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PISA, GIULIANO FERRARA: ECCO PERCHE’ DIFENDO LA LEGGE 40; CONCLUSA CAMPAGNA PRO-ASTENSIONE

L’attuale legge sulla fecondazione assistita è da difendere. È l’opinione di Giuliano Ferrara, giornalista, direttore del Foglio che ha concluso giovedì pomeriggio al cinema Odeon, a Pisa, la campagna referendaria pro-astensione. Con lui, di fronte ad un pubblico numeroso, il direttore del settimanale Tempi, il ciellino Luigi Amicone, ed il neonatologo senese Carlo Bellieni.

Applausi per il leader della Margherita Francesco Rutelli più volte citato («è stato uno dei pochi parlamentari a studiare a fondo la questione per farsene un’idea» ha commentato Amicone), frecciate ai medici e ricercatori impegnati nel fronte del sì («che c’azzecca un oncologo con la vita nascente»?), ma soprattutto ovazioni per l’«ateo» Giuliano Ferrara, che si è incontrato con le posizioni dei cattolici su questo tema e che nel suo giornale sta dedicando da tempo largo spazio ad approfondire le questioni sollevate dai referendum.

Perché? «Io ho cominciato molto presto a riflettere sulle questioni di bioetica e in particolare sulla procreazione medicalmente assistita – dice Ferrara a Toscana Oggi – prima che la legge fosse approvata. E più in generale a riflettere su un rapporto non malato e non viziato dai vecchi riflessi automatici dell’anticlericalismo, tra l’intellighentia laica e quella cattolica. Ci siamo incontrati su una stessa idea di fondo: e cioè che è necessario autorizzare la legge 40 – che è legge di compromesso – e al tempo stesso regolamentare le procedure di fecondazione medicalmente assistita, come dice l’articolo 1 comma 1 della legge: nel rispetto di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito. È evidente a tutti che una ricerca inconsapevole dei propri limiti e guidata esclusivamente dal pensiero tecnico, ha già concretamente prodotto vasti parcheggi o cimiteri o camere della morte in cui sono consegnati milioni di embrioni nel mondo».

Il discorso scivola sull’inizio della vita: «la logica – ha detto Ferrara – dice che quando il seme dell’uomo si combina con l’ovulo della donna, nasce una vita. Mentre la biologia molecolare, grazie alla scoperta della doppia elica cinquant’anni fa ci dice anche che quell’essere umano che si feconda è un individuo unico ed irripetibile, perché dotato di 46 cromosomi».

Dunque? «Dunque significa che qualcosa nel mondo si sta sbagliando, che le normative dei Paesi devono tutelare gli embrioni: ecco, in questo l’Italia è all’avanguardia, insieme alla Germania e ad altri paesi dove si stanno riconsiderando le vecchie leggi permissive».

Cosa si nasconde dietro il referendum? «Sappiamo tutti che dietro queste norme c’è il rischio eugenetico. Cioè la possibilità di arrivare a quello che alcuni grandi biologi e mediocri ginecologi faustiani in Italia considerano un dovere: quello di trasferire sulle famiglie il peso di fabbricare bambini à la carte. Si parte da una sacrosanta volontà di curare, in particolare la trasmissione di malattie ereditarie, e si arriva molto velocemente al maltrattamento, all’abuso, attraverso test genetici che sono insicuri e pericolosi di questi esseri umani individuali unici ed irripetibili».Andrea Bernardini

Referendum, lo speciale di Toscanaoggi