Lettere in redazione
Perché tanti cristiani difendono Berlusconi?
E’ un peccato che la risposta del direttore alla lettera di Giuseppe Mandorli si sia focalizzata sull’articolo di Delle Foglie, quando il problema sollevato dal lettore è ben più profondo: com’è possibile che tanti cristiani continuino ancora oggi a difendere Berlusconi «a prescindere», senza un minimo di spirito critico e autocritico? Ma direi di più: com’è possibile che, diversamente da quanto avviene in tutti gli altri partiti (perfino nella Lega, perfino fra i 5Stelle…), nel Pdl non si levi una, dico una voce anche solo parzialmente critica nei confronti del «padrone» e che di questa autentica idolatria si rendano corresponsabili autorevoli personaggi che si proclamano credenti, anzi un intero movimento ecclesiale, che a Rimini mette a tema grandi questioni esistenziali, ma a Roma è totalmente appiattito sugli interessi di Arcore?
Le tue domande, caro Francesco, le giriamo volentieri ai nostri lettori. Un dibattito pacato e rispettoso su questi temi sarebbe davvero interessante. Ma credo che anche chi – come te – è sempre stato fortemente critico verso l’impegno politico di Silvio Berlusconi, debba fare lo sforzo di comprendere le ragioni degli «altri». Quanto alla tua allusione finale ti invito a distinguere tra un movimento ecclesiale e l’impegno partitico di alcuni suoi esponenti, anche di spicco. Questo vale per Comunione e liberazione, come per l’Azione cattolica, o la Comunità di Sant’Egidio.
Claudio Turrini