Toscana
Piccoli comuni: Anci, stop Patto stabilità. Ddl fusioni «inadeguato»
Lo ha detto – riferisce una nota – il presidente di Anci Toscana e sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi, intervenendo in apertura della XIII conferenza nazionale Anci dei piccoli comuni, durante l’assemblea generale dell’Associazione nazionale comuni italiani in corso a Firenze. «I piccoli comuni sono quelli maggiormente sofferenti, sono stati inseriti nel Patto di stabilità in maniera sbagliata sia dal punto di vista finanziario, sia politico istituzionale», ha affermato Cosimi in riferimento alla situazione di estrema difficoltà che attraversano i piccoli comuni italiani.
«Finanziariamente – ha aggiunto il sindaco di Livorno – in questo modo si paralizzano amministrazioni che già hanno grandissime difficoltà , mentre dal punto di vista politico – istituzionale, se vogliamo spingere i piccoli comuni ad avere una aggregazione per funzioni dobbiamo dare loro elementi incentivanti per poter spendere in maniera positiva sui propri territori». «La cosa che chiederemo con forza con questa Assemblea – ha proseguito Cosimi – è l’immediata cancellazione del Patto di stabilità interno per i piccoli comuni, non è possibile immaginare di sottoporre alle stesse regole i piccoli Comuni e le grandi città».
In questo quadro, secondo Cosimi «bisogna costruire una situazione di assoluta novità, aiutare il percorso verso le unioni di comuni, aiutare chi vuole la fusione, aiutare a costruire le possibilità di dare servizi ai propri cittadini. I piccoli comuni non chiedono niente di più e chiedono il rispetto istituzionale. Le fusioni non possono realizzarsi come sistema di riduzione della rappresentanza, ma vanno decise dagli stessi territori, secondo le proprie esigenze. Nessuno può obbligare i comuni a fondersi».
Proprio in merito a unioni e fusioni di comuni Anci Toscana e regione Toscana (presente alla conferenza l’assessore regionale Vittorio Bugli) hanno condiviso un documento toscano in cui si chiede, in sintesi, al governo, di fornire gli strumenti e quelle flessibilità necessarie a livello locale per chi decide di unirsi o fondersi. In particolare, secondo un comunicato congiunto di Anci Toscana e regione Toscana il ddl Delrio (rispetto al quale Anci Toscana e giunta regionale toscana stanno lavorando per predisporre un pacchetto di emendamenti) detta norme «inadeguate ad affrontare importanti problemi organizzativi e finanziari sia nella fase di avvio sia in quella di consolidamento che, di fatto, impediscono il buon funzionamento delle unioni e per quel che attiene le fusioni non facilitano i movimenti dei nuovi comuni».