Toscana

Politiche familiari, le «promesse» dei candidati presidente

Sfida a sette per la presidenza della Regione. Domenica 31 maggio a cercare si scalzare Enrico Rossi dal titolo di governatore della Toscana ci saranno altri sei candidati. Ma con un centro destra così frammentato, l’unica incognita è se il governatore uscente, appoggiato dal Pd e da una lista che raccoglie varie anime politiche laiche e cattoliche, supererà o meno il 40% al primo turno o se sarà costretto al ballottaggio. In tal caso di fronte si potrebbe trovare o il candidato di Lega Nord e Fratelli d’Italia, Claudio Borghi o quello dei 5 Stelle, Giacomo Giannarelli. Se la giocheranno anche il candidato di Forza Italia e Lega Toscana-più Toscana, Stefano Mugnai e quello della sinistra radicale, Tommaso Fattori.

Giovanni Lamioni, candidato civico di «area popolare (Ncd-Udc), punta a superare lo sbarramento del 5%, impresa ardua – sulla carta – per il consigliere regionale uscente (ex-Lega) Gabriele Chiurli con Democrazia diretta.

La nuova legge elettorale, al suo debutto, avrebbe dovuto «polarizzare» il voto e premiare le aggregazioni. Per il momento ottiene l’effetto contrario: la frammentazione, per la prima volta, della sinistra, lo sbriciolamento del centrodestra. La nuova legge elettorale ha ridotto i consiglieri da 55 a 40 e attribuisce alla coalizione vincente 24 seggi garantendone comunque alle opposizioni almeno 14. Altra novità significativa è il ritorno delle preferenze con i nomi dei candidati già scritti sulla scheda (lista composta in ugual numero di uomini e donne con ordine alternato di genere). Si può votare un solo candidato, oppure due ma in tal caso di sesso diverso. Due sole liste (Lega Nord e Lega Toscana-più Toscana) hanno utilizzato il listino regionale che ha la precedenza sulle 13 circoscrizioni nell’attribuzione dei seggi. COME SI VOTA

A tutti e sette i candidati presidente abbiamo sottoposto il «Manifesto politico, valoriale e operativo» stilato dal Forum Toscano delle Associazioni per i diritti della famiglia (testo integrale). Le risposte le pubblichiamo integralmente qui sotto.

Sul fronte della famiglia la Toscana non parte da zero. Ha una legge, approvata all’unanimità, la 45/2013 che è appunto dedicata alla famiglia. Purtroppo finora non è stata valorizzata in pieno e il Forum la rilancia con forza, chiedendo anche che venga istituito un Dipartimento regionale per la famiglia e che le politiche sanitarie e quelle sociali convergano sotto un’unica regia politica. Il volontariato familiare chiede di essere ascoltato e valorizzato, superando quegli ostracismi che alcuni consiglieri del Pd e della sinistra radicale hanno manifestato nello scorso anno. Le promesse, come si vede da queste due pagine, sono tante. Tutto sta a mantenerle.

Fac-simile scheda elettorale: Arezzo, Firenze 1, Firenze 2, Firenze 3, Firenze 4, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa C., Pisa, Pistoia, Prato, Siena.

Enrico Rossi

La famiglia rappresenta in Italia una delle principali agenzie di protezione sociale. Per questo ritengo che essa vada sostenuta per investire sul futuro dei giovani, per consolidare i legami sociali e il tessuto intergenerazionale.

La famiglia è anche uno dei luoghi in cui il disagio economico e sociale si manifesta senza infingimenti. Per questo motivo la politica e le istituzioni, aprendo un canale immediato di dialogo con le famiglie, possono aspirare ad avere una percezione più vivida delle sofferenze della crisi, causate dalla perdita del lavoro, dall’assenza di occupazione per i più giovani, dalla solitudine degli anziani che più di altri avvertono l’abbandono e l’insicurezza.

L’alleanza con le famiglie è molto importante per la politica. Tanto più in una fase di decomposizione dei corpi intermedi e delle strutture tradizionali della rappresentanza.

