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POLLICA, FUNERALI SINDACO UCCISO: MONS. FAVALE, «NON GIOCHIAMO AL RIBASSO»

L’attaccamento alla famiglia, l’amore per la moglie e i due figli, per il lavoro, il grande legame con la comunità di Pollica, la disponibilità nei confronti di tutti, la passione per trovare lavoro, soprattutto ai giovani. Sono alcuni dei tratti distintivi di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica “barbaramente” ucciso nei giorni scorsi in un agguato, ricordati da mons. Giuseppe Rocco Favale, vescovo di Vallo della Lucania, nei funerali in corso stamattina ad Acciaroli. Ma perché uccidere “brutalmente” un uomo che “ha dato tanto a questo territorio”, “massacrandolo di pallottole?”. “Forse – si è chiesto il presule – per un permesso negato, per un affare nobilmente rifiutato o per un qualcosa di losco che volevano realizzare in un territorio tanto amato e difeso dal nostro carissimo Angelo e da lui smascherato?”. “Povere bestie umane! Si fa tanto per rendere l’uomo sempre più nobile e invece, spesso, ci troviamo davanti a persone che giocano al ribasso!”, è stato l’amaro commento del vescovo. Di fronte a tanta brutalità “occorre avere il coraggio di reagire. E si reagisce lavorando e lottando per rendere questa nostra terra, questa nostra società più umana e più nobile”. Proprio come aveva fato Vassallo, che “con un intuito straordinario aveva compreso che il Cilento ha necessità di uomini coraggiosi, onesti, positivamente motivati”. “Uomini veramente appassionati di questo territorio – ha aggiunto mons. Favale – che, oltre della bellezza della natura, è ricco di sane tradizioni umane e familiari. I suoi abitanti hanno un cuore aperto e sono disponibili a sollecitazioni che potrebbero rendere sempre più affascinante e accogliente questa terra che può essere fonte di ricchezza a condizione, però, che siano loro per primi ad amarla e a rispettarla”. Per il vescovo, “il bandolo di questo efferato delitto” sta nella “mancanza d’amore per l’uomo e per gli abitanti di questo territorio e il disprezzo della natura”. La colpa sta nel voler mettere al primo posto “il denaro, il profitto, lo sfruttamento dell’ambiente e delle persone pensando e credendo che soltanto questo costituisce la fonte della felicità e della umana realizzazione”. E ciò è “la conseguenza concreta di quel materialismo che ci sta sempre di più prendendo e che ci avvolge nei suoi tentacoli tanto da stritolarci e soffocarci, facendoci perdere la bellezza della vita e offuscando quelle potenzialità interiori indispensabili per farci crescere e vivere in un clima di grande serenità e pace”. È “questo materialismo la causa di quella arroganza e infelicità, che si trasforma in violenza in alcuni poveri uomini”. “L’arroganza di alcuni sugli altri e sulla stessa natura – ha osservato il presule – sta abbrutendo la nostra convivenza e la rende invivibile e infelice. Questa sete spregiudicata di guadagno o questa arroganza di alcuni può essere anche fonte di benessere materiale per loro, ma devono ricordarsi che è un benessere pericoloso e asfissiante per loro stessi, ma soprattutto per la nostra convivenza umana”. Mons. Favale è “sgomento” che tutto questo stia accadendo nel Cilento dove “l’accoglienza, la bontà, l’onestà e soprattutto il rispetto per l’altro e per il turista sono la vera bandiera azzurra del territorio”. Anche in un momento tragico come questo il sindaco Vassallo sembra indicare una via e dire: “Tenete gli occhi ben aperti su tutto quello che vi gira intorno e soprattutto non fatevi prendere dalla voglia dei ‘grandi affari’, alienando beni che vi sembrano improduttivi ora, in vista di una notevole somma di danaro soprattutto se di dubbia provenienza. Non lasciatevi prendere dalla prospettiva degli affari ‘d’oro’. Il denaro non è tutto nella vita!”. Di qui il monito del vescovo: “Tenetevi stretti con coraggio, anche se con fatica, quanto i vostri antenati con sacrifici vi hanno lasciato e che voi con altrettanti sacrifici avete acquistato. Siate voi e restate voi i ‘veri padroni’ del Cilento!”. “Vi chiedo – ha incalzato mons. Favale – di sapervi proteggere e di saper proteggere i vostri figli e i vostri nipoti. Insegnate loro ad amare questo territorio e a essere i suoi veri protagonisti. Dovete essere voi i primi e veri custodi. Dovete essere voi le sue sentinelle!”. “Abbiate la forza, il coraggio di continuare a vivere alla grande la vostra vita – è stato l’invito del vescovo -. Accontentatevi del poco. Il molto desiderato o acquistato frettolosamente vi fa perdere la bellezza del vivere, rendendolo artefatto. Il facile guadagno o, peggio, l’illecito guadagno ci rende miopi e abbrutisce gli animi. Questi sicari sono la dimostrazione pratica dell’abbrutimento della dignità umana!”. Il presule ha invitato poi a guardare oltre la vita terrena perché “il nostro destino ultimo è il Paradiso”. “Senza questa prospettiva – ha sottolineato – la vita perde di stimoli e di valore ed è sufficiente la mano di un assassino” a toglierci “quella speranza cristiana che ci offre la forza di continuare a lottare perché questa nostra terra diventi sempre più bella. Abbiamo bisogno non di falsi modelli, ma di un solo grande modello: Cristo”. Mons. Favale ha concluso invitando a pregare per il sindaco ucciso e a imitare “il suo coraggio e la sua intensa attività”, in modo da innamorarsi “sempre di più di questo nostro Cilento e di questa nostra patria terrena. Nonostante tutto”.Sir