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PLOTTI: Un ministero esclusivamente cristocentrico

di Alessandro Plotti*arcivescovo di Pisa e presidente della Conferenzaepiscopale toscanaIl Papa Giovanni Paolo II è morto e noi siamo invasi da un grande dolore e da una incontenibile commozione.Per me questo dolore è ancora più forte perché fu lui a volermi come ausiliare della sua diocesi di Roma e fu lui a conferirmi l’ordinazione episcopale nella Basilica di San Pietro il 6 gennaio 1981.

Ricordo, con tanto rimpianto, i molteplici incontri con lui, nella sua casa in Vaticano, a tavola, nelle parrocchie della città che visitiva regolarmente come un buon vescovo, nelle assemblee del clero romano.

Tutte le volte che mi incontrava, anche in questi anni pisani, mi dimostrava affetto e particolare attenzione.Ora non è più tra noi, e comincia la ridda di commemorazioni, di giudizi più o meno azzeccati, di impressioni, di ricordi sul suo ministero pastorale e sul suo lungo e straordinario pontificato.

Si metteranno in evidenza la passione per l’uomo e la sua inalienabile dignità, la coraggiosa lotta per la pace e la giustizia sociale, la sete di dialogo con la cultura, la scienza, le religioni, il tenero e paterno amore per i giovani, la totale donazione della sua vita alla Chiesa resa concreta e incarnata nei lunghi e numerosi viaggi per il mondo.

Ma, io credo, che tutte le sfaccettature della sua personalità e della sua missione profetica e carismatica non possono essere capite e interpretate se non si coglie la motivazione unificante e totalizzante del suo pontificato: si è lascito conquistare da Gesù Cristo e, solo per questo, ha conquistato tanto prestigio e amore. Ha conquistato gli uomini, e non solo i credenti.

Tutto il suo ministero è stato esclusivamente cristocentrico. Se si perde di vista questa adesione incondizionata al Mistero dell’incarnazione e della redenzione, non si può capire questo Papa.

Conservatore, tradizionlista, progressista, contraddittorio nelle sue scelte: sono categorie che distolgono dalla comprensione vera del successo di Giovanni Paolo II.Nell’ultima Lettera ai sacerdoti per il Giovedì santo, che ogni anno ci indirizzava, dice: «Il sacerdote è uno, che, nonostante il passare degli anni, continua a irradiare giovinezza, quasi contagiando di essa le persone che incontra sul suo cammino. Il suo segreto sta nella passione che egli vive per Cristo. San Paolo diceva: “Per me il vivere è Cristo”».

Questo è il vero segreto di tutta l’azione pastorale di questo Papa. D’altra parte ha iniziato il suo servizio pontificale invitandoci ad aprire le porte a Cristo. E questa immedesimazione a Cristo l’abbiamo vista soprattutto in questi ultimi anni, in cui la fragilità fisica si faceva sempre più evidente e diventava sempre più icona della passione di Gesù Cristo.

E come Gesù non ha avuto paura di mostrare la sua nudità sulla croce, perché era manifestazione drammatica dell’obbedienza al Padre, così Giovanni Paolo II non ha voluto nascondere la sua «nudità», perché era anche, per lui, la manifestazione della sua sempre più sofferta adesione al Cristo Signore.

Le sue battaglie, le sue prese di posizione, tutto il suo magistero, il suo carisma mediatica, la sua vita insomma, vanno interpretati solo in questa chiave: portare Cristo al mondo di oggi, permeare di Vangelo il cuore dell’uomo di oggi.

Per questa testimonianza autenticamente evangelica oggi lo piangiamo.