Da mercoledì scorso, 23 giugno, la Madonna di Fatima è a Prato, nella nostra diocesi. Fino al 12 dicembre, per sei mesi l’immagine della Vergine sarà ospite in tutte e 78 le parrocchie del territorio diocesano.La venuta della statua è stata anticipata dal pellegrinaggio diocesano, presieduto dal Vescovo Simoni, che si è svolto a Fatima dal 19 al 22 giugno. Erano in 130 i pratesi partecipanti al viaggio che ha portato i pellegrini sui luoghi delle apparizioni. Particolarmente suggestiva la messa celebrata dal Vescovo nella cappella delle Apparizioni, durante la quale mons. Simoni ha impartito la benedizione solenne alla statua di Fatima.Prima tappa di questo cammino mariano, Peregrinatio Mariae, è nel vicariato del centro storico, dove l’immagine rimarrà fino a domenica 4 luglio, poi la statua andrà in Valbisenzio e poi in tutti i vicariati.dall’inviato a Fatima di Giacomo CocchiLa fiaccola alzata al cielo mentre fedeli e sacerdoti intonano l’«Ave Maria» di Fatima; la Via Crucis lungo il sentiero percorso quasi cento anni fa dai tre pastorelli fino al luogo delle apparizioni e infine la benedizione dell’immagine, che pellegrina, visiterà tutte le parrocchie della diocesi di Prato. Tanti ed emozionanti sono stati i momenti significativi del pellegrinaggio diocesano a Fatima, in Portogallo, che si è svolto da sabato 19 a martedì 22 giugno. Guidati dal Vescovo Simoni i quasi 130 pellegrini pratesi hanno vissuto per quattro giorni nel paese di Francesco, Giacinta e Lucia, i tre bambini che per sei mesi, nel 1917, videro la Madonna e ascoltarono i suoi messaggi di conversione e al tempo stesso di speranza.«Un grande dono», «via migliore che porta a Dio» e «immensa gioia» i commenti più ricorrenti dei pratesi partecipanti a questa esperienza fatta essenzialmente di preghiera e riflessione. «Ho vissuto – racconta commosso uno dei pellegrini – una grande lezione di umiltà, quando ho portato la croce durante la processione serale ho pianto». «L’importante – aggiunge un’altra testimonianza – è riportare a casa queste sensazioni e non lasciare che siano solo le emozioni a dominare il ricordo ma la fede».Nelle celebrazioni della recita del rosario e nelle invocazioni della via crucis era evidente non solo il trasporto ma la precisa volontà di rivolgere al Signore persone, fatti e situazioni care, bisognose di aiuto e di conforto tramite la preghiera.Adesso la carica di profonda umanità e di «profezia di pace», come l’ha definita mons. Simoni, della Madonna di Fatima è giunta nella nostra città. «Tornati a casa datevi da fare – ha detto il Vescovo ai pellegrini nel corso dell’ultima messa celebrata nella cappella delle Apparizioni -, raccontate questi momenti vissuti insieme ma soprattutto mettetevi a servizio delle vostre parrocchie perché degna e significativa sia l’accoglienza della Vergine nelle vostre comunità di appartenenza». Siamo sicuri che anche senza l’appello del presule il ricordo vivo del pellegrinaggio e la consapevolezza di aver partecipato ad un momento importante della vita diocesana, la preparazione della Peregrinatio Mariae, abbia dato l’impulso ad ogni pellegrino ad essere un «tedoforo», un portatore di luce, o meglio una «vela», le candele color paglia che illuminano le notti di preghiera a Fatima.Del gruppo hanno fatto parte sei sacerdoti diocesani che hanno coadiuvato il Vescovo nella cura e nella celebrazione dei momenti liturgici: mons. Guglielmo Pozzi, don Bruno Belli, don Giampiero Fabbretti, don Domenico Guastalegname, don Alessandro Magherini e don Giancarlo Innocenti, direttore dell’Ufficio diocesano pellegrinaggi. Presenti anche padre Giglio Gilioli, superiore della Comunità dei Discepoli dell’Annunciazione, che materialmente ha portato la statua della Madonna da Fatima a Prato in furgone, e madre Paola Collotto, priora delle suore domenicane di Iolo.Momento centrale della quattro giorni è stata la messa di lunedì 21 quando, nella cappella delle Apparizioni, il luogo dove i tre bambini videro la Vergine per la prima volta, il Vescovo ha mostrato la statua che da questo mercoledì, 23 giugno, è a Prato per iniziare il suo viaggio nelle 78 parrocchie diocesane. Mons. Simoni ha impartito la benedizione solenne all’immagine e pronunciato una richiesta ben precisa: «Affinché la Madonna interceda e possa donare grazie su grazie, doni su doni dello Spirito Santo, in modo da avere nuovo slancio di fede, di carità e di missione alla nostra Chiesa e pace nella nostra società».Altri passaggi particolarmente sentiti e vissuti sono state le due fiaccolate notturne, iniziate con la recita del rosario sempre nel luogo delle apparizioni, e terminate con una lunga processione, guidata da una croce luminosa, che si è snodata nell’ampio piazzale del Santuario e che ha portato in trionfo l’immagine della Madonna.Suggestiva la visita al museo «Luz e Paz», in portoghese «Luce e Pace», dove tra i tanti doni e gli ex-voto offerti come ringraziamento e devozione alla Signora di Fatima, c’è anche il proiettile, incastonato nella corona d’oro della Vergine, che 28 anni fa, nel 1982, colpì Giovanni Paolo II, il pontefice più devoto a questo santuario.«Stavamo ardendo nella luce di Dio e non ci bruciavamo», disse il piccolo Francesco Marto, uno dei tre veggenti di Fatima, una frase rimasta impressa nel cuore e nella mente dei pellegrini pratesi, che, a detta di molti, «hanno avvertito la presenza forte di Maria» e hanno sperimentato, grazie all’esempio dei pastorinhos, «cosa significa avere fede».