È importante che nelle famiglie sia forte e cresca la consapevolezza dei valori collettivi (la scuola, la sanità, il welfare). La nostra sfida è quella di poter consolidare il nostro sistema pubblico dentro e accanto alle famiglie. Le radici della nostra democrazia sono intrecciate con le storie familiari.

La famiglia è il luogo della cura, della tutela della vita e della prima educazione. E va protetta dalla penetrazione pervasiva di pratiche consumistiche come ludopatia così come dalla rottura dei legami di reciprocità che il precariato e l’impoverimento generale stanno generando. Anche l’organizzazione del lavoro deve essere ripensata alla luce di questo pilastro della nostra organizzazione sociale, bisogna sostenere la maternità e renderla sempre più compatibile con il lavoro. Bisogna promuovere l’occupazione e l’istruzione femminile.

Nelle famiglie inoltre crescono, si coltivano le passioni civili: il volontariato laico e confessionale e il terzo settore. Nelle famiglie cresce quel sentimento umanitario necessario all’accoglienza dei migranti. Negli occhi dei nostri figli ritroviamo gli occhi di milioni di giovani che fuggono esuli dalla guerra e dalla povertà.

Per questo ritengo che il Manifesto del forum delle Famiglie toscane vada condiviso per i suoi principi ispiratori e in nome dell’articolo 31 della Costituzione.

Stefano Mugnai

Nel mio programma elettorale la famiglia riveste ruolo talmente centrale che ad essa ho scelto di dedicare un intero capitolo ma anche declinazioni trasversali per misure di sostegno e defiscalizzazione. Questo per dire che il manifesto sulle politiche familiari che mi avete sottoposto mi trova più che concorde. In effetti, debbo rilevare che l’impostazione ideologico culturale con cui si è storicamente portato avanti il governo della Toscana non ha creato condizioni favorevoli alla famiglia. A partire dalla natalità. I dati parlano chiaro: Toscana e Liguria sono in Italia le regioni dove si nasce di meno. In Toscana, oggi, la famiglia si trova spesso sola ed esposta a ogni turbolenza, da quelle macrocongiunturali di un’economia in flessione in giù, senza poter contare su politiche complessive né sostegni di sorta. Per questo uno dei punti centrali del mio programma elettorale è la creazione di un Assessorato per la famiglia che coordini trasversalmente tutte le azioni mirate ed armoniche che insieme concorrano a creare un contesto fertile e ‘amico’ per le famiglie toscane.

Nel condividere i vostri obiettivi, aggiungo che nel mio programma ho inserito la creazione di un Testo unico sulle politiche familiari che preveda interventi diretti ed immediati quali: il buono scuola; il quoziente familiare per imposte e tariffe di diretta spettanza della Regione; il bonus bebè e il bonus badante; la formula dei prestiti d’onore per sostenere le famiglie numerose o le famiglie in difficoltà per far fronte alle esigenze di studio di particolare eccellenza per i propri figli. Intendo poi dedicare particolare attenzione al sostegno delle famiglie che hanno un congiunto colpito da una malattia fortemente invalidante o dal cancro attraverso una reale applicazione ed implementazione delle reti oncologiche, in maniera che possano concretamente accompagnare il percorso dei pazienti oncologici dall’ospedale a casa anche prevedendo, per i malati terminali, formule di sostegno e di cura di prossimità in collaborazione con i medici di famiglia. Infine, voglio concordare con gli istituti di credito provvidenze garantite dalla Regione per i titolari di imprese familiari e/o per liberi professionisti in caso di momentanea inabilità al lavoro attraverso il meccanismo delle «cosiddette doti di fiducia».

Giovanni Lamioni

1) La Famiglia naturale e costituzionalmente riconosciuta è per me il centro nodale della Comunità e, soprattutto della tutela e cura della vita. Per questo penso che, sia in termini di servizi, sia di risorse, ne vada sostenuta la forza e la libertà. Ancor di più penso che lo stesso sistema di Welfare debba essere rimodulato con un maggior sostegno ai nuclei famigliari e le loro forme d’incontro e federazione, in chiave di piena sussidiarietà. Compresa la piena libertà nella scelta educativa, riconosciuta dalla stessa Costituzione.

