Non rispondere ad ogni battuta con un’altra battuta. Questo l’atteggiamento – dettato da oltre 30 anni di esperienza sul campo del dialogo con gli ebrei suggerito da padre Innocenzo Gargano, Priore del Monastero camaldolose di S.Gregorio al Celio, ad ebrei e cattolici in seguito alla promulgazione dei decreti della Congregazione delle cause dei santi, in cui il Papa riconosce le virtù eroiche di papa Pio XII. Secondo il monaco camaldolese, occorre in questo momento e da entrambi le parti, saper attendere con estrema delicatezza ed aggiunge: Dal punto di vista dei rapporti ci vuole un’enorme comprensione per chi ancora sente la ferita della Shoah e sente la ferita di una certa scelta ritenuta eccessivamente diplomatica compiuta da Pio XII. Nello stesso tempo, bisogna anche dire che sta crescendo all’interno del mondo ebraico una maggiore consapevolezza delle difficoltà oggettive in cui Papa Pio XII è venuto a trovarsi. Ha fatto in questo senso abbastanza impressione L’inverno più lungo, l’ultimo libro di Andrea Riccardi, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio. So di alcuni miei amici ebrei che lo hanno letto e lo hanno molto apprezzato. E’ un libro scritto sulle scelte che ha dovuto fare la Chiesa durante i mesi di presenza nazista a Roma, con il rastrellamento del ghetto. La cifra che propone Andrea Riccardi è abbastanza significativa.Su una presenza di 12 mila ebrei, 10 mila furono salvati dalla Chiesa e dalla popolazione, ma in gran parte dalla Chiesa. Gli ebrei, quindi prosegue Gargano -, pur restando profondamente segnati dalle ferite dell’olocausto, cominciano a considerare che in fondo c’è stato un impegno, sia pure ai livelli in cui Pio XII era in grado di prenderlo. C’è una maggiore attenzione. Padre Gargano si dice convinto che il dialogo tra cattolici ed ebrei sia destinato ad andare avanti. Lo dimostra aggiunge il successo e l’interesse che si è registrato all’ultimo colloquio che si è svolto a Camaldoli dal 3 al 7 dicembre e al quale ha partecipato un nutrito numero di ebrei italiani tra cui anche l’ambasciatore di Israele presso la Santa Sede per parlare quest’anno delle Esperienze e difficoltà del dialogo ebraico-cristiano oggi in Italia. Ed commenta: Io, in questi 30 anni, in cui ho portato avanti i colloqui ebraico-cristiani, ho fatto di tutto per non farmi condizionare dalle difficoltà che di tanto in tanto arrivano. E anche i miei interlocutori ebrei sono d’accordo a non lasciarsi condizionare. Proseguiamo su questa strada, continuiamo a tracciare il solco del dialogo. Poi riguardo al ricordo espresso questa mattina dal Papa sulla sua visita allo Yad Vashem, padre Gargano aggiunge: Il cammino in avanti c’è e si sta sviluppando e quindi non bisogna avere paura delle difficoltà.Sir