nei nostri rapporti reciproci”.

“Il dono della riconciliazione può diventare anche nostro solo allorché riconosciamo sinceramente tutta la verità, ci pentiamo delle colpe e otteniamo il perdono”, ricordano i vescovi polacchi e tedeschi nel messaggio comune. E come quarant’anni fa i vescovi “diedero testimonianza al fatto che i fondamenti cristiani non possono rimanere a lungo dominati dall’ingiustizia e dalla sopraffazione”, anche oggi Polonia e Germania, che partecipano insieme al processo di integrazione europea, devono dare “una testimonianza eloquente che l’ultima parola non appartiene alla guerra, all’odio e alla violenza”.

“Affermiamo con forza: ai tedeschi e ai polacchi non è lecito mai più indirizzare la propria forza spirituale e materiale gli uni contro gli altri – sottolineano -. Il loro dovere è invece l’impegno per il bene comune di tutti i popoli dell’unificantesi Europa e il rafforzamento della sua identità cristiana. Questo compito lo si riuscirà ad eseguire solo quando i tedeschi e i polacchi comprenderanno che nella loro storia comune c’è anche molto bene che li unisce”.

Un esempio eclatante è l’avere oggi un Papa tedesco dopo un Papa polacco. “Questi legami dovrebbero essere oggetto di una particolare sollecitudine della pastorale giovanile”, suggeriscono i vescovi, magari avviando “forme di collaborazione” tra giovani dei due Paesi. Tra le sfide comuni i vescovi ricordano “la difesa della vita, del matrimonio, della famiglia”, la bioetica. “Per il bene delle future generazioni – concludono – dobbiamo insieme formare in spirito cristiano il volto del nostro continente” e “portare il nostro contributo nel costruire la pace nel mondo”. Sir