Firenze

Piccole sorelle dei poveri, l’Rsa che accoglie anziani bisognosi

Da oltre 150 anni la struttura a San Salvi accoglie persone con modeste risorse economiche, contando sulle offerte e sulla raccolta di aiuti in parrocchie e supermercati

di Marta Ambrosio
Quella delle Piccole sorelle dei poveri è una Rsa al servizio degli anziani, che opera nella città di Firenze, in via Andrea del Sarto 15, da oltre 150 anni. «La nostra comunità accoglie anziani con modeste risorse e si impegna ad accompagnarli sino alla fine del percorso vitale. Per compiere al meglio la missione, cerchiamo di rendere le nostre case familiari, affinché gli ospiti si sentano a loro agio» riferisce madre Maria Isabel.
È lei che racconta le gioie e le difficoltà dell’Rsa, in ripresa dopo il 2020: «La situazione dopo la pandemia è cambiata radicalmente, nonostante il persistere di alcune difficoltà; prima eravamo chiusi e nessuno poteva accedere alla struttura, mentre ora le attività si sono implementate: ci sono tanti volontari che vengono qui a prestare servizio agli anziani, poi vengono a fare animazione 2-3 volte al mese con attività di canto, giochi da tavolo, teatro, jogging; anche vari gruppi di giovani forniscono assistenza agli anziani durante i pasti. Tutte le mattine un’animatrice fa fare ginnastica, poi c’è anche il fisioterapista, mentre il pomeriggio è dedicato al volontariato. Oltre a fornire sostegno e intrattenimento, molti giovani e anche sacerdoti offrono la propria collaborazione per servizi come portineria o per accompagnare gli anziani nei loro appuntamenti medici o altro, come fare attività di giardinaggio, cucina, laboratori vari o anche semplicemente parlare».
Oltre alle attività ludiche, una parte della giornata è dedicata anche alla preghiera: «Tutti i giorni ci sono la celebrazione eucaristica e l’adorazione eucaristica nel pomeriggio. Ogni giovedì viene un sacerdote della Fraternità monastica della Badia fiorentina per stare con loro e leggere il Vangelo. C’è da dire che non tutti sono cattolici o credenti, per cui cerchiamo di rispettare ognuno». Prosegue anche la raccolta di solidarietà delle suore: «Continuiamo a fare la questua: tutti i venerdì, come pianificato, andiamo al mercato ortofrutticolo per frutta e verdura, poi ci rechiamo nei supermercati. La settimana scorsa siamo stati all’Esselunga del Gignoro e ci hanno riempiti di tanti beni di prima necessità. Talvolta ci rivolgiamo a qualche fondazione per un contributo, per esempio la Fondazione CR di Firenze, che ci aiuta una volta all’anno. Tutte le domeniche siamo nelle parrocchie dove il sacerdote ci dà il permesso, durante la Messa domenicale, di informare la comunità e chiedere un aiuto».
Tante le persone bisognose che fanno richiesta alla confraternita: «Continuiamo ad accogliere in struttura chi ha più bisogno: una volta al mese viene l’assistente sociale che fornisce i contatti con i più bisognosi; i posti che abbiamo a disposizione vanno preferenzialmente a coloro che non possono permettersi di pagare bollette o affitti. Si presentano tantissime persone sia attraverso le parrocchie che gli assistenti sociali. Per la maggior parte si tratta di cittadini fiorentini o dei dintorni, ma abbiamo comunque anche immigrati, in ogni caso persone con pensione minima, senza casa di proprietà, quanti sono in strada, non hanno famiglia, sono poveri; è importante che siano autosufficienti, in quanto sarebbe difficile accudirli, viste le difficoltà gestionali; sono comunque affidati all’Rsa piuttosto che abbandonarli a loro stessi, nonostante l’esiguità dei posti».
Non mancano tuttavia difficoltà nella gestione della struttura: «Due sono i principali problemi che ci troviamo ad affrontare in questo momento: la mancanza di vocazione, per cui siamo sempre meno suore a dover garantire gli stessi servizi, pur non avendo dipendenti; l’altro problema è economico, per le spese dovute a tasse e utenze, insostenibili rispetto alla struttura, a fronte delle quali occorrerebbe uno stipendio medio di 2700-3000 euro per coprire i costi, ma le sorelle anziane in pensione possono fornire solo un piccolo contributo. È un carico di lavoro che richiede più personale e non possiamo permettercelo. La struttura ha una capacità di 70 persone circa; attualmente ci sono 67 persone, ma tra poco saranno coperti tutti i posti. Ci sono tanti problemi, tante necessità di cui hanno bisogno le persone anziane, che cerchiamo di accudire sia fisicamente che spiritualmente durante il decorso della loro vita, per prepararsi per bene all’incontro con il Signore. Anche questa è la nostra missione. Stiamo affrontando varie difficoltà, ma le persone sono molto buone con noi. Attualmente siamo in 9, ma ci sono 4 sorelle molto anziane, per cui a essere operative siamo solo in 5. Sono ormai 200 anni che la congregazione funziona così; soprattutto per la mancanza di suore, non si prospetta un futuro roseo. Ci affidiamo alla Provvidenza che, attraverso i bisogni delle persone, ci aiuta tanto, dandoci tante soddisfazioni nel riceverle e aiutarle. Questo ci riempie il cuore».