Adesso le celebrazioni raggiungono il loro culmine, con la Messa che martedì 21 luglio alle 18 sarà presieduta dal cardinale Giuseppe Betori in Cattedrale, con la partecipazione delle autorità civili. La festa inizierà già dal giorno prima, lunedì 20 luglio, con un incontro internazionale, nell’oratorio filippino di piazza San Firenze, di tutte le famiglie religiose che si richiamano alla spiritualità di San Filippo Neri. Alle 21, una veglia di preghiera in Battistero e una processione verso San Marco.Martedì 21 luglio, la mattina alle 10 la memoria di San Filippo Neri sarà ricordata anche con l’apposizione di una epigrafe commemorativa nel luogo che ricorda la sua casa natale, in via dei Serragli 104.Qui infatti, in Oltrarno, nacque nel 1515, da un padre notaio, Francesco Neri da Castelfranco di Sotto; la madre, Lucrezia da Mosciano, morì presto. Filippo Romolo (battezzato, secondo alcune fonti, in San Giovanni) era un bambino allegro e attento agli altri: lo affermava la sorella Elisabetta. Il soprannome «Pippo buono» gli fu dato in famiglia e lo accompagnò per tutta la sua esistenza.Visse la sua fanciullezza in un momento molto particolare della storia di Firenze: erano gli anni della repubblica e dell’assedio; la sua parrocchia era la chiesa di San Pier Gattolini, o Serumido ma di sicuro frequentò il convento di San Marco. Da grande avrebbe detto: «Quel che ho avuto di buono, l’ho avuto dai Padri di San Marco». A diciotto anni fu mandato presso dei parenti a Montecassino per lavorare come commerciante: ma evidentemente non era quella la sua vocazione, e infatti pochi mesi dopo lo ritroviamo a Roma.La casa natale di San Filippo Neri si trovava accanto al monastero delle Convertite: nel cortile di quello che, una volta partite le monache, fu opificio di fabbricazione della seta, istituto ortopedico, rimessa degli omnibus, fabbrica di liquori e poi Asilo per orfani e artigianelli fu posta un’epigrafe dai padri scolopi nel 1922 (terzo centenario della canonizzazione): «Al glorioso padre degli Oratoriani Filippo Neri, in Roma apostolo tanto grande quanto piaceva a lui farsi piccolo, sovrano conquistatore di anime e con arti da Dio insegnategli educatore di giovani». L’epigrafe ricorda anche un pozzo, che veniva chiamato pozzo di San Filippo alle Convertite: si racconta che i malati ne bevessero l’acqua per recuperare la salute.Le celebrazioni per il quinto centenario di un Santo che ha amato enormemente la musica non potevano che chiudersi in musica: martedì 21 luglio alle 21 in piazza San Firenze, su quello che è il sagrato della storica sede dell’Oratorio fiorentino, verrà messo in scena il musical «Vanità di vanità».