Toscana

PICCOLI COMUNI TOSCANI, POCHI SERVIZI. UNA RICERCA DELL’IRPET

Nessuno dei 63 comuni toscani con meno di 2000 abitanti ha sul proprio territorio un asilo nido pubblico. Nei comuni con meno di 5000 abitanti – sono 141 su 287 totali, praticamente mezza regione – i nidi sono 9. E’ solo uno dei dati, forse il più impressionante, che emerge dalla prima ricerca fatta in Toscana sulla qualità della vita e i servizi pubblici locali nei comuni minori. I risultati dell’indagine, affidata dalla commissione Territorio e ambiente del Consiglio regionale all’Irpet, sono stati presentati in anteprima a Cetona (SI).

“In queste zone spesso i servizi pubblici mancano e, se ci sono, costano di più, perché si tratta di rispondere ai bisogni di poche persone distribuite su territori più vasti, magari difficili da raggiungere. Così anche gli esercizi pubblici, come uffici postali e distributori di benzina, chiudono – ha commentato il presidente della commissione, Sirio Bussolotti (Ds) – In Consiglio regionale sono già in discussione due proposte di legge per far fronte alla situazione. Le informazioni che ora ci fornisce l’Irpet sono fondamentali per capire come adattare le politiche alle esigenze reali”.

Le caratteristiche sfavorevoli del territorio, la scarsa densità delle popolazione ed il basso indice di sviluppo economico sono i principali indicatori di disagio individuati nello studio. Tre caratteristiche che si presentano congiunte nel 70% dei comuni con meno di 1000 abitanti, concentrati soprattutto in Lunigiana e Garfagnana, ma anche in Alto Mugello, Casentino, Valtiberina, Amiata e nei territori collinari nel Sud della regione.

Dall’indagine escono anche dati a prima vista controintuitivi; ad esempio, nei comuni minori, in percentuale, vivono molti più extracomunitari che nei comuni medio-grandi. “In effetti anche nei piccoli comuni si ampia il ventaglio dei servizi richiedibili – ha notato il vicepresidente della commissione, Franco Banchi (Udc) – non dobbiamo pensare infatti che la qualità della vita si misuri solo sui servizi essenziali: altri aspetti entrano in gioco, come ad esempio la cultura; più che della qualità del vivere dovremmo iniziare a parlare della prospettiva del vivere, ed è questo che spesso manca nei piccoli comuni, ecco perché i giovani se ne vanno”.La presentazione dei dati è stata curata da Renata Caselli, la ricercatrice che ha condotto lo studio. Presenti in sala anche Francesca Vogesi, sindaco di Sambuca pistoiese e responsabile Anci regionale per i piccoli comuni, che ha sottolineato lo stato di difficoltà economica in cui sempre più spesso si trovano gli enti, e diversi amministratori locali, a partire dal padrone di casa, il sindaco di Cetona. Da tutti, un apprezzamento per il lavoro svolto e un’esortazione a passare dalla teoria alla pratica.

I risultati della ricerca saranno presentati con una conferenza stampa a Firenze nei prossimi giorni, mentre ulteriori appuntamenti saranno organizzati in altri piccoli comuni toscani. (cs-ab)