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PENA DI MORTE, COMUNITA’ SANT’EGIDIO: IL 30 NOVEMBRE LA GIORNATA INTERNAZIONALE PER DIRE «NO»

“La pena di morte non combatte una cultura di morte, non restituisce la vita alle vittime, congela le loro famiglie per anni in attesa di una giustizia che non arriva e finisce per essere una vendetta di Stato per la sproporzione della pena verso persone senza libertà e messe in condizione di non poter nuocere a nessuno”: lo ha detto ieri sera Mario Marazziti (Comunità di Sant’Egidio) intervenendo all’incontro sul tema “Può il dolore delle vittime essere curato da una vendetta istituzionale?”. “Lo Stato – ha aggiunto – non può togliere mai e in nessuna circostanza ciò che non potrà mai restituire”. Marazziti ha informato che il prossimo 30 novembre si svolgerà la quarta edizione della Giornata internazionale “Città per la vita – Città contro la pena di morte” per ricordare l’anniversario della prima abolizione della pena di morte dall’ordinamento di uno Stato europeo, da parte del Granducato di Toscana nel 1786. L’iniziativa è promossa dalla Comunità di Sant’Egidio e dalle principali associazioni internazionali per i diritti umani, raccolte all’interno della World Coalition Against the Death Penalty. I monumenti “simbolo” di 500 città del mondo verranno illuminati formando uno schieramento morale mondiale per chiedere di fermare tutte le esecuzioni capitali.

“Oggi la pena capitale nel mondo appare utilizzata in un numero sempre più ristretto di Paesi e tale tendenza appare costante a partire dall’ultimo quarto del secolo scorso fino ad oggi”, tuttavia “anacronistici richiami alla sua reintroduzione in Europa, o giustificazioni inaccettabili a favore della sua applicazione in Iraq, come pure la lunga strada ancora da percorrere per giungere alla sua abolizione universale, richiedono una tenace e incisiva azione per l’affermazione della civiltà del diritto e della difesa della dignità dell’uomo”. È quanto afferma in una nota la Comunità di Sant’Egidio, a pochi giorni dalla quarta edizione della Giornata internazionale (30 novembre). “In Giappone – ricorda la Comunità – un nutrito gruppo di parlamentari ha proposto una moratoria delle esecuzioni. Recentemente anche in Cina, Paese che detiene il record delle esecuzioni (circa 5.000 ogni anno), si sono registrati alcuni importanti segnali”. Inoltre la pena capitale è stata abolita nelle Filippine e in Messico “segnando un punto di non ritorno decisivo per l’intera America Centrale e Latina. In Africa si registra una diminuzione costante del numero delle esecuzioni”. Sir