2) Quella del gioco d’azzardo patologico si sta dimostrando una vera emergenza sociale e culturale. E come tale va affrontata. Troppe famiglie vengono travolte e non solo nell’ambito materiale. Penso vada varata nazionalmente una legge ad hoc molto più stringente, come debba essere dato sostegno ai nostri Sindaci nel loro agire sul territorio. E, prima di tutto, vanno aumentate le tassazioni sui concessionari, oggi sinceramente molto basse, incentivate le dismissioni delle slot da parte degli esercizi commerciali e posta una regolamentazione sull’apertura dei luoghi dedicati, congiuntamente alle politiche di limitazione del gioco (identificazione con codice fiscale, carte di credito con limite, etc) e lotta alla criminalità organizzata, presentente nei coni d’ombra del fenomeno.

3) Come propongo un «Fattore Imprese» per sostenere l’azione e l’occupazione delle Imprese sane in difficoltà, come non potrei sostenere un riequilibrio fiscale attraverso una più attenta lettura delle condizioni, contingenti e strutturali dei nuclei famigliari. Non può bastare il semplice parametro dei redditi ma anche quello della dimensione del «Welfare famigliare» e del sostegno, così come leve flessibili di rilettura e agevolazione in base a oggettivi mutamenti della condizioni dei nuclei famigliari. Le Famiglie italiane sono il primo vero «ammortizzatore sociale» (si pensi alla disoccupazione giovanile) e come tali vanno sostenute.

4) La Regione a cui penso è regolata attraverso un vero «Bilancio Sociale», non di facciata ma di sostanza, che superi la logica meramente finanziaria dei «centri di spesa» e riorganizzi risorse, servizi e strutture in termini di «Portatori d’interessi». Chi più della Famiglia è tale? Quindi, all’interno di una rimodulazione concertata anche con i nostri Sindaci una politica di maggior attenzione e adesione ai bisogni e alle aspettative delle Famiglie è senz’altro prioritario.

5) Come detto in precedenza, è al centro del mio pensiero e del mio programma! La lotta al centralismo e al dirigismo non la intendo solo nella gestione dei nostri territori, ma soprattutto delle nostre Comunità.

6) La Solidarietà è una mia stella polare. Ma vanno fatti, finalmente, i conti con la realtà. Un conto sono coloro che per motivi di sopravvivenza fuggono da guerre e persecuzioni e che, in un quadro nazionale ed europeo chiaro vanno sostenuti,. Un conto sono coloro che per motivi economici, anche clandestinamente arrivano nelle nostre Città. La nostra capacità non è infinita, anzi è forse già finita, e vanno fatte delle scelte di priorità. Con i Sindaci e le Istituzioni vanno riponderate quote e capacità di assorbimento, oltre le quali non si può andare. E proprio perché convinto della possibilità di percorsi di integrazione e coesione, la clandestinità deve essere contrastata senza se e senza ma. E deve essere ristabilito il principio della responsabilità personale: se è sbagliato condannare e criminalizzare «per categorie», lo è altrettanto «assolvere per categorie». Alla legalità repubblicana non c’è deroga.

7) Può essere uno strumento interessante, soprattutto in una fase iniziale di una riorganizzazione partecipata e concordata della macchina amministrativa. L’unico rischio è che si dimostri l’ennesima «sovrastruttura burocratica». Preferisco, attraverso la «cabina di regia» Giunta/Sindaci e la riorganizzazione delle deleghe in 5 grandi Aree delle Qualità (sociale, economica, ambientale, amministrativa e democratica, culturale dell’identità), fare della Famiglia un vero significante e filo conduttore, come centrale «Portatore d’interessi» nella nostra Regione.

