Cultura & Società
Pedofilia: Report Meter 2018, oltre 3 milioni di foto. In aumento i video
Insieme a don Fortunato Di Noto, fondatore e presidente di Meter, è presente Marcello La Bella, primo dirigente della Polizia di stato e dirigente compartimento Polizia postale di Catania. I numeri del Report 2018 sono infatti le denunce inoltrate alla Polizia postale italiana e quelle estere, oltre ai numerosi host e server provider di tutto il mondo. Diminuite, secondo l’Osmocop, Osservatorio mondiale contro la pedofilia di Meter, le segnalazioni inviate al Cncpo (Centro nazionale di contrasto alla pedofilia online gestito dalla Polizia di Stato): da 3.137 nel 2017 a 1.780 nel 2018. Lieve flessione anche per i link monitorati, da 17.299 a 14.179. In aumento la quantità di foto rinvenute tramite il monitoraggio, da 2.196.470 a 3.053.317.
Cresce il deep web
Per quanto riguarda i domini di primo livello con materiale pedopornografico, il regno di Tonga (Oceania) mantiene saldamente il primo posto in classifica pur con una netta diminuzione rispetto all’anno scorso: 1.717 segnalazioni contro le 10.096 del 2017. Al secondo posto Guernsey, isola nel canale della Manica di fronte alle coste nordoccidentali della Francia, ma che dipende dalla Corona britannica pur non appartenendo al Regno Unito. La Russia, nel 2017 al secondo posto con 1.150 segnalazioni, passa al 12° con 157 segnalazioni. Terzo posto al Territorio britannico dell’Oceano Indiano. L’Italia è quindicesima con 71.
In linea generale i domini di primo livello si sono dimezzati: da 13.756 nel 2017 a 7.714 nel 2018. Il report informa inoltre di un buon rapporto di collaborazione tra Meter e e il responsabile del dominio to. di Tonga che ha portato alla chiusura della piattaforma di file sharing Dropfile.to che nel 2017 aveva raggiunto 10.096 link. Naturalmente i domini con materiale pornografico sono ovunque: in Asia, oltre al britannico dell’Oceano Indiano se ne contano in Pakistan, Taiwan, Indonesia, Giappone. In Europa, oltre a Guernesey, in Francia, Albania, come si è già detto in Russia e in Italia, in Germania. Buona la collaborazione di Meter con la Polizia postale italiana e polacca. In America i link sono soprattutto in Haiti, Colombia, Groenlandia con 5. Infine l’Africa con Mayotte, Libia, Gabon e Guinea equatoriale.
Secondo il Report 2018 presentato oggi da Meter onlus a Pachino (Siracusa), i cyberpedofili scelgono preferibilmente foto e video di bambini fra gli 8 e 12 anni, perché navigatori solitari ed inesperti; seguono quelli fra i 3 e i 7, ma non mancano i piccolissimi 0 – 2 anni. «Parliamo di violenze su bambini inermi che non possono difendersi e che, se sopravviveranno, non racconteranno la violenza subita», scrivono i curatori dell’indagine. I pedofili e i pedopornografi custodiscono e depositano il loro materiale sulle piattaforme di file sharing che permettono scambi veloci, a tempo, spesso anonimi. Il cloud è una delle principali tendenze, ma la vera frontiera del file sharing è il deep web, il lato oscuro della rete difficile da individuare ed esplorare. «Il lavoro di monitoraggio sulla pedofilia online rimane sempre argomento ignorato anche dalle forze politiche che non hanno interesse a mettere in agenda ed in prima linea questa importante lotta alla criminalità pedofila», si legge nel Report. Di qui l’auspicio che «quanti hanno responsabilità di vigilanza e di giustizia si attivino affinché non rimanga il silenzio su ciò che accade giornalmente sul web». Scarsa la vigilanza anche da parte di molte Polizie straniere.
«La rete non è esclusivamente uno strumento di diffusione di foto e di video che i pedofili e pedopornografi utilizzano, ma continua anche a diffondere e promuovere la pedofilia per un’opera di normalizzazione», si legge nel Report 2018, che parla di «una vera e propria lobby strutturata e ben organizzata che fornisce consigli su come adescare i bambini» e si finanzia anche con raccolte fondi. Nonostante la Convenzione di Lanzarote del 25 ottobre 2007, ratificata dall’Italia nel 2012 con la legge 172 che ha introdotto nel nostro ordinamento l’art. 414 bis del Codice penale, i siti continuano a proliferare nel web incoraggiando termini come «boylove», «girllove» e «childlove».
Nel 2018 si sono rivolte al Centro d’ascolto di Meter 177 persone: 122 dalla Sicilia, 11 da Campania e Lazio. Seguono Lombardia (9), Toscana (6), Piemonte (5), 4 per la Calabria, 3 per la Puglia. Al numero verde 800-455270 sono arrivate 692 telefonate contro le 1.024 del 2017. Nel 2018 l’associazione ha tenuto 36 fra corsi e incontri di formazione sulla prevenzione su pedofilia e abusi all’infanzia, bullismo e cyber-bullismo, Internet e nuovi media, tutela dei diritti dell’infanzia e ha incontrato nelle scuole 1.115 insegnanti e 5.614 studenti.
Nel 2018 l’associazione Meter onlus ha incontrato 14 diocesi (72 dal 2002 a oggi), e la sua partecipazione è richiesta anche all’interno delle celebrazioni religiose, attraverso inviti rivolti a don Fortunato Di Noto, presidente dell’associazione, per officiare la Messa in particolari momenti dell’anno liturgico. Numerose comunità parrocchiali, inoltre, si impegnano ogni mese a recitare il Rosario «In difesa dei bambini». Da qualche anno Meter offre il corso di «Nuova pastorale contro la pedofilia e gli abusi sessuali su minori» che ha l’obiettivo di fornire ai destinatari i contenuti teorici e pratici, ausili per il riconoscimento rapido dei segnali di disagio del bambino, indicatori di abuso, che necessitano dell’intervento di operatori qualificati. Ogni anno, dal 25 aprile alla prima domenica di maggio viene celebrata la Gbv (Giornata bambini vittime della violenza) e questa prima domenica di maggio il Papa ricorda l’associazione e nelle chiese si prega per la Giornata.