Toscana
Pillola abortiva, uso fuori dalle regole
DI ANDREA FAGIOLI
E’ dal novembre dello scorso anno che in quattro Aziende sanitarie della Toscana l’interruzione volontaria della gravidanza viene effettuata anche tramite la somministrazione della pillola abortiva Ru486. Eppure ancora oggi la Ru486 viene utilizzata nei diversi presidi ospedalieri secondo criteri e modalità difformi». Lo sostiene Marco Carraresi, capogruppo Udc nel Consiglio regionale della Toscana, che, insieme agli altri due componenti del gruppo, Giuseppe Del Carlo e Luca Paolo Titoni, ha presentato un’interrogazione al presidente della Giunta regionale.
Da qui l’interrogazione, «motivata spiega ancora Carraresi dalla preoccupazione che questo disinvolto operare delle singole Asl, senza che la Regione abbia approvato un apposito protocollo operativo, finisca per aumentare i rischi per la salute e la vita delle donne. Un’interrogazione che chiede di fare chiarezza, sia sul fatto che siano disattese le norme previste dalla 194, che sulla ragioni di un così differenziato ricorso, da parte dei vari presidi ospedalieri coinvolti, all’Ivg chirurgica successivamente alla somministrazione della Ru486».
Carraresi interviene anche sulle dichiarazioni dell’assessore regionale al diritto alla salute, Enrico Rossi, che aveva spiegato che l’introduzione della Ru486 non aveva incrementato gli aborti in Toscana, una delle tre regioni italiane, insieme a Piemonte ed Emilia Romagna, dove è stata avviato l’uso della pillola abortiva.
«Appare una forzatura, anzi un’excusatio non petita, quella dell’assessore regionale alla salute, tanto più replica Carraresi che dai dati dell’ultima relazione del Ministero della salute sulla legge 194 emerge che la Toscana è la regione italiana dove, nel corso del 2005, è stata registrata la minore diminuzione percentuale del numero di interruzioni volontarie della gravidanza rispetto all’anno precedente e del relativo tasso di abortività. A fronte di un calo del numero di aborti volontari pari, in Italia, al 6,2% (il 3,8% nell’Italia centrale), la Toscana registra un calo solo dell’0,1%, il peggior risultato a livello nazionale». È per questo che nella interrogazione i tre consiglieri dell’Udc sollecitano anche «l’assunzione di più forti iniziative finalizzate alla prevenzione dell’aborto e all’aiuto alla maternità. Perché non possono certo bastare i proclami e gli annunci periodici, mai seguiti da fatti e progetti concreti».