Lettere in redazione
Perché la Chiesa tace su Medjugorie?
Nel commento alla stampa del 1° ottobre 2007, padre Livio, dalla sua potentissima «Radio Maria» ha detto: «La Madonna a Medjugorie ha preso per mano la veggente, invitando tutti a toccarla poi, dopo il contatto con la gente (che non ha avvertito niente) ha mostrato alla veggente il suo abito sporco dalle macchie peccaminose delle mani di chi l’aveva toccata, invitando tutti alla confessione». La veggente Viska, durante un’intervista a padre Livio, nella sua casa, gli «ha riferito che la Madonna è scesa dalla sua nuvoletta per abbracciarla e baciarla». Il veggente Ivan, che ha apparizioni ovunque e quando vuole, dopo le apparizioni assicura che la Madonna benedice tutti gli oggetti di devozione che ognuno porta con sé», così come fa il S. Padre!
Queste sono soltanto pochi esempi di tante inaccettabili vicende di Medjugorie, sulle quali padre Livio martella con «catechesi» prepotenti, verbose, aggressive, ricche di acrobazie di vocabolario e di ridicoli calcoli di date, per coinvolgere nella vicenda Fatima e il S. Padre. Non risponde però mai ai moltissimi che gli chiedono come mai nessuno dei sei veggenti vada in missione là dove c’è sacrificio, sofferenza e pericolo di vita, preferendo una vita con tutti i confort, belle case, comodi viaggi, «spaghettate la sera dopo le apparizioni». Loro, certi del soprannaturale, dovrebbero essere alieni dai beni terreni, desiderare solo sorella morte, respingere tutti quegli esibizionismi edonistici, che più che di soprannaturale, sanno di grosso affare economico. Perché la Chiesa tace su queste banalizzazioni della Vergine Santa?
Vivo in mezzo ai giovani nella scuola e non so spesso come rispondere ai quesiti su Medjugorie.
Non entro nel merito dei suoi giudizi sui «veggenti». Anch’io ho qualche perplessità, ma credo che la cautela, in casi come questi, sia davvero indispensabile. Lasciamo che sia la Chiesa ad esprimersi in modo definitivo. E questo sarà possibile solo quando le presunte apparizioni saranno cessate. Ma già adesso la Chiesa non «tace». Magari è vero che non fa molto per far conoscere il suo giudizio. Esistono però dichiarazioni ufficiali alle quali fare riferimento. La prima, risale al 10 aprile 1991 («Dichiarazione di Zara»), quando i vescovi della ex-Jugoslavia affermarono che «… sulla base delle ricerche finora compiute, non si può affermare che si tratti di apparizioni o fenomeni soprannaturali», invitando comunque ad aver cura pastorale delle persone che si recavano a Medjugorie. La seconda è della Congregazione per la Dottrina della fede che il 23 marzo 1996, in risposta ad un preciso quesito del vescovo di Langres, monsignor Léon Taverdet, richiamando appunto la «Dichiarazione di Zara», chiariva che «i pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje, intesa come luogo di autentiche apparizioni della Vergine, non possono essere organizzati nè a livello parrocchiale, nè diocesano». Questo come è stato precisato in successivi interventi «ufficiosi», come quello del portavoce Navarro-Valls non significa che sia «proibito» andare a Medjugorie, o che le apparizioni siano sicuramente delle «imposture» o delle allucinazioni. Vuol dire solo grande prudenza, ben sapendo, come ci ricorda il «Catechismo della Chiesa Cattolica» (§ 67) che le «rivelazioni private» «non appartengono … al deposito della fede. Il loro ruolo non è quello di migliorare o di completare la Rivelazione definitiva di Cristo, ma di aiutare a viverla più pienamente in una determinata epoca storica». E se chi va a Medjugorie torna arricchito spiritualmente perché impedirlo?
Claudio Turrini