Toscana

PICCOLA EDITORIA, SETTORE IN EMERGENZA, AUDIZIONE DEL CORECOM TOSCANO

Uno sguardo sulla crisi. È questo il senso dell’audizione svolta dal Corecom della Toscana (Comitato regionale per le comunicazioni) venerdì 23 ottobre in Palazzo Panciatichi (Firenze – via Cavour, 4), con i rappresentati della piccola editoria. Presenti Confindustria Toscana, Tipografia Nuova Cesat, Uspi (Unione stampa periodica italiana) Toscana Oggi, Legacoop Toscana, Giornale di Barga, il Micco. Il Corecom, per dichiarazione del consigliere Vincenzo Caciulli, ha evidenziato la sua volontà di rappresentare problemi e istanze della piccola editoria regionale. “Un settore – secondo Caciulli – ‘invisibile’ agli occhi delle istituzioni e del legislatore regionale ma che rappresenta una ricchezza dal punto di vista del pluralismo e della completezza informativa oltreché un luogo di occupazione giovanile. Un settore – ha continuato il consigliere – oggi in crisi e che ha bisogno di essere sostenuto”.Proprio sulla crisi editoriale si sono articolati gli interventi dei vari rappresentanti di associazioni ed editori. Per Renato Pacca (Uspi) la “situazione è grave e l’emergenza reale. Nel giro di un paio di anni il panorama così come lo consociamo potrebbe cambiare drasticamente. Molte aziende potrebbero non esserci più”. La fotografia tracciata, è quella di una realtà che ha problemi di “protezione”. “Stiamo parlando – ha continuato Pacca – di aziende con poco più di dieci dipendenti e quindi escluse dall’accesso agli ammortizzatori sociali. Aziende impossibilitate ad applicare il contratto nazionale di lavoro giornalistico perché troppo oneroso. Realtà in cui il lavoro nero la fa da padrona”.Per Aldo Bassoni, Mediacoop, il comparto ha bisogno di “un confronto serrato con le istituzioni. Le Regioni avrebbero un ruolo fondamentale da svolgere per definire il sistema della comunicazione”. Da Bassoni anche la questione dell’avvento del digitale terrestre che aprirà scenari ancora più complessi: “L’attenzione si sposterà dal pluralismo alla produzione di contenuti. Chi non produce perderà le concessioni con un’incognita su chi andranno”.Dall’audizione, la necessità di mantenere alta l’attenzione per continuare ad alimentare un settore che può viaggiare anche per proprio conto ma che, se non regolato, cresce con storture difficili da controllare. (f.cio/lu.men)