Cultura & Società
Perché l’ansia a volte è compagna della nostra vita
Ebbene, nel novero delle seconde c’è di sicuro l’ansia, che rischia di essere dannosa per l’esistenza di ognuno di noi. Va detto che essa si può manifestare in tante forme differenti: a volte è un normale stato d’animo, mentre in altri casi è un vero e proprio disturbo psicologico, e come tale deve essere affrontato. Prevenire e curare gli attacchi di ansia a volte è possibile solo con l’aiuto di un professionista: per questo ci si può rivolgere al dottor Francesco Monticelli,
Perché l’ansia è così problematica
Una delle caratteristiche peculiari a proposito dell’ansia riguarda il fatto che essa si può manifestare in qualunque momento, e a volte per ragioni a dir poco futili. Si tratta di pensieri negativi che in maniera improvvisa e imprevista fanno capolino nella mente e cominciano a scavare dentro, dando origine a un conflitto sia con la realtà esterna che con sé stessi. Si potrebbe definire l’ansia come una sensazione che si articola fra agitazione, minaccia e tensione, presentandosi sia a livello fisico che dal punto di vista psicologico.
Che cosa succede nel corso di un attacco di ansia
In occasione di un attacco di ansia si possono manifestare dei sintomi fisici. I più diffusi sono rappresentati dalla sudorazione e dall’aumento del battito del cuore. Ma si possono sperimentare anche fastidio o dolore al petto, sensazione di soffocamento o dispnea, capogiri e tremori. I soggetti che si ritrovano alle prese con una condizione di questo tipo nella maggior parte dei casi hanno la tendenza a isolarsi e decidono di non avere contatti con altre persone, dal momento che il flusso costante di preoccupazioni e di pensieri rende impossibile la gestione di qualunque genere di situazione.
L’ansia e il senso di costrizione
Quando si è in preda all’ansia si ha a che fare con una sgradevole sensazione di costrizione che è provocata dalla condizione di incertezza nei confronti di sé stessi, delle proprie prospettive e delle proprie capacità. Gli antichi Greci credevano che essa fosse causata da un eccesso nell’organismo di bile nera, e la trattavano con il vino. In epoca medievale, invece, si interpretava l’ansia come esigenza di depurarsi dai peccati: per questo gli ansiosi dovevano andare subito a confessarsi e pregare in modo da mandare via i pensieri brutti. Fu con l’illuminismo che si recuperarono i rimedi naturali e si fece ricorso a sistemi farmacologici, mentre nel XX secolo si è giunti alla scelta della psicoterapia.
Perché si manifesta l’ansia
Non bisogna mai commettere lo sbaglio di confondere il concetto di ansia e la sensazione di paura. Quest’ultima, infatti, rappresenta una reazione istantanea che si manifesta rispetto a una situazione di pericolo reale, per effetto della quale si mettono in atto dei comportamenti finalizzati a neutralizzare il pericolo stesso. Nel caso dell’ansia, invece, si ha a che fare con una sensazione di grande preoccupazione nei confronti di un potenziale evento futuro che non si è ancora verificato. Per questo motivo non si tratta di una reazione emotiva immediata.
L’ansia patologica
Ci sono diversi tipi di disturbi d’ansia a livello patologico. Nei bambini, per esempio, è ricorrente il mutismo selettivo, e sempre fra i più giovani si riscontra il disturbo d’ansia da separazione. Ci possono essere, poi, delle fobie specifiche, che sono correlati a elementi che ci fanno paura, mentre il disturbo d’ansia causato dall’assunzione di farmaci e sostanze è frequente fra le persone tossicodipendenti. Vale la pena di citare, poi, i disturbi di panico e quelli di ansia sociale, che si concretizzano quando non si è in grado di rapportarsi come si vorrebbe con la realtà esterna per effetto di insicurezze interne. Un altro esempio di disturbo d’ansia patologico è da individuare nell’ipocondria, che consiste nella preoccupazione correlata alla convinzione o alla paura di avere una malattia grave. La paura degli spazi affollati prende il nome di agorafobia, e poi c’è il disturbo di ansia generalizzato, che turba il soggetto anche per motivi non gravi.