Prato

Per la prima volta insieme Provincia e Comune al ballotaggio

Due mesi fa nessuno ci avrebbe creduto. Il centrodestra ha costretto al ballottaggio il centrosinistra sia in Provincia che in Comune. Un risultato storico. Ma a ben vedere non è nemmeno tanto questa la rivoluzione vera uscita dalle urne, quanto, invece, il minimo distacco percentuale tra i Carlesi e Cenni per il Comune e, con qualche punto percentuale in più, tra Gestri e Attucci per la Provincia. Nel 1995, quando Goffredo Borchi portò al ballottaggio Daniele Mannocci nella prima votazione per la neonata provincia (unico precedente, appunto), tra i due c’era un punteggio più che doppio di differenza. A dire il vero, per il Comune odor di ballottaggio si sentiva già da qualche settimana. Improbabile, dagli stessi esponenti del centrodestra, veniva valutato invece in Provincia dove, forse non a caso, il centrodestra aveva presentato un volto sconosciuto, Cristina Attucci. L’effetto trascinamento del voto europeo ma, soprattutto, del voto Comunale ad opera di Roberto Cenni ha portato ad un’inattesa affermazione della giovane candidata a Palazzo Banci Buonamici.

 

LE INTERVISTE AGLI SFIDANTI: PROVINCIA

 

Lamberto Gestri 

N on è riuscito a sfondare al primo turno e ora per Lamberto Gestri, candidato alla presidenza della Provincia per il centrosinistra, c’è il ballottaggio con Cristina Attucci del centrodestra. L’ex coordinatore provinciale della Margherita, adesso nel partito democratico, è pronto però a difendere i 6 punti di vantaggio che lo separano dalla sfidante. Anzi, Gestri – di vecchia e onorata militanza democristiana – non nasconde il desiderio di avere l’appoggio dell’Udc.Si aspettava questo risultato? credeva di farcela al primo turno?«Speravo di vincere al primo turno, anche se il ballottaggio era una eventualità da tenere in conto. Non c’è dubbio che nella nostra provincia il voto cittadino è preponderante rispetto a quello degli altri comuni e il risultato del centrodestra a Prato nelle europee e comunali si è trasferito anche verso l’Attucci». Pensa sia possibile una alleanza con l’Udc di Querci?«Io credo che ci possa essere, abbiamo dei riferimenti culturali e storici in comune e la mia storia lo testimonia. Ho fatto tanta strada insieme agli amici dell’Udc e devo dire che nel loro programma ci sono delle linee di intervento per il futuro molto vicine o simili a quelle che io ho proposto. Anzi, trovo più difficile che chi ha votato Udc possa ritrovarsi con le posizioni della Lega  o della Destra che sono apparentate con Attucci».Lei non ha mancato di ribadire che la campagna elettorale per la Provincia non ha avuto l’attenzione che merita. Perché?«In effetti tutte le attenzioni si sono concentrate sul Comune, purtroppo molti sembrano sottovalutare l’importanza delle competenze e dei compiti della Provincia. In particolare vorrei ricordare il ruolo chiave che ha avuto la Provincia nel tavolo di distretto, non a caso molte delle iniziative proposte per il futuro di Prato sono venute proprio dall’amministrazione provinciale».Perché anche nelle provinciali, anche se in modo minore rispetto alle comunali, il centrosinistra ha visto calare i consensi?«Non dimentichiamoci che questa sfida elettorale è avvenuta in una fase di crisi molto forte che ha pesato sulla situazione economica di molte famiglie pratesi. Questo fenomeno, insieme alla questione immigrazione, sono stati oggetto di campagne strumentali da parte del centrodestra. Ma molte colpe sono del Governo, verso il quale sono da imputare inadempienze clamorose. In campagna elettorale sono giunti a Prato tanti Ministri ma di aiuti ne sono arrivati pochi».

Cristina Attucci

P er Cristina Attucci arrivare al ballottaggio è già una mezza vittoria. Cinque anni fa, alle scorse amministrative, Riccardo Bini, il candidato del centrodestra, prese il 34,49% delle preferenze e venne staccato dall’allora vincitore, Massimo Logli, di oltre 20 punti in percentuale.Adesso questa poggese di 35 anni, vuole ribaltare il risultato cercando di rosicchiare i 6 punti che la separano da Lamberto Gestri. L’hanno accusata di non essere un «candidato forte». Come risponde?«Dico solo che io ho raggiunto il miglior risultato di sempre per l’opposizione, una percentuale simile non si era mai vista. Non mi ritengo affatto debole e il fatto che Gestri mi ritenga tale, ironizzi sulla mia giovane età e la mia inesperienza non gli è servito a nulla; i risultati hanno dimostrato che si deve fare un bell’esame di coscienza e secondo me raggiungeremo il successo».Sinceramente, si aspettava un tale risultato?«Ammetto che non avrei creduto di arrivare al 42%, un risultato davvero incredibile. Però dico anche che ero convinta di riuscire a portare Gestri al ballottaggio. Nel corso della campagna elettorale ho girato molto e ho incontrato tanta gente scontenta, ho ascoltato e parlato con tante persone e quasi tutte mi hanno detto che non vedono l’ora di voltare pagina. Ci ha premiato quello che è mancato al centrosinistra: incontrare e ascoltare la gente».Avete già pensato ad eventuali alleanze per cercare di avvicinarvi ai 6 punti che vi separano?«La differenza di voti con Gestri è dovuta anche alla mancanza di accordi con l’Udc che ha corso da solo con Querci. Cercheremo in questi giorni di condividere questo progetto di rinnovamento, che ormai la città ha dimostrato di volere, anche con l’Udc e con tutte quelle forze che con noi vogliono far cambiare guida alla Provincia».Ora come andrà avanti la campagna elettorale?«Avevo invitato Gestri a confrontarsi con me in un incontro pubblico, ad esempio in un posto neutro con piazza del Comune, ma così non è stato. Gli rinnovo l’invito, vorrei poter fare con lui almeno cinque dibattiti in piazza, a Prato e nei maggiori comuni della Provincia».

