Vita Chiesa
Pedofilia: P. Lombardi, Papa ha incontrato 6 vittime. Oltre tre ore di incontri personali
Poco prima, a Santa Marta, aveva tenuto un’omelia in lingua spagnola «molto importante» e «approfondita». A rivelarlo ai giornalisti è stato il direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, in un briefing che si è svolto oggi sull’incontro di oggi e la riunione di ieri della Commissione per la protezione dell’infanzia. La «mattinata molto intensa», ha riferito il portavoce vaticano, è cominciata stamattina alle 7 con la Messa a Santa Marta, alla quale hanno partecipato le sei persone invitate, giunte a Santa Marta ieri nel corso della giornata e salutate già ieri sera da Papa Francesco, con un «breve saluto». Oltre alle sei persone vittime di abuso, ognuna accompagnata da una persona, c’erano i membri della Commissione e un «ristretto circolo di persone» presenti abitualmente tutte le mattine a Santa Marta. A scegliere le persone vittime di abuso è stato il cardinale O’Malley, presidente della Commissione, tra i Paesi «dove esiste una struttura della Chiesa che si occupa dell’assistenza delle vittime», in modo da «poter prendere facilmente contatti con tali persone».
«Dopo la messa – ha proseguito p. Lombardi nel briefing odierno – il Papa non solo ha salutato i singoli partecipanti, come fa ad ogni messa a Santa Marta, mettendosi vicino alla porta e salutandoli all’uscita uno per uno: poi tutti hanno fatto colazione al refettorio di Santa Marta e alle 9 sono iniziati gli incontri personali con il Santo Padre di ognuno dei presenti, che aveva un accompagnatore, anche come interprete».
Gli incontri sono durati fino alle 12.20, per oltre 3 ore, con una media di mezz’ora ciascuno. Si è trattato di «colloqui estremamente ampi e intensi», ha fatto notare p. Lombardi, «con lo stile abituale di Papa Francesco, molto coinvolto, personalmente intenso e attento». «Ho avuto modo di vedere le persone all’uscita – ha aggiunto – e posso testimoniare la profonda gratitudine e la commozione di queste persone, per la possibilità di avere avuto un incontro approfondito, ampio, personale, con il Papa», dal quale hanno avuto «la percezione di essere ascoltati con molta attenzione e disponibilità».
Quanto al contenuto dei colloqui, «non ho nessuna informazione», ha detto il portavoce vaticano rispondendo alle domande dei giornalisti: «Nessuno ha desiderato dire particolari sul contenuto dei colloqui», ha spiegato, perché la scelta è stata fin dall’inizio il «desiderio di discrezione».
«Anche il Papa è stato molto toccato» dall’incontro, svoltosi oggi, con sei persone vittime di abuso, ha assicurato padre Federico Lombardi, riferendo ai giornalisti, nel briefing di oggi, che le persone ricevute sono state «toccate, attente e grate per aver potuto vivere questo incontro». Quello di Papa Francesco, ha proseguito il portavoce vaticano, «è un ascolto non superficiale, ma profondo: la lunghezza stessa dell’incontro di oggi dice l’intenzione di capire e di ascoltare, se voleva essere un incontro formale sarebbe stato più breve». «Anche lui è stato molto toccato», ha detto il portavoce vaticano: «Ogni persona che incontra ha alle spalle una storia di profonda sofferenza, che può portare ferite», e mettersi in ascolto profondo di esse «è estremamente impegnativo». «Un pastore dedica la sua vita all’ascolto, e all’ascolto pastorale», ha ricordato padre Lombardi, secondo il quale il Papa incontrando le vittime dell’abuso «ha mostrato che l’ascolto aiuta a capire, e così si può aprire la strada per ritrovare fiducia, per sanare le ferite, per proporre vie di riconciliazione con Dio e con la Chiesa».
«La prima cosa concreta che desidera il Papa è che le persone che hanno partecipato all’incontro di oggi si siano sentite accolte e che ne portino i frutti nel loro cammino: un pastore mira al bene delle persone che incontra personalmente». «Quello che è importante – ha aggiunto il portavoce vaticano – è che questo incontro di oggi possa diventare un modello, un esempio». Quello del Papa, infatti, «è un messaggio chiaro per chiunque: bisogna saper ascoltare, dedicare il tempo necessario perché si possa aprire la via della riconciliazione come premessa per un cammino di risanamento della persona, che poi diventa ricchezza della comunità», se le persone abusate «ritrovano la via della serenità e della riconciliazione in rapporto alla famiglia, alla Chiesa, alla comunità».