Cultura & Società
Photolux festival: Lucca abbraccia il Mediterraneo
La complessità delle migrazioni umane viene raccontata partendo dalla diaspora italiana dei primi anni del XX secolo fino all’attuale crisi che investe l’Europa. Tutto arricchito da musica, video, installazioni, sculture e pitture: installazioni accessibili anche ai non udenti e ai non vedenti, attraverso percorsi dedicati.
Ma Photolux vede anche altre prospettive e punti di vista. Paolo Verzone propone Cadetti, un lungo percorso che unisce le Accademie Militari dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Josef Koudelka, invece, il vero super-ospite dell’edizione 2017, un maestro del fotogiornalismo e testimone oculare della Primavera di Praga nel 1968, ha compiuto con Vestiges un viaggio attraverso 19 paesi del Mediterraneo, visitando più di 200 siti archeologici greci e romani.
Poi c’è Diary of a Century, con gli scatti di Jacques-Henri Lartigue, mostra lo sfavillante mondo dell’alta società tra gli anni Venti e Cinquanta del Novecento. Il Marocco è al centro del lavoro di Alberto Watson, mentre Bernard Plossu trasfigura il Mediterraneo trasformandolo in un luogo misterioso e metafisico.
Nick Hannes con Mediterranean. The continuity of man mostra le contraddizioni del mare, tra spiagge affollate di turisti e viaggi di speranza.
Con Concrete Abstract Shai Kremer ha compiuto un ampio lavoro di documentazione sulle Torri Gemelle e il World Trade Center, mentre Francesco Fossa con Libya, the captain and me ripercorre le tracce del nonno, Tenente Manfredo Tarabini Castellani, a distanza di più di settant’anni.
Contrasti, maschere, illusioni e immaginazione la fanno da padroni nella mostra Heritage-Natif-Devotion di Marie Hudelot e in Between Worlds di Polixeni Papapetrou. Rania Werda ha rappresentato la donna, giocando con i fiori, la grafica e rompendo gli stereotipi.
Attenzione anche alla gastronomia e al cibo, grazie alla collaborazione di cook_inc che ha curato l’esposizione Il Mediterraneo tutt’intorno.