Livorno
Pellegrini in Terra Santa
Abbiamo sentito fisicamente cosa significa salire più di 1000 m. di dislivello da Gerico a Gerusalemme, ma, giunti in questa città, santa per le tre grandi religioni monoteiste, la nostra attenzione era ormai duplice: al passato, reso presente dall’esperienza di abitazione della memoria e al presente. Abbiamo percepito sensibilmente quanto sia faticosa la strada della pace. Il famoso muro dell’apartheid israeliana ci ha sbarrato la strada verso Betania costringendoci a scavalcare un muretto laterale e così hanno fatto, in direzione opposta, donne palestinesi che portavano pesantissime ceste di verdura da vendere al mercato. Ragazzi e ragazze col fucile in spalla ci camminavano accanto al cosiddetto muro del pianto.
Gerico che 4 anni fa era una città vivace è ormai una città fantasma con grandi alberghi deserti e case non finite di costruire per l’improvvisa interruzione del flusso di pellegrini e turisti che sta rendendo la vita impossibile anche a Bethlemme in cui circa l’80% della popolazione vive(va) di turismo.
A Bethlemme siamo rimasti impressionati di come il muro, non ancora terminato, ingabbi la città rendendola un vera e propria prigione.
La storia di Israele (il popolo eletto da Dio) è sempre stata una storia in cammino, un pellegrinaggio ed è questo che ci indica la terra di Gesù, in particolar modo Gerusalemme in cui ognuno sembra quasi sentire il bisogno di ritornare, quando sarò elevato da terra attirerò tutti a me. La netta percezione avuta, anche grazie all’onnipresente croce cosmica della custodia di Terra Santa dei francescani, è proprio quella di una chiamata universale alla pace e all’unità, senza, tuttavia, perdere le proprie identità. Questo è il fine di tutta la storia dell’umanità e a cui ci conduce il sacrificio del vero agnello pasquale, quello di Cristo (non è certo un caso per chi ha fede l’impossibilità di sacrificare altri agnelli in un tempio che ormai non c’è più) e di cui, domenica 5 settembre, abbiamo fatto solennemente memoria nel Santo Sepolcro. La Santa Messa domenicale, con preconio pasquale e rinnovo delle promesse battesimali nel Santo Sepolcro (esperienza che ci ha fatto vivere più intensamente il santo mistero che dissipa l’odio e promuove la concordia e la pace), mentre copti e bizantini, sotto lo stesso tetto, lodavano l’unico Dio è un dono che, come Maria, custodirò nel mio cuore.