Pisa

PIETRO MAFFI, UN GIGANTE DELLA CHIESA ITALIANA

di Andrea Bernardini

Centocinquanta anni fa, esattamente il 12 ottobre del 1858, nasceva, a Corteolona, Pietro Maffi, arcivescovo della nostra diocesi dal 1903 al 1931. Novantant’anni fa, il 7 ottobre del 1918, moriva a Pisa l’economista e sociologo cattolico Giuseppe Toniolo, di cui è in corso la causa di beatificazione. Un cardinale ed un laico che lavorarono insieme a lungo: a loro si deve, ad esempio, la nascita dell’esperienza delle Settimane sociali dei cattolici italiani, la cui prima edizione si tenne nel 1907 a Pistoia.Monsignor Giovanni Paolo Benotto presiederà sabato 11 ottobre – alle ore 9. 30 in Duomo – una concelebrazione eucaristica per ricordare la figura di Maffi, cui sono invitati tutti i cittadini e in particolare, coloro che vivono o lavorano in quelle che furono le «opere sociali» di Maffi. Più tardi (ore 10.30), nell’auditorium «Toniolo» di piazza arcivescovado, il professor Maurizio Sangalli, docente di storia moderna all’università per stranieri di Siena, terrà una conferenza sul tema «Scienza pastorale e ministero: il Cardinale Pietro Maffi a Pisa tra Leone XIII e Pio XI». Alle ore 16 nel «Cenacolo dei cavalieri», a Pisa in via Consoli del Mare, sarà inaugurata l’esposizione «documenti e testimonianze sulla presenza del cardinale Pietro Maffi a Pisa nel 150° dalla nascita»: oggetti e decorazioni usati dal Maffi (tra cui anche il «collare dell’Annunziata» donatogli da Vittorio Emanuele III nel 1930), opere pastorali da lui scritte, e libri, giornali, ritratti a lui dedicati. La mostra resterà aperta fino al 25 ottobre dalle ore 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. Motore dell’iniziativa, l’Accademia dei Disuniti (di cui è console il commendator Ferdinando Ciampi), che tanto ha lavorato alla sua realizzazione. Partners: diocesi, Provincia, Comune, Opera della Primaziale e Banca di credito coooperativo di Cascina. I Disuniti hanno fatto coniare – per ricordare questo anniversario – una medaglia commemorativa.I  primi anni, come scritto, Pietro Maffi li trascorse a Corteolona (Pavia). Ordinato sacerdote il 16 aprile nel 1881, insegnò fisica, matematica e scienze naturali nel Seminario di Pavia, dove creò anche un Osservatorio astronomico. Nel 1900 fondò la «Rivista di fisica, matematica e scienze naturali» che diresse fino al 1913. Il 30 aprile del 1902 fu chiamato ad assumere l’incarico di amministratore apostolico di Ravenna. Consacrato vescovo titolare di Cesarea di Mauritania e ausiliare di Ravenna il 9 giugno 1902, il 19 maggio del 1903 fu nominato arcivescovo di Pisa, dove fece il suo ingresso il 10 gennaio dell’anno successivo. Nel 1904 papa Leone XIII lo chiamò ad assumere la presidenza effettiva del Congresso mariano nazionale.Papa Pio X lo elevò al rango di cardinale nel concistoro del 15 aprile 1907 e nello stesso anno fu nominato Presidente della Specola Vaticana.Ancora tutto da studiare il suo ruolo di tessitore – che coinvolse gli Stati Uniti – per la stipula del Concordato dell’11 febbraio 1929, di cui fu sempre tenuto aggiornato dal pontefice. Così come il cardinal Maffi era stato il tramite di quello tra Santa Sede e Romania, nel ’27. Conosciuto e stimato da regnanti e uomini politici, qualche volta questo non gli giovò – come i rapporti con Casa Savoia (era l’unico cardinale «Collare dell’Annunziata») – che probabilmente pesarono nei due conclavi dell’agosto 1914 e febbraio 1922, in cui era stato tra i papabili.Morì il 17 marzo del 1931 e fu sepolto al centro del presbiterio della Cattedrale Maffi arcivescovo a PisaA  Pisa, dove resterà fino al 1931, portò a termine quattro visite pastorali: la prima tra il 1904 ed il 1908, la seconda tra il 1909 ed il 1913, la terza tra il 1913 ed il 1920, la quarta, infine, tra il 1923 ed il 1927. Dal 29 settembre al 1 ottobre del 1920 indisse un sinodo, durante il quale il territorio diocesano venne ripartito in ventun vicariati foranei e quattro urbani. Nel 1928 tenne a Pisa il primo congresso eucaristico diocesano. Scrisse molte lettere pastorali, che, insieme con le omelie e i discorsi, vennero raccolte nel 1929 in tre volumi, editi dalla Sei di Torino. Il suo interesse per i mezzi di comunicazione sociale si concretizzò nel 1905 con la fondazione del settimanale diocesano «Il Giornale di Pisa», divenuto nel 1911 «Per il bene» e nel 1923 «Vita Nova», e nel 1913 il quotidiano cattolico «Il Messaggero toscano». Dopo che, nel 1874, sotto l’episcopato del Micallef, era stata soppressa la Facoltà di teologia dell’università, il 22 novembre 1909 egli la ricreò all’interno del Seminario, dove istituì anche la cattedra di sociologia, affidandola a Giuseppe Toniolo. Insieme con l’insigne sociologo, nel 1907 a Pistoia dette inizio alle Settimane Sociali dei cattolici italiani. A lui si devono molte iniziative assistenziali, tra cui nel 1923 la Piccola Casa della Divina Provvidenza , creata con i lasciti della famiglia Rosselmini Gualandi, e nel 1930 l’Opera Cardinale Maffi. Fece costruire e restaurare molti edifici religiosi: il Seminario e la villa di Calci, la casa per i ritiri a Porta a Piagge, affidata ai Padri oblati, le nuove chiese di Pisa e di San Pietro in Palazzi. Nella Cattedrale promosse la ricostruzione del sepolcro di Arrigo VII nel 1921 e del pergamo di Giovanni Pisano nel 1926 e affidò al Pogliaghi gli angeli di bronzo per l’altar maggiore. Maffi scienziatoCome scienziato furono particolarmente apprezzati i suoi studi meteorologici e sulle stelle cadenti. Ebbe rapporti con Giovanni Virginio Schiaparelli, Lazzaro Spallanzani, Guido Alfani e Francesco Maria Denza. La sua opera più famosa è il volume «Nei cieli: pagine di astronomia popolare», pubblicato nel 1896, che ebbe due nuove edizioni e numerose ristampe. Maffi letteratoCome letterato il cardinal Maffi ha lasciato due romanzi giovanili: «Fior che muore» e «Gli sparvieri».Il suo nome è legato a una grande istituzione culturale, la Biblioteca Maffi. Composta da più di 50.000 fra volumi e opuscoli (dei quali molti antichi e di pregio: 123 manoscritti, 23 incunaboli, 764 cinquecentine e rare edizioni dal Seicento all’Ottocento), ed oggi parzialmente aperta al pubblico, è stimata dalla Soprintendenza ai beni librari della Regione fra i più ricchi giacimenti privati della Toscana.Per i cento anni del suo ingresso a Pisa, un comitato promotore ne ricordò la figura, con un convegno che ne mise in evidenza il suo impegno per favorire il dialogo tra scienza e fede. Adesso l’iniziativa dei Disuniti e della diocesi di Pisa.