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Pd, Renzi stravince: «È la fine di un gruppo dirigente della sinistra»

«l’Unità» titola: «Il trionfo di Renzi». «Renzi, l’anno zero», è il titolo sul sito di «Europa», altro quotidiano di riferimento del Pd. Nel pomeriggio potrebbe esserci il primo incontro tra Enrico Letta e il nuovo leader del Pd che ha convocato per le 12 una conferenza stampa in cui annuncerà la composizione della sua segreteria. Intanto il premier fa un auspicio:«Con il nuovo segretario lavoreremo insieme con uno spirito di squadra che sarà fruttuoso, utile al Paese e al centrosinistra».

Domani sera Renzi parteciperà alla riunione dei gruppi parlamentari del Pd che dovranno discutere del voto di fiducia chiesto da Letta, che terrà il suo discorso programmatico mercoledì alla Camera e al Senato, dopo la scelta di Forza Italia di collocarsi all’opposizione.

«Grazie a Gianni Pittella, che ha combattuto una bella battaglia. Un grazie a Pippo Civati, chi lo avrebbe mai detto tre anni fa che la Leopolda avrebbe avuto la maggioranza nel Pd. Un grazie speciale a Gianni Cuperlo, a cui vorrei che dedicassimo non soltanto un applauso. Se c’è una persona nel Pd con cui vorrei dialogare e discutere anche non essendo d’accordo quella è Cuperlo, una persona dalla quale c’è da imparare», inizia così il suo discorso da neo segretario Renzi, restato a Firenze, che continua con i ringraziamenti: «Grazie anche alla mia famiglia, ai miei figli, non vorrei fare una americanata ma grazie ad Agnese che mi ha supportato. Grazie anche al mio staff. Fare politica è anche condividere la bellezza delle passioni. Grazie ai cittadini che oggi hanno dato un segnale che definire commovente è poco».

Il sindaco di Firenze valorizza la partecipazione alle primarie e polemizza con il M5S: «La scorsa settimana alcune migliaia di persone hanno partecipato al vaffaday, oggi qualche milione di italiani vincendo lo stesso disgusto di quei cittadini è andato ai seggi fidandosi di noi. Per fidarsi ci vuole coraggio, come fa un bambino: bisogna avere dentro un grande amore per fidarsi, passione, partecipazione coinvolgimento. Io sono tenace e determinato, se mi avete dato la fascia di capitano di questa squadra, non farò passare giorno senza lottare su ogni pallone».

Renzi prosegue con alcune riflessioni: «Conosco i sorrisi e le lacrime di chi ci lascia il cuore, si può anche piangere in politica. Oggi pensiamo a tutti quelli che stanno soffrendo nelle carceri, a chi soffre la crisi del fallimento per la crisi economica. Avendo vinto abbiamo consapevolezza che il più grande orgoglio è quello di saper vincere. La vittoria più bella è quella di chi cade e si rialza. Quindi da oggi non ci sono più alibi per nessuno, non ci sono più scuse, non possiamo più aspettare per il cambiamento. Gli elettori, ci hanno dato l’idea che si può ancora credere che non siamo tutti uguali».

Il neosegretario del Pd batte con forza il tasto del rinnovamento generazionale: «Ora tocca a noi, che andavamo alle medie quando è caduto il muro di Berlino, che abbiamo scelto giurisprudenza dopo le stragi di Falcone e Borsellino, tocca a noi che abbiamo conosciuto l’euro e non l’Europa. Noi siamo quelli cresciuti in un mondo dove ci hanno detto che fare politica è una parolaccia. Ebbene noi coinvolgeremo le persone più anziane, ma solo per avere dei consigli».

Renzi è ottimista sul futuro: «Abbiamo dei ricercatori saggi, degli studiosi curiosi ma abbiamo la peggiore classe dirigente che c’é mai stata. Si deve andare avanti sulla strada del cambiamento. Se abbiamo avuto questi voti li abbiamo avuti per scardinare il sistema, non per scambiare dirigenti con altri dirigenti. La prima corrente da rottamare sarà la corrente dei renziani che già da stasera è sciolta». Il segretario del Pd polemizza con chi lo definisce centrista: «Per battere la povertà non serve fare manifestazioni, serve cambiare l’economia. Con noi il bipolarismo è salvo. Non si illudano quelli che hanno brindato al ritorno alla proporzionale. Il Pd metterà tutto il proprio impegno per una legge elettorale che garantisca il bipolarismo, che tagli i costi della politica. Basta con le correnti e cominciamo da quella renziana che da stasera è ufficialmente sciolta. Non dobbiamo più vedere respingere chi sta fuori, come la gente respinta dai seggi in un. In un paese civile non può bastare l’iscrizione al sindacato per fare carriera. Il sindacato deve cambiare con noi».