Giacomo Giannarelli

Valuto il Manifesto del Forum Toscano delle Associazioni per i diritti della famiglia in funzione di quanto concretamente possa essere raccolto di questo dalla Regione Toscana. Condividiamo del testo alcuni elementi cardine come la tutela delle fasce deboli della popolazione e delle famiglie – siamo Movimento del «nessuno deve rimanere indietro» – che fattivamente si traduce a livello sanitario nel superamento del modello per intensità di cura che sta caricando oneri e costi della degenza post-operatoria sulle spalle delle famiglie anziché sul sistema sanitario, costringendo spesso chi se lo può permettere a rivolgersi al privato e chi non se lo può permettere a rinunciare a quella sanità universale e garantita assicurata dalla Costituzione Italiana.

Condividiamo del Manifesto l’attenzione al tema della dipendenza per il quale consideriamo l’urgenza di un approccio globale per multiproblematicità e multidimensionalità del disagio, basato sull’unicità della persona. Per questo vogliamo fermare il paradosso di uno Stato che incentiva comportamenti che danno dipendenza (gioco d’azzardo, alcool, fumo) e poi li cura attraverso il sistema sanitario pubblico. Ci fa piacere leggere inoltre il richiamo al terzo settore che vogliamo libero di realizzare i propri sogni senza vincoli o condizionamenti, in grado di programmare la propria azione senza dover piegare il capo davanti alla politica. Infine la tutela dell’infanzia, dell’adolescenza e delle responsabilità familiari: quando si parla di famiglie e minori ogni tipo di risorsa spesa è investita nel nostro futuro. Intendiamo puntare con forza ad azioni preventive, di cura e riabilitazione dei disagi familiari. Vogliamo promuovere buone prassi, forme innovative di solidarietà ed intervento sulle famiglie in difficoltà.  Un’ultima parola sull’inclusione sociale: una Regione che non promuove l’inclusione sociale è un territorio che si prepara alle barricate. Una società solidale non vive nel timore di perdere qualcosa ma, al contrario, riconosce il vantaggio che comporta integrare persone e idee. Il Movimento lavorerà quindi concretamente per una società coesa e solidale riconoscendo eguaglianza di diritti a tutte le alterità, anche in termini di identità, genere ed orientamento sessuale (LGBTQI). Invitiamo tutti i lettori di Toscana Oggi a leggere il nostro programma, pubblico e on-line, su http://www.movimento5stelletoscana.it/programma-regionale/salute-e-sanita/  e soprattutto a parteciparvi, perché il Movimento 5 Stelle elabora i suoi punti di pianificazione in modo partecipato e ogni istanza che regge il confronto orizzontale tra visioni anche differenti è per noi un pilastro da difendere nelle sedi istituzionali

Gabriele Chiurli

Gabriele Chiurli candidato a governatore della Toscana di Democrazia Diretta risponde ai 7 punti di seguito, precisando, però, che finché «continueremo a sottostare ai vincoli Ue, nessuna risposta potrà essere realmente data. Se non si cambiano le normative europee e i vincoli che queste ci impongono, anche tutto quello che il Forum Toscano delle associazioni per i diritti della famiglia propone, è praticamente improponibile».

Punto 1) D’accordo sull’impegno di sostegno alla famiglia.

Punto 2) D’accordo.

Punto 3) Democrazia Diretta è per il rispetto della Costituzione e su questo punto si rifà all’art. 53 della nostra Costituzione: “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”, quindi, sottolinea Chiurli, in base alle proprie possibilità.

Punto 4) D’accordo.

Punto 5) Sì all’alleanza con l’Associazionismo se non si trasforma in una totale assenza dello Stato.

Punto 6) Pianificazione di un numero sostenibile di migranti nel nostro territorio, oltre quello totale rifiuto di accoglienza.

Punto 7) D’accordo.

Claudio Borghi Aquilini

Vi ringrazio intanto per le domande che mi avete posto, a cui cercherò di dare risposte più esaustive possibili, con la necessaria premessa che una buona legislazione regionale su questi temi è necessariamente collegata a una parallela presa di coscienza da parte del governo nazionale, a cui come Lega puntiamo ad arrivare al più presto.

