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PENA DI MORTE, SANT’EGIDIO: PUNIZIONE CHE UMILIA ANCHE LA SOCIETÀ. 30 NOVEMBRE GIORNATA DI PROTESTA
“Le parole di condanna alla pena di morte, con le quali il Papa si è più volte espresso sono determinanti, e la Chiesa Cattolica sta dando le linee guida per prendere posizione perché la condanna capitale non sia più contemplata nella società civile”. Lo ha affermato Ray Krone, uno dei due testimoni scagionati dalla condanna a morte negli Stati Uniti e presenti oggi, a Roma, all’incontro promosso dalla Comunità di Sant’Egidio su “No alla pena di morte dal braccio della morte alla libertà”.
“Quando, l’8 aprile del 2002, sono uscito alcuni giornalisti mi hanno chiesto come, da credente, abbia potuto trovare una giustificazione all’ingiustizia di una condanna a morte nonostante la mia innocenza. Ho detto loro che ho trovato nel libro di Giobbe la risposta che mi ha accompagnato lungo questi dieci anni, che mi ha fatto tenere viva la speranza”.
“Sono stato il primo quindici anni fa a richiedere la prova del Dna per dimostrare la mia innocenza, ma ancora oggi non è compresa tra le prove vincolanti della banca dati per eseguire la pena di morte”, ha detto Nick Yarris che in Pennsylvania ha trascorso ventidue anni nel braccio della morte. “Uscendo dal carcere ho promesso agli altri detenuti che avrei testimoniato in tutto il mondo la lacerante sconfitta delle famiglie dei detenuti e delle vittime per ogni persona che viene eseguita”, e continuando: “Ho visto sulla mia pelle formarsi, proprio dove io ero detenuto, la crudeltà umana di Charly Greener, il mostro del carcere di Abu Graib, in Iraq”.