 

 

LE INTERVISTE AGLI SFIDANTI: COMUNE

 

Massimo Carlesi

A febbraio aveva ribaltato tutti i pronostici vincendo le primarie del centrosinistra come candidato a sindaco di Prato. Massimo Carlesi, tornato alla politica dopo alcuni anni, però non è riuscito a centrare l’obiettivo della vittoria al primo turno nei confronti di Roberto Cenni sostenuto dai partiti di centrodestra. Duemila voti separano il padre della Lam dal patron della Sasch e i giochi, contrariamente a tutte le ultime tornate amministrative, sono più che aperti.In questo risultato, quanto hanno influito i risultati delle elezioni europee?«Molto, credo che a Prato il voto di opinione sia contato tantissimo. Le europee hanno trascinato il Pdl e questo è un dato reale. Ritengo dunque che nelle comunali sia contato poco il voto legato alla città e alle sue risposte. Inoltre ha pesato l’astensionismo del nostro elettorato».Molti osservatori pensavano che lei venisse premiato a livello di voti personali, invece non è stato così.«Non è del tutto esatto. Io ho preso più voti delle liste che mi sostengono. Penso però che il fatto di avere votato su quattro schede abbia ridotto il margine di manovra sul voto disgiunto o sul voto diretto al candidato. Molti cittadini, per non sbagliare, soprattutto tra gli anziani, hanno fatto il “voto fotocopia”, in questo senso». Che fare per vincere e aumentare i consensi?«Punteremo ancora sulla presentazione del nostro programma, perché ci può essere ancora qualcuno che non lo conosce o non lo ha capito. Nelle nostre cinquanta pagine di proposte ci sono risposte puntuali ai problemi della città».Avete sempre accusato il centrodestra di avere poche idee e pochissime proposte.«In tutti gli incontri elettorali Cenni e il centrodestra hanno sempre detto: “bisogna cambiare, bisogna cambiare”. Ma si sono dimenticati di dire anche “come e in che modo”».È disposto a fare dei confronti pubblici con Cenni?«Certo e gli lancio anche una sfida: sono disponibile a fare come le rammendine, cioè a passare allo specchio il nostro programma e a confrontarlo con quello del centrodestra. Il vero dibattito, quello utile per conoscere le proposte di ciascun candidato per la risoluzione dei problemi della città, si fa sui temi e i punti del programma. Se anche l’idea di Cenni è questa sono pronto a fare confronti anche tutti i giorni».

 Roberto Cenni

 «E vento storico», «recupero incredibile» e «voglia di cambiamento» sono le prime dichiarazioni rilasciate da Roberto Cenni, il patron della Sasch, che è riuscito, per la prima volta dal 1995 – anno in cui a Prato si corsero per la prima volta le elezioni comunali con la legge che prevede l’elezione diretta alla carica di sindaco – a portare al ballottaggio un candidato del centrosinistra. Sono solo 2 i punti in percentuale che separano Cenni dallo sfidante Carlesi.Questa volta il centrodestra se la gioca per davvero.«Direi proprio di sì e ripeto: ha vinto la voglia di cambiamento. La distanza tra me e Carlesi è davvero minima, si parla di poco più di duemila voti».E allora la domanda è d’obbligo: con chi farete alleanze?«Dal mio punto di vista, non essendo legato a griglie ideologiche o di partito posso spaziare, negli apparentamenti, a 360 gradi. Naturalmente tutto si baserà sulle coincidenze dei programmi. Alcuni punti del programma di Milone, ad esempio sulla sicurezza, ci vedono assolutamente concordi. Ma non escludo dei punti di contatto con la Lista 5 stelle di Barosco. In questo caso ci accomunano alcune idee sull’ambiente e sull’ecologia, come il rifiuto del termovalorizzatore. Ma se fosse per me io non escluderei nemmeno una alleanza con Paoletti».Adirittura Paoletti di Rifondazione?«Ho sempre avuto carta bianca nelle scelte e nel programma da proporre, anche la scelta della squadra che formerà la giunta terrà conto di quelle che sono le qualità e le professionalità delle persone; per cui sono assolutamente libero in questi termini di spaziare su ogni fronte con la massima discrezione».A proposito di giunta, può anticipare dei nomi?«Per certi aspetti, guardando il nostro programma, qualcuno è già intuibile. Ma per adesso, non voglio anticipare nulla».Come proseguirà la campagna elettorale?«Ritengo sia necessario confrontarsi, penso a quattro o cinque faccia a faccia da fare con Carlesi, anche in piazza. Siamo dunque disponibili a partecipare a incontri pubblici insieme al candidato del centrosinistra».Pensa che sul voto a suo favore possa avere influito anche la legge sull’immigrazione voluta da Martini?«La legge regionale mi ha dato indubbiamente una mano e lo dico da cittadino, prima che da candidato».

(dal numero 23 del 14 giugno 2009)