Lucca

PER DIECI ANNI STUDIA E LAVORA ATTRAVERSANDO L’EUROPA, OGGI ALESSIO È A BILBAO

«Qui» afferma «ho capito che avrei preferito vivere in un contesto differente da quello lucchese perché ci sono più opportunità. È diventato un percorso importante a livello personale e professionale, oggi sono a Bilbao». 

Come sei arrivato da Madrid a Bilbao? «Da Madrid sono tornato a Lucca per laurearmi in Economia e Commercio all’Università di Pisa, poi ho scelto una doppia laurea, facendo un anno in Belgio e uno a Lisbona. Durante l’estate fra i due anni ho fatto un internship di tre mesi a Dublino, poi sono andato a Lisbona. Dopo quasi sei anni sono venuto a Bilbao per lavoro, sono qui da un anno e mezzo».  Nel tuo percorso hai unito economia e ambiente. «Ho sempre avuto l’interesse per l’ambiente, soprattutto per i rinnovabili. A Lisbona ho iniziato il lavoro nel settore energetico, poi sono entrato in una compagnia focalizzata sulla parte green del ramo energetico. Ho avuto occasione di fare formazione a Bilbao, con il gruppo con cui lavoro adesso, BC3. Ci occupiamo di natural capital accounting, cerchiamo di dare un valore economico e di monitorare a livello biologico risorse naturali e ambienti, per cercare di conservare e restaurare gli ecosistemi più importanti, vista la crisi ecologica attuale. BC3 ha ricevuto una proposta da parte delle Nazioni Unite per un progetto pilota, per fare analisi di tipo economico ambientale a livello globale. Mi hanno chiesto di unirmi al gruppo per coordinare questo progetto».  Sei qui dopo aver attraversato diversi paesi europei. «Sì, ci sono stato per un tempo abbastanza lungo da iniziare a conoscerli. Il mio rapporto con l’Italia è cambiato molto negli anni, all’inizio volevo completamente staccarmi e conoscere cose nuove, anche se mi sono sempre mancati gli affetti. La prima volta che sono partito è stato un salto nel vuoto, dopo anni penso di aver maturato una consapevolezza diversa, mi rendo veramente conto di tutti gli aspetti di stare all’estero».  Qualche pro e contro? «A Lucca soffrivo della chiusura mentale di una città piccola, all’estero una volta superate le avversità iniziali ti si apre un mondo di opportunità, anche professionali. Queste esperienze arricchiscono, sei da solo con le barriere linguistiche, diventi più forte e con più autostima. Se domani mi dovessero mandare in Vietnam so che me la caverei. Lucca rimane una città bella, vicina a tutto, con uno stile di vita tranquillo».  Pensi che potrai tornare a spendere le tue competenze in Italia? «Per il settore in cui lavoro non penso che potrei fare molto in Italia, ma non escludo che mi piacerebbe tornare. È un paese bellissimo, l’unico problema è che a volte le opportunità di lavoro sono un po’ carenti. Una cosa potrebbe aiutare: per quei settori in cui si può lavorare da remoto si potrebbero creare hub che potrebbero permettere di stare in Italia lavorando per compagnie all’estero. Così potrebbero tornare non solo gli italiani ma anche venire persone di altri paesi perché la qualità della vita è alta».