Pescia
Pescia, al via il restauro del SS. Crocifisso miracoloso
I lavori presentati pubblicamente oggi in Cattedrale a Pescia. Monsignor Tardelli: «Un’operazione di grande importanza soprattutto per l’aspetto spirituale dell’opera»
Finalmente hanno preso il via, dopo un’attentissima fase di studio e diagnosi, i restauri al S.S. Crocifisso attribuito ad Andrea Pisano e risalente all’epoca del XIV secolo. Situato nella Chiesa di Santa Maria Maddalena a Pescia e realizzato in legno intagliato e dipinto, si presenta collocato su una croce arricchita dalla presenza del cartiglio, dalla corona di spine e da una aureola.
Obiettivo del restauro, accompagnato dalle opportune indagini diagnostiche, oltre che recuperare un capolavoro della scultura toscana del Trecento e di fortissima devozione per i pesciatini è di permettere uno studio accurato così da verificare la successione degli strati di policromia fino ad individuare il livello originale ed evidenziare le peculiarità al netto dei restauri, a volte arbitrari, subiti in precedenza.
Il restauro consentirà, infatti, di recuperare la stabilità dei materiali costitutivi, attraverso interventi di consolidamento del colore, del legno e degli strati preparatori e valorizzare l’estetica dell’opera, pregevole nel modellato, ma penalizzata dalla presenza di strati sovrammessi al colore originale.
I lavori di restauro del crocifisso della chiesa della Maddalena in piazza del Duomo permetteranno di restituire ai fedeli un opera di alto valore sia culturale che devozionale proprio in vista dei grandi festeggiamenti per il giubileo del 2025. Infatti ogni 25 anni si celebrano le cosiddette “feste grosse” con grande partecipazione di fedeli per onorare questo crocifisso considerato miracoloso dai pesciatini. Inoltre il restauro avverrà in loco e con la possibilità di visita. Questo permetterà sia ai fedeli di mantenere il loro rapporto di devozione nei confronti del crocifisso sia di interessanti visite ad un’opera in corso di restauro. Un ringraziamento particolare alla Fondazione Caript che tramite il “bando restauri” ha assegnato alla Diocesi un contributo economico importante per sostenere i costi del restauro del Crocifisso.
Il vescovo di Pescia monsignor Fausto Tardelli:
«Il restauro ha un significato molto importante perché il SS. Crocifisso della Maddalena si tratta di un’opera bella e antica, realizzata da una mano sicuramente importante e preziosa, quindi indispensabile è la sua valorizzazione e il recupero come bene culturale della Diocesi. Oltre al manufatto in se, questa operazione ha un grandissimo significato anche spirituale perché si tratta del crocifisso miracoloso attorno al quale si è costruita attorno una certa identità cittadina nella chiesa della Maddalena. Da secoli questo crocifisso è venerato e pregato. Ogni venticinque attorno al Crocifisso si fa una grande festa, proprio il 2025 sarà l’anno delle Feste Grosse di Pescia»
Il presidente della Fondazione Caript Luca Gori:
«La Fondazione Caript interviene attraverso il bando restauro che uno delle compenti essenziali del nostro intervento nel campo culturale con questa proiezione forte sul territorio e sul futuro. Attraverso il bando restauro non si fa solo conservazione ma si fa promozione di un luogo e si consolida la coesione di una comunità. Credo che il risultato di oggi che viene presentato qui a Pescia testimoni il raggiungimento pieno di questi obiettivi».
UN PO’ DI STORIA
Nell’edicola posta sull’altare maggiore della Chiesa di S. Maria Maddalena, prospiciente la Cattedrale, si custodisce il noto Crocifisso ligneo in cedro. Nel corso dei secoli, molti storici si sono interrogati sull’iconografia e sullo stile dell’opera tanto da ipotizzare la formazione di una scuola artistica locale specializzata nella produzione di queste sculture. Negli anni Settanta del secolo scorso a seguito di nuove ricerche fu stabilito l’ambito di derivazione stilistica che risulta molto vicino, almeno nella conformazione generale della statua, alla maniera proveniente da Andrea da Pontedera (Pontedera, 1290 circa – Orvieto, 1348 o 1349) più conosciuto come Andrea Pisano.
La tipologia iconografia è quella tipica del Cristo sofferente sulla croce a cui si accosta nella postura del corpo, nella testa reclinata, nella posizione delle braccia nonché nella scritta misteriosa dipinta sulla fascia che cinge i fianchi. Per diversi secoli eruditi e studiosi locali a partire dall’abate Costantino Gaetani (Siracusa 1560 – Roma 1650) fino ad arrivare all’altrettanto noto Luigi Lanzi (Treia, 1732 – Firenze, 1810) hanno cercato di individuare in quei segni particolari che corrono obliquamente lungo la benda, in aderenza con la gamba, un significato spirituale. Solo negli anni Settanta del Novecento, Ottavio Banti ha riconosciuto nella conformazione grafica dei segni “cufici” la scritta Ave Verbum. Tale scoperta ha peraltro confermato la tipologia iconografica della Cristo doloroso, che appunto appare con il Suo sacrificio il vero Salvatore del mondo.
L’unicità formale della scritta enigmatica è oltremodo confermata dalla presenza di segni che rimandano alla irregolarità del ramo dell’Arbor Vitae. Nell’analisi visiva dell’opera in questione, dalla statua lignea emergono contrasti stilistici e iconografici, come ad esempio il ruolo così importante che ha nella composizione la tensione delle braccia gravate sotto il peso del corpo, la conseguente flessione drammatica delle gambe evidenziata dalla forte muscolatura, la nervatura a rilievo nel dorsale dei piedi uniti da un unico chiodo posti sul suppedaneum, elementi questi che contribuiscono ad accrescere il tono di pathos del soggetto rappresentato. Inoltre sono degne di nota la resa della bocca e le labbra dischiuse nell’esalare l’ultimo soffio di vita.