Non deve esserci sconnessione tra esperienza culturale e liturgica, ha rimarcato mons. Verdon facendo l’esempio degli affreschi di Giotto nella basilica di San Francesco, ad Assisi: questi devono rimandare subito al Santo e al suo amore per il Dio vivente. In Italia ha aggiunto l’identità culturale precede e plasma l’identità civica, per cui il nostro patrimonio di arte sacra invita a riappropriarsi dell’identità che queste opere mostrano. Introducendo la sessione pomeridiana, il vescovo ausiliare di Firenze e segretario della Commissione episcopale per la liturgia, mons. Claudio Maniago, ha sottolineato come i santuari siano luoghi che hanno nell’accoglienza una dimensione importante, ma pure luoghi dove si celebra e la celebrazione liturgica non è qualcosa di marginale, bensì il cuore di tutto quello su cui stiamo riflettendo. Nella celebrazione ha precisato mons. Maniago c’è un incontro reale e concreto: ecco perché l’attenzione di una pastorale specifica per i santuari e i pellegrinaggi.Sir