In Nigeria centinaia di persone in attesa dell’esecuzione non hanno ricevuto un processo equo e potrebbero dunque essere innocenti. A denunciare oggi un campionario di fallimenti del sistema giudiziario nigeriano, dominato da corruzione, negligenza e una quasi criminale mancanza di risorse è un rapporto redatto da Amnesty international in collaborazione con Legal defence and assistance project (Ledap), un’organizzazione legale nigeriana che promuove pratiche di buon governo e il primato della legge nel Paese. E’ davvero orribile immaginare quante persone innocenti siano già state e potrebbero ancora essere messe a morte afferma Aster van Kregten, ricercatrice di Amnesty International sulla Nigeria -. Il sistema giudiziario è pieno di lacune che possono avere effetti devastanti e, nel caso dei reati capitali, conseguenze mortali e irreversibili. Tra le conclusioni più preoccupanti del rapporto di Amnesty International e Ledap: la maggior parte delle condanne a morte si basa unicamente su confessioni e queste sono spesso estorte con la tortura; sebbene proibita, la polizia pratica quotidianamente la tortura e quasi l’80 per cento della popolazione carceraria ha denunciato di essere stato picchiato, minacciato con le armi o torturato dalla polizia; i processi capitali posso durare oltre 10 anni, alcuni appelli sono in corso da 14, 17 o addirittura 24 anni. Inoltre, denunciano le due organizzazioni, molti condannati a morte non possono presentare appello perché i loro fascicoli processuali sono andati persi; spesso i prigionieri sono costretti ad assistere alle esecuzioni e, dopo un’impiccagione, vengono obbligati a pulire il cappio; nonostante i divieti del diritto internazionale, almeno 40 prigionieri in attesa dell’esecuzione avevano tra 13 e 17 anni al momento del presunto reato. La legge nigeriana aggiunge Chino Obiagwu, coordinatore nazionale di Ledap -. prevede che una confessione estorta sotto pressione, minacce o tortura non possa essere usata come prova in tribunale. I giudici sanno che c’e’ un vasto ricorso alla tortura da parte della polizia, eppure continuano a infliggere condanne basate sulle confessioni, mandando incontro alla morte molti possibili innocenti. Alla fine di febbraio, nei bracci della morte della Nigeria si trovavano 736 persone, di cui almeno 40 minorenni all’epoca del presunto reato. Il 55% delle condanne a morte si riferisce a omicidio, il 38% a rapina a mano armata, l’8% a furto. Il 47% dei prigionieri è in attesa dell’esito dell’appello, un altro 41% cento non ha mai presentato un appello. Le esecuzioni in Nigeria sono avvolte dal segreto. Il governo non segnala ufficialmente esecuzioni dal 2002 sebbene sia emerso che almeno 7 prigionieri siano stati messi a morte nel 2006.Sir