Arezzo - Cortona - Sansepolcro

«Per noi monache quella tenerezza davvero paterna»

Eccellenza carissima,dieci anni sono trascorsi dal primo incontro con te; anni in cui è nata, e via via è andata sviluppandosi, una relazione di intimità familiare, profonda. I vari momenti spirituali vissuti nella comunicazione sincera, fatta di condivisione, di comunione e soprattutto di preghiera, hanno sostanzialmente messo in luce il sentimento che fra gli altri prevale e caratterizza il nostro rapporto con te: ti sentiamo e sei il padre e il Pastore della nostra diocesi, della nostra Chiesa in Cortona e della nostra comunità.Un giorno, arrivando di sorpresa, ti fermasti a conversare con noi con tanta semplicità e ci narrasti il racconto della tua vita, brevemente nelle tappe essenziali. Nella memoria di oggi riaffiora ancora l’atmosfera calorosa, gioiosa e allo stesso tempo carica di emozione mentre sfogliavi con noi le pagine scritte della tua infanzia fino alla giovinezza, al seminario e al sacerdozio. Il tuo babbo che faceva le gomme delle biciclette e, dati i tempi duri, voleva che tu ancora piccolo lavorassi; il tuo parroco che, invece, scoperta l’intelligenza vivace della tua mente, sponsorizzò gli studi e via via…Davanti agli occhi scorrono le stagioni del cuore, le piccole e grandi scelte. Molte di noi ricordano la professione temporanea e solenne da te presieduta, la tua paterna tenerezza nell’accogliere le nostre intenzioni di corrispondere con la vita al dono che Dio fa di sé a ciascuno e con quale delicatezza hai saputo accogliere l’offerta generosa e silenziosamente sofferta dei nostri genitori e parenti. Un padre conosce che cosa passa nel cuore dei suoi figli. Il cuore di tanti giovani, degli ultimi della società, dei disoccupati, degli ammalati, delle persone lacerate dalla tossicodi-pendenza e, misteriosamente, sa sempre che cosa dire e che cosa fare per continuare a generare alla vita, all’amore, alla speranza oltre ogni speranza. È così che nel cammino quotidiano fatto di gioie, di fatiche, di attese, di dolori, ci sentiamo accompagnate da te, dal nostro vescovo e, come pecore condotte dal loro pastore verso verdi pascoli, custodite dalla tua fedeltà, tenerezza e bontà.Quante volte, in occasione di incontri comunitari e anche personali, hai voluto affidare con umile fiducia alla nostra preghiera le sofferenze più dure, le preoccupazioni e i pesi che più lacerano il tuo cuore attento alle visibili e invisibili necessità delle anime assegnate alla tua cura e benedizione.Il Signore risorto chiede a Pietro: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Questo dolce e incessante invito chissà come risuona forte e perentorio nella tua vita di vescovo! E, come avviene nella relazione con la persona più importante della vita di avere e nutrire gli stessi desideri e bisogni, forse o sicuramente, alla sera, dopo una lunga faticosa giornata, ti trovi a dire al Signore nel silenzio: «Dio mio, mi ami tu? Pasci la mia vita». Con il cuore colmo di gratitudine per averti donato alla nostra amata diocesi, a noi e a ciascuno, insieme a tutta la Chiesa aretina, celebriamo questa festa del decimo anno di episcopato qui, ringraziando il Signore, unico nostro sommo bene e Padre delle misericordie, per l’intera tua vita consegnata umilmente alle esigenze del suo amore e dell’amore dei suoi figli.Le sorelle clarisse di Cortona