«Pesca e acquacoltura sono settori economici cui la Regione ha dedicato in questi ultimi anni, e intende continuare a dedicare, grande attenzione. Abbiamo attivato una serie di interventi in favore del settore della pesca marittima e nuove azioni saranno legate all’attuazione degli interventi previsti dal Fondo Europeo per la Pesca 2007-2013 e all’attuazione dello SFOP (Strumento Finanziario di Orientamento per la Pesca) 2000-2006. Le risorse finanziarie, pari a oltre 10,5 milioni di Euro, sono state totalmente impegnate ed hanno prodotto investimenti complessivi per oltre 21,1 milioni. La maggior parte delle risorse sono state impiegate per l’ammodernamento degli impianti di acquacoltura (28,40 per cento) e di quelli che operano nella trasformazione (33,14 per cento), e per i porti (10,79 per cento). Il nostro impegno è di fornire risposte alle esigenze cresciute nel tempo per! garantire la permanenza delle imprese toscane del settore att! raverso il miglioramento della loro professionalità e del grado di competitività aziendale». Con queste parole il presidente Claudio Martini ha aperto la Conferenza regionale della pesca e dell’acquacoltura. «Per affrontare questa sfida ha proseguito Martini è indispensabile una nuova stagione di rapporti con il governo, nel rispetto delle rispettive competenze che la legge affida alle istituzioni nazionali e locali. Noi abbiamo un progetto da cui partire per il confronto. Si tratta del Distretto di pesca dell’Alto Tirreno, un’area su cui potranno confrontarsi regioni diverse che hanno tutte in comune il Mediterraneo su cui si affacciano: sono la Liguria, il Lazio, la Toscana e la Corsica, la cui adesione permetterà di accedere ai finanziamenti transfrontalieri. Sarà il Distretto a garantire regoli comuni e certe per lo svolgimento dell’attività ittica». La Regione si appresta a gestire le misure previste dal FEP, lo strumento finanziario comunitario attraverso il quale saranno finanziati gli interventi in favore del settore ittico. La sua attuazione, ha proseguito Martini, prevede necessariamente un’azione coordinata tra Stato e Regioni. Il 67% delle risorse totali previste dal programma operativo sono destinate alle Regioni per la gestione delle misure di loro diretta competenza. La Regione Toscana disporrà per il periodo 2007-2013 di circa 6,2 milioni di euro di risorse comunitarie per complessivi 12,4 milioni di risorse pubbliche: tutto questo attiverà investimenti per complessivi 20 milioni di euro. Ma l’attività di pesca non può essere considerata come a se stante, perché interessa da vicino molti altri settori, come l’ambiente, le infrastrutture portuali, il turismo, la ricerca e l’innovazione. «Voglio solo accennare come esempio agli ultimi sviluppi della normativa nazionale ha proseguito il presidente – che prevedono la possibili tà per gli imprenditori di aggiungere le attività di pescaturismo e ittiturismo come attività connesse a quella principale, la pesca. Questa possibilità consiste nell’ospitare i turisti a bordo dei pescherecci o nelle proprie abitazioni. Una attività che favorisce la creazione di relazioni tra i diversi settori produttivi (produzione primaria, turismo, nautica da diporto), oltre a rappresentare per il pescatore un’opportunità in termini di miglioramento del reddito. Lo sviluppo del pescaturismo e dell’ittiturismo comporta però anche la definizione di norme urbanistiche da rispettare o di alcuni adempimenti sanitari in materia di somministrazione di alimenti. Si tratta di argomenti da affrontare per fornire all’imprenditore ittico un quadro di riferimento chiaro che definisca le caratteristiche dei soggetti potenzialmente interessati e le possibili azioni da intraprendere». Altri temi cui occorre dedicare attenzione è il sistema della portualità per i pescherecci, cui dovranno essere messi a disposizione adeguati spazi a terra; una maggiore viabilità di collegamento al sistema viario principale; il potenziamento dei servizi idrici, elettrici, igienici, di rifornimento del carburante e strutture per la produzione del ghiaccio e per lo stoccaggio del pescato,un sistema di smaltimento dei rifiuti; aree per la prima vendita del pescato.Infine il rapporto con l’ambiente e la conservazione delle risorse marine. «La politica comunitaria e nazionale da tempo prevede interventi per favorire il mantenimento degli stock ittici. Questo implica come conseguenza una riduzione della pesca. E’ prevista un’ulteriore riduzione della flotta attraverso i piani di disarmo, ma vanno decisi interventi per il mantenimento e la riproduzione delle specie pescate e nello stesso tempo il miglioramento del reddito dei pescatori garantendo&! nbsp; qualità e tracciabilità del prodotto sul m! ercato. Occorrerà anche incentivare l’ammodernamento della flotta per migliorarne l’efficienza e le condizioni di sicurezza a bordo». Parchi marini e aree protette interessano gran parte della costa toscana: la presenza di queste aree prevede una regolamentazione che spesso condiziona l’attività di pesca. «Anche in questo caso ha concluso Martini – occorre agire in stretto coordinamento tra i soggetti pubblici interessati e le associazioni di categoria rappresentative del settore. Vogliamo sostenere presso la Commissione europea la proposta avanzata dalle isole minori relativa alla richiesta di prevedere, in deroga alle regole ed alle limitazioni derivanti dall’applicazione di vincoli, agevolazioni per l’esercizio della pesca per le imprese che operano in aree svantaggiate e sottoposte a vincoli. I Parchi marini, comunque, non vanno considerati solo come motivo di istituzione di vincoli e limitazioni, ma soprattutto com! e opportunità da cogliere per trovare sinergie e collaborazioni fra tutte le attività che ricadono all’interno delle aree protette». (cs-Dario Rossi)