Toscana

PISA, CASSA INTEGRAZIONE: OLTRE 400MILA ORE NEL MESE DI FEBBRAIO; LA PREOCCUPAZIONE DELLA CISL

L’onda lunga della crisi economica continua a farsi sentire nelle aziende del territorio. Nel mese di febbraio, in provincia di Pisa, l’Inps ha autorizzato il pagamento di 405.012 ore di cassa integrazione. La cig ordinaria e straordinaria è in calo rispetto ai mesi di gennaio 2010 ( dove le ore per le quali l’Inps aveva concesso il pagamento erano state 471.040) e soprattutto di dicembre 2009 (608.426), ma i dati sono letti comunque con preoccupazione dai vertici della Cisl. «Basti pensare – commenta Gianfranco Bilanci, segretario generale del sindacato di via Corridoni – che a febbraio dell’anno scorso le ore di cassa integrazione accordate dall’ente previdenziale erano un quarto rispetto a quelle concesse oggi». In crisi sono soprattutto mobilifici e falegnamerie, concerie e calzaturifici, ma anche officine meccaniche ed imprese edili.In questo momento di crisi – suggerisce Gianfranco Bilanci, segretario generale della Cisl – sarebbe utilissimo riscoprire lo strumento dei contratti di solidarietà. Uno strumento introdotto nel nostro ordinamento già nel 1984 e che fino ad oggi è stato poco utilizzato. Contratti di solidarietà difensivi, in cui la riduzione di orario concordata con il lavoratore è finalizzata ad evitare la riduzione di personale, dunque il licenziamento; o espansivi, che, con la riduzione di orario, riescono a favorire nuove assunzioni a tempo indeterminato.Anche i dati (forniti dalla Regione Toscana) sulla «cassa in deroga», il nuovo ammortizzatore sociale concesso alle imprese con meno di quindici dipendenti, non sono per niente rassicuranti. Da maggio 2009 ad inizio marzo 2010 ne hanno usufruito, in provincia di Pisa, 2.379 dipendenti: soprattutto operai (1925) o apprendisti (240), ma anche impiegati (212). Più donne (1227) che uomini (1152). Dipendenti che, in molti casi, hanno già diversi anni di esperienza lavorativa in questo o quel settore (in 609 hanno tra i 45 ed i 54 anni e ben 289 hanno superato i 55).La Cisl, com’è noto, ha allestito una task-force per andare a trattare nelle aziende che fanno richiesta di cig in deroga. «Negli ultimi quattro mesi – dice Giovanni Biondi, coordinatore della task-force allestita dalla Cisl per andare a trattare nelle aziende – abbiamo avviato trattative in 432 situazioni di crisi: in 102 casi in falegnamerie e mobilifici, in 82 in concerie e pelletterie, in 73 in calzaturifici, in 72 in aziende metalmeccaniche, in 34 con aziende del tessile e dell’abbigliamento».Lo stato dell’economia passa anche attraverso le pratiche gestite dai patronati. Commenta Donatella Paolinelli, direttrice di Inas, il patronato della Cisl: «Le richieste di assegni di disoccupazione, ordinaria o con requisiti ridotti (per questi ultimi la scadenza è fissata per il 31 marzo) sono esplose negli ultimi mesi».