Il parere riguardo ai Vostri quesiti è positivo, e l’impegno su molti di questi argomenti è già scritto nero su bianco sul nostro programma elettorale, che entro pochi giorni renderemo pubblico.

L’unica famiglia che noi riteniamo possibile ritenere tale è quella formata da un uomo e una donna che generano e/o crescono figli, naturali o adottivi. Nessuno di noi vuole discriminare chiunque voglia costituire una coppia, qualunque sia sesso e orientamento sessuale dei componenti, ma i figli possono essere generati e/o cresciuti solo nel contesto della famiglia tradizionale.

È evidente che oggi la famiglia sia in seria difficoltà, dovuta principalmente alla situazione economica, che produce crisi sociale: in Toscana favoriremo le giovani coppie che vogliono costruire una nuova famiglia, facilitando loro il compito prima e dopo, con alloggi popolari assegnati con criterio di cittadinanza italiana e residenza in Toscana, asili nido gratuiti, incentivi per figlio nato. Ma soprattutto, puntiamo a che i nostri giovani, e non solo loro, possano di nuovo contare su un posto di lavoro retribuito, che oggi a causa delle politiche euro-schiave messe in atto dagli ultimi tre governi figli della politica del «Nazareno», è diventato purtroppo un lusso. In questo senso, le nostre idee su Euro, UE ed economia nazionale e internazionale sono ben chiare e note. Ovviamente, anche la tassazione, per quel che concerne l’imposizione da parte della Regione, una volta che arrivassimo a governare la Toscana, sarebbe adeguata conseguentemente alle dimensioni e alle situazioni dei nuclei familiari.

Non ci impegniamo solo con le famiglie numerose, ma anche e in modo chiaro e rivoluzionario per madri sole, padri separati, vedovi e vedove con figli, per garantire il futuro e la dignità ad adulti e ragazzi.

Quanto al gioco d’azzardo, è una piaga che combatteremo con ogni mezzo a nostra disposizione, principalmente andando a controllare a tappeto gli esercizi che ospitano sale gioco e le sale dedicate alle scommesse. Inoltre, penseremo al sostegno e alla prevenzione per coloro che, per molteplici ragioni, rischiano purtroppo di avvicinarsi a quel mondo.

Per quanto riguarda orari di pubblici uffici e servizi, nonché dei trasporti: premesso il fatto che si dovrà tendere a ridistribuire le prestazioni a livello locale, contrariamente al deleterio accentramento portato da Rossi e dal PD in questa ultima legislatura e segnatamente con provvedimenti degli ultimi mesi, gli orari dovranno essere ampliati verso le ore notturne, e mi riferisco in particolare a sanità e trasporti; quanto agli uffici pubblici, il sabato dovrà essere tendenzialmente equiparato a giorno feriale, ma vanno intensificate le aperture effettive (e non solo da tabella) anche nei giorni feriali.

Venerdì 15 maggio ho incontrato personalmente rappresentanti di varie Associazioni di volontariato al Santuario della Madonna delle Grazie di Montenero (sede da me scelta per l’incontro), Patrona della Toscana, della cui Immagine sacra proprio quel giorno si festeggiava il 670esimo anniversario dell’apparizione e traslazione.

In quella sede, dove abbiamo avuto un dialogo molto produttivo e cordiale, mi sono impegnato anche a nome della Lega Nord perché il Volontariato, cattolico e laico, che in Toscana ha un ruolo storico fondamentale su molti settori, venga coinvolto dall’Ente Regione molto più di quanto non avvenga oggi nel produrre testi che possano diventare leggi regionali dedicate al terzo settore: con chi farlo se non con coloro che ne sono i protagonisti? Protagonisti che oggi purtroppo sono lasciati soli dalla Regione e dalla politica in generale. Noi abbiamo il concetto di un Volontariato che sia produttore di legislazione, e non solo recettore passivo della stessa.

