Lettere in redazione

Pd, le perplessità dei cattolici

Caro Direttore,anch’io ho partecipato, pur con tante perplessità, alle primarie per il Partito democratico. Personalmente avrei preferito una federazione di partiti, ma la testardaggine di Prodi ci ha portato al partito unico e ora siamo in attesa di vedere cosa succederà. Alcuni ritengono che il peso dei Ds finirà col prevalere sui cattolici democratici, i quali si troverebbero in un vicolo cieco: o scomparire o scendere a compromessi su principi e valori «non negoziabili». Le ultime esternazioni e posizioni dell’on. Bindi e altri ex popolari alimentano i dubbi di tanti cattolici. Se così sarà dovremo trovare altre strade per essere presenti nella vita sociale e politica del nostro paese. Lei cosa ne pensa? David Salvadoriindirizzo email

L’Italia – ormai lo riconoscono in molti – è politicamente un paese bloccato, stretto e quasi ingessato tra due coalizioni o meglio tra due cartelli elettorali formati da forze molto eterogenee tra di loro. Per questo va visto con favore tutto ciò che può far superare questa situazione e ridurre i più di trenta partiti e partitini che ci assicurano….. il primato assoluto in questo campo.

Suscita perciò interesse e merita attenzione il percorso che ha portato i Democratici di Sinistra e la Margherita a dar vita al Partito Democratico e all’elezione del suo segretario attraverso elezioni primarie che hanno visto – fatto questo positivo in sé – la partecipazione di quasi tre milioni e mezzo di persone. La nascita di questo nuovo partito sta già modificando il quadro politico alla sua sinistra, dove gli scissionisti dei Ds hanno promosso un processo di unificazione tra vari soggetti politici. Inoltre questa scomposizione-ricomposizione non potrà non aver conseguenze anche nel centro-destra, dove sempre più si parla di partito unico dei moderati e dove l’Udc è sempre più tentata di riaggregare le forze di centro.

La nascita del Partito Democratico ha quindi rimesso in discussione le strategie dei due schieramenti e questo potrebbe determinare mutamenti anche notevoli e positivi nel quadro politico.

E allora da dove nascono, caro Salvadori, le sue perplessità, che sono giuste e diffuse nel nostro mondo, anche e soprattutto in coloro che hanno sempre guardato con simpatia e dato consenso alla componente che nella Margherita raccoglieva l’eredità dei cattolici democratici?

Il fatto è che emergono interrogativi che non hanno risposta e forse non possono ancora averla. Nel Partito Democratico sono confluite, senza tuttavia esaurirle, correnti importanti del riformismo laico, socialista, cattolico. Come sapranno comporsi? E la corrente maggioritaria, rappresentata dai Ds, non finirà per prevalere e segnarne così l’identità? E quali saranno gli orientamenti e le conseguenti scelte politiche su temi eticamente sensibili per una visione cristiana dell’uomo? Sono interrogativi legittimi e mi sento di condividerli. Padre Sorge in una recente intervista a «Famiglia Cristiana» ha affermato che il Partito Democratico per non nascere morto o avere vita breve e stentata deve essere veramente «nuovo», cioè recuperare slancio ideale, rinnovare la classe dirigente e aprirsi davvero alla società civile. La sfida per il Partito Democratico è tutta qui.