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Perché anche nell’era delle rinnovabili avremo ancora bisogno dei generatori elettrici

Vi sono però applicazioni critiche dove la rete elettrica non arriva o non è sufficiente ed altre che, per la loro criticità, non possono permettersi neanche brevi interruzioni di elettricità. In tutti questi casi diventa fondamentale dotarsi di un generatore elettrico, detto anche gruppo elettrogeno.

Si tratta di una macchina che accoppia una fonte di energia meccanica, solitamente un motore diesel, a benzina o a gas (metano, GPL e biogas) che viene accoppiato ad un alternatore elettrico, in grado di trasformare l’energia meccanica in elettricità. 

Quando l’energia elettrica non può mai mancare

Per approfondire di cosa si tratta e capire quali sono queste applicazioni critiche, abbiamo consultato l’Ingegner Daniele Ciampichetti, titolare della ENG Service che si occupa proprio della vendita e noleggio di gruppi elettrogeni ed altre attrezzature elettromeccaniche e che ci ha fornito una vera e propria panoramica, comprensibile anche ai non addetto ai lavori.

Le applicazioni che non possono permettersi di restare senza energia elettrica sono molteplici – ci dice – ed è impossibile citarle tutte. Tra le più frequenti, ci sono:

  • gli operatori della sicurezza come forze dell’ordine e istituti di sorveglianza e custodia valori

  • le industrie che operano su processi che non possono essere interrotti

  • i supermercati e magazzini della catena del freddo

  • i datacenter e le aziende di servizi informatici critici

  • le infrastrutture critiche

  • gli ospedali, le case di cura e le residenze sanitarie assistite

In relazione a quest’ultima applicazione, c’è anche da considerare che ogni abitazione che ospita un anziano o una persona non autosufficiente ha le stesse criticità di una RSA e, con l’invecchiamento della popolazione questa esigenza sarà sempre più presente.

Dove la rete elettrica non arriva

Vi sono poi campi di applicazione dove la rete elettrica proprio non arriva, perché si tratta di luoghi isolati, o perché l’uso è temporaneo e l’allaccio alla rete elettrica sarebbe sconveniente sia per i costi che per i tempi. Alcuni esempi di queste applicazioni sono:

  • i cantieri di edilizia stradale e infrastrutturale

  • l’agricoltura e i sistemi di irrigazione lontano da centri abitati

  • gli eventi, in luoghi dove non sia presente una fornitura permanente di potenza adatta

  • le antenne e ripetitori

  • le baite, i rifugi e le abitazioni poste in luoghi isolati non serviti dalla rete elettrica

In quest’ultima applicazione, notevole è l’integrazione che si è sviluppata negli ultimi anni tra gruppi elettrogeni, gli impianti fotovoltaici (o altri sistemi di approvvigionamento da fonti alternative come l’elico) e i generatori elettrici.

La sinergia che si viene a creare è a tre sistemi: l’impianto fotovoltaico produce energia in presenza della luce solare, immagazzinando l’energia in eccesso nel sistema di accumulo. Quando anche le batterie non sono più in grado di alimentare l’edificio, interviene in modo automatico il gruppo elettrogeno.

L’uso congiunto di gruppi elettrogeni e gruppi di continuità (UPS) 

Vi è anche un altro campo di applicazione in cui l’accumulo a batterie si integra perfettamente con il gruppo elettrogeno, nell’ambito dell’industria e delle aziende di servizi, ed è il caso dell’integrazione con gli UPS (Uninterruptible Power Supply).

Il grande sviluppo dei sistemi a batteria, legato sia al progresso delle auto elettriche che all’immagazzinamento dell’energia prodotta con le rinnovabili (pensiamo ai sistemi fotovoltaici), ha aumentato i tempi di autonomia delle batterie montate negli UPS

I due sistemi, UPS e generatore elettrico, sono però molto spesso complementari e vanno montanti entrambi, perché :

  • l’UPS si rende necessario nelle applicazioni che non tollerano mancanza di tensione neanche per qualche frazione di secondo, pensiamo ai datacenter, alle aziende di servizi informatici o agli ospedali e altre infrastrutture che garantiscono servizi vitali. Il processo di accensione e spegnimento di un gruppo elettrogeno, anche quando viene automaticamente tramite un dispositivo detto ATS, richiede infatti “tempi meccanici” dell’ordine dei secondi, legati all’accensione del motore.

  • il gruppo elettrogeno è necessario agli UPS per il motivo già spiegato in precedenza. Per quanto possano aumentare le prestazioni delle batterie, quando l’autonomia richiesta è di molte ore o di giorni, il dimensionamento del parco batterie diventa eccessivamente oneroso e quindi sarà necessaria una fonte meccanica di energia a lungo termine.

 

La filiera dei gruppi elettrogeni: un’eccellenza italiana poco nota

I generatori elettrici hanno una peculiarità: molti cittadini, anche giustamente, ne ignorano esistenza e modalità di funzionamento finché non ne necessitano, ad esempio in occasione di qualche lungo blackout, come quello record del 2003, il più grande della storia italiana.

Forse anche per questo, a meno che non si sia degli addetti ai lavori, si ignora che tra le varie eccellenze manifatturiere italiane  che esportano in tutto il mondo vi sono anche i produttori di gruppi elettrogeni e dei relativi componenti.

alla FPT (Fiat Power Tractor), del gruppo IVECO con quartiere generale a Torino che produce motori, ai produttori di alternatori come la Mecc Alte e la Marelli Motori, entrambe venete.

Molte anche le industrie che, a partire da questi componenti, assemblano e commercializzano il gruppo elettrogeno. Tra queste, una delle più grandi è proprio toscana: si tratta della senese PRAMAC – PR Industrial, che da qualche anno fa parte del gruppo multinazionale Generac.

Nel 2022 una azienda di gruppi elettrogeni ha vinto il premio “Campioni dell’Export 2022” del Sole 24 Ore, risultando in testa ad una classifica composta da 200 società con fatturato fino a 500 milioni che fatturano la maggior parte delle loro vendite all’estero.

Il 99.34% dei gruppi elettrogeni venduti ha raggiunto clienti esteri, principalmente medio oriente, Africa e Asia.