Oggi la situazione è di gravissima crisi per il popolo italiano, pertanto non è più possibile accogliere un solo immigrato, e non dico profugo, perché sappiamo bene che chi arriva in Italia perché scappa da guerre rappresenta una sparuta minoranza di persone. Guerre in Africa ci sono sempre state, miseria e fame anche. Ovviamente andrà risolto il problema del Nord Africa, destabilizzato da una guerra portata dall’Occidente a dittatori che per quanto fossero nocivi, riuscivano a mantenere un certo equilibrio geo-politico nella regione.

L’integrazione in una fase storica normale, come quella antecedente alle cosiddette primavere arabe e alla nostra gravissima crisi economica (e quando dico nostra, parlo solo dell’Italia, perché gli altri Paesi OCSE crescono, e alcuni di parecchio), si fa in un solo modo: rispetto delle regole, con regole uguali per tutti; cittadinanza dopo 10 anni di rispetto delle regole, se non stai alle quali sei fuori se straniero, punito in patria se italiano, senza alcuna distinzione di razza o condizione sociale. Questo principio è garanzia di tutela per i Cittadini italiani, ma anche per quegli stranieri in Italia da anni che si sono sempre comportati bene e non accettano di vedersi equiparati agli ultimi arrivati, che purtroppo spesso proprio bene non si comportano. L’accoglienza non può essere infinita, ma in ogni caso, l’integrazione vera parte da ciascuno di coloro che mettono piede in Italia. Questo è a nostro modo di vedere il principio che deve seguire chi vuole fare gli interessi reali del nostro Paese.

L’Agenzia regionale per la famiglia, confesso, non è nel nostro programma, ma è un’idea che mi piace molto, e credo non avremo difficoltà a progettarla ed istituirla. Il nostro programma e quanto detto finora penso possano provare la mia reale volontà in tal senso.

Tommaso Fattori

Sostenere la famiglia per noi di Sì Toscana a Sinistra vuol dire creare una società più solidale e più giusta, dove non esistano servizi di serie A e di serie B, dove chiunque a prescindere dal reddito, dall’estrazione sociale, dall’orientamento sessuale e dalla provenienza geografica abbia la possibilità di vivere una vita dignitosa e godere degli stessi privilegi.

Sì Toscana a Sinistra nasce proprio per affermare il primato dei legami sociali contro la solitudine e l’indifferenza, il primato della solidarietà contro le disuguaglianze; affinché lavoro, salute, diritti, sapere, ambiente siano beni comuni di base su cui costruire una comunità inclusiva. In questo sosteniamo le famiglie, nel perseguire un modello di società solidale e accogliente dove i servizi siano davvero per tutti e non per pochi.

Di fronte ad una politica subalterna alla grande finanza, occorre ribaltare le priorità, tornando ad una politica capace di redistribuire la ricchezza e di svolgere una funzione di riequilibrio tra forti e deboli, tra interesse individuale e generale.

Essere accanto alla famiglie, a tutti i tipi di famiglia, significa per noi avere una sanità pubblica e di qualità che sappia farsi carico, ad esempio, delle visite specialistiche e delle esigenze dei più deboli; un’edilizia popolare che aiuti a risolvere il problema abitativo; città a misura di bambino dove si possa andare a scuola a piedi; un reddito minimo che sostenga le famiglie (su cui è stato scaricato tutto il peso della crisi) sia attraverso erogazioni dirette sia attraverso servizi; mettere davanti il benessere dei cittadini alle esigenze di profitto, rifiutando gli introiti pubblici derivanti dalla piaga del gioco d’azzardo e a quelli derivanti dalla finanziarizzazione dei servizi come l’acqua, il trasporto, la sanità, i rifiuti.

Il futuro non è scritto, la Toscana può ancora essere una terra di uguaglianza e felicità. Dipende da noi, dal nostro coraggio di dire «Sì» e iniziare, da oggi, una nuova storia.