Vita Chiesa

PISTOIA, ESEQUIE MONS. SCATIZZI, «TESTIMONE DI UNA FEDE INCARNATA E STORICAMENTE SIGNIFICATIVA»

“Vogliamo ringraziare mons. Scatizzi per la testimonianza che ci lascia di una fede incarnata e storicamente significativa, così che si giustifica anche il riconoscimento che in questo momento di saluto estremo gli viene non solo dalla comunità credente, ma dalla città tutta”. Così mons. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze e presidente della Conferenza Episcopale Toscana, nella sua omelia per le esequie di mons. Simone Scatizzi, vescovo ordinario della città toscana per 25 anni e da 4 vescovo emerito. La Santa Messa, celebrata questo pomeriggio in cattedrale (nella cui cripta il “vescovo Simone” è stato poi deposto) è stata presieduta proprio da Betori in ossequio, come lui stesso ha premesso, “all’antica consuetudine e alle vigenti direttive ecclesiali” che assegnano all’arcivescovo “metropolita” il compito di presiedere le esequie dei vescovi “suffraganei”. Insieme a mons. Betori (dal 2001 al 2008 segretario generale Cei) il rito è stato concelebrato da numerosi altri vescovi toscani, compreso l’arcivescovo emerito di Firenze, mons. Silvano Piovanelli. Presenti i vescovi di Fiesole (l’emerito Luciano Giovannetti e l’ordinario Mario Meini), diocesi dove per quattro anni fu vescovo Scatizzi. E presenti anche altri vescovi toscani: Rodolfo Cetoloni di Pienza, Italo Castellani di Lucca, Giovanni De Vivo di Pescia, Giovanni Paolo Benotto di Pisa, Fausto Tardelli di San Miniato, Antonio Buoncristiani di Siena, Alberto Silvani di Volterra. Dodici, in tutto, con mons. Mansueto Bianchi, i vescovi celebrati le esequie del confratello Scatizzi. Il vescovo di Prato Gastone Simoni (Scatizzi era nato a Coiano di Prato, era stato ordinato sacerdote a Prato e di quella diocesi era stato anche vicario generale) non è potuto intervenire perché in pellegrinaggio in Terrasanta.Del “vescovo Simone e della sua azione pastorale”, mons. Betori ha voluto toccare una “importante testimonianza” evidenziando la forte vicinanza “alla situazioni di povertà fino a toccare i terreni difficili di quella povertà di amore che si sperimenta nelle vicende delle famiglie frantumate, oltre che nella condizione della malattia e della disabilità” (a questo proposito Betori ha sottolineato il ruolo di Scatizzi a servizio dell’OAMI, in tutta Italia, “a favore di quegli storpi, zoppi e ciechi di cui parlava il Vangelo”.In apertura della Messa, l’attuale vescovo ordinario di Pistoia, Mansueto Bianchi, nel saluto introduttivo, ha ricordato tre caratteristiche di Scatizzi: “pastore forte nel carattere e nella determinazione, uomo libero, vescovo evangelicamente povero”. Si è quindi soffermato su “tre luci che brillano” nella lunga opera pastorale del vescovo scomparso: l’attenzione ai poveri (“ha voluto e costruito una Chiesa che fosse ascolto e risposta alle molte forme di povertà, di sgomento, di ferite”), la passione per le famiglie (”un settore ricco di opere e di proposte offerte soprattutto alle famiglie in difficoltà”); il dolore (“l’ultima nota, l’ultimo canto: il dolore che sostanzia l’amore”). Bianchi ha infine sottolineato l’ultima testimonianza di Scatizzi davanti alla malattia e alla morte (“Quella di una serenità e di una fortezza che ci ha animato di stupore e di speranza”) (Mauro Banchini)