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Per trapanarsi l’ombelico la Toscana detta legge
In ogni caso, ora che la legge ci tutela, chi rinuncerà a farsi un bel tatuaggio etnico, un piercing estremo, perfino un branding (marchio a fuoco, come un manzo texano)? Ai tifosi viola un giglio rosso, a Cecchi Gori una foglia di coca, ai simpatizzanti della CdL una bandiera italiana sul petto, a quelli dell’Ulivo idem ma senza la grande «B» nel mezzo. Ora che siamo tutelati, tatuaggi e piercing saranno un must e nessuno potrà farne a meno, se non vorrà sfigurare in società. Gli ultimi a resistere alla moda saranno i ceti poveri, gli emarginati, i refrattari ai trend, quelli che non vanno in barca, al massimo in peschereccio: ad esempio, pescatori e portuali.
«Tatuarmi io? Che volgarità» pare abbia esclamato un pescatore di Livorno intervistato dal Tg3. Dopo la messa in onda del servizio, gli ispettori del Ministero sono piombati in redazione a sequestrare la videocassetta con le vergognose dichiarazioni comuniste. Se non ti tatui, remi contro. Fai crollare il Pil, provochi la deflazione, il mercato non marcia.
L’Auditel pare voglia proporre di tatuare sul polso dei telespettatori un codice a barre (sterile). Il Ministero delle Finanze propone un altro codice, quello fiscale. Il Movimento naziskin un semplice numerino di otto cifre. Il dibattito è spalancato.
LA TOSCANA E’ LA PRIMA REGIONE A DISCIPLINARE PIERCING E TATUAGGI