Il sindaco di Firenze chiude il suo discorso rispondendo a chi pensa che la sua vittoria potrebbe coincidere con la fine della sinistra: «Questa non è la fine della sinistra è la fine di un gruppo dirigente della sinistra. Non ne possiamo più di sentire la loro storia, vogliamo scrivere la nostra. Stiamo cambiando giocatori, non stiamo cambiando campo. Stiamo cambiando i giocatori che tante belle sfide e partite hanno vinto. Ma ora è arrivato il momento di scrivere la nostra storia. «Il nostro giocare in piccolo non serve al mondò, come ha detto Nelson Mandela. Ragazzi, il meglio deve ancora venire, da domani ci divertiamo insieme».

Cuperlo è soddisfatto: «Oggi è stata scritta una bella pagina della democrazia italiana, non era facile e neppure scontato. Grazie a quel popolo che si è messo in fila ai gazebo e ha scelto di votare, grazie ai volontari e ai militanti. Il primo pensiero va a loro, il secondo a Renzi, al quale per telefono ho fatto gli auguri più sinceri. Grazie anche a Civati. La politica, quando è buona politica, riesce ancora a trasmettere passione. Siamo la forza fondamentale del centrosinistra italiano e siamo l’argine del sistema democratico e della tenuta del Paese. Attorno a noi cresce la percezione di un sovversivismo dall’alto: il tentativo di delegittimare il Parlamento, una democrazia aggredita dall’interno». Il secondo arrivato nelle primarie annuncia quale sarà il suo atteggiamento nei confronti di Renzi: «La sinistra vuole recuperare la credibilità smarrita. Dobbiamo uscire con la forza del consenso popolare da questa crisi. Assumiamoci grande responsabilità. Il mio comportamento sarà leale e sincero come le nostre campagne elettorali. Al nuovo segretario cercherò di dare un contributo importante. L’unità del Pd è un valore profondo ma si basa sulla chiarezza reciproca, sulla trasparenza delle scelte e sulla forza del pensiero».

Cuperlo annuncia di non voler rinunciare al progetto di ricostruire la sinistra italiana: «Passo dopo passo ho avuto la percezione di una sinistra spinta a rimettersi in piedi e questo è un patrimonio che nessuna percentuale potrà scontare. La sinistra di questo Paese avrà una grande storia da scrivere. La sinistra è la limpidezza con la quale ti batti per difendere i diritti umani di tutti. Il treno dove siamo saliti è il nostro treno, non scenderà nessuno. Adesso avremo un partito più forte con un nuovo segretario che sarà il segretario di tutti, c’è una lunga strada da percorrere». Civati sostiene che il suo 14% sarebbe stato impensabile qualche settimana fa: «Abbiamo ritrovato un legame con le persone. Il Pd ritrovi orgoglio e coraggio, con questo Pd possiamo vincere. La nostra campagna non finisce qui ma qui inizia, abbiamo fatto molta buona politica con parole chiare e così continueremo. In campagna elettorale avremmo voluto fare meglio ma la sinistra c’è».

Il terzo arrivato nelle primarie, che auspica le elezioni anticipate dopo un accordo sulle regole di una nuova legge elettorale, ripropone la sua posizione sull’esecutivo: «Rimane la questione della durata delle larghe intese. Sarà compito della nuova dirigenza affrontarlo. Con questo gruppo dirigente possiamo vincere le elezioni e possiamo soprattutto farle le elezioni. Questo è il vero momento di fondazione del Pd. La sinistra c’è e fa del Pd ancora un partito di sinistra. Ora continueremo così. Buon lavoro al nuovo segretario e al nuovo gruppo dirigente». Civati non rinuncia a uno spunto polemico: «Rinnovo la stima non persa per Cuperlo. Non mi è piaciuto molto D’Alema e lo dico, perché